SIMONETTA: lettera di papy per Natale !!

 

Aldo Bianchini

CAVA de’ TIRRENI – Sto rileggendo con molta attenzione uno dei libri scritti da Alfonso Lamberti (già magistrato e già docente universitario), papà di Simonetta barbaramente uccisa dalla camorra nel lontano maggio 1982. Mi hanno colpito, in particolare, due lettere scritte dall’autore alla figlia che da oltre trent’anni non c’è più; due lettere che dimostrano inequivocabilmente come il dolore nel petto dell’ex magistrato d’assalto sia ancora lancinante ed incurabile. La prima è quella per il Natale; la seconda per la Befana. Oggi cominciamo da quella di Natale: <<Simona cara, forse non ci credevi, ma, come vedi, continuo a “restare con te”, la domenica non vado più alla “partita di pallone”, per restare più tempo insieme. Dobbiamo pensare ai preparativi per le feste di Natale; saremo io, te, Francesco, Serena e Stefano. Tu aspettami, non addormentarti, anche se cono stanco per tanti impegni, perché, come ti ho sempre detto, lavoro tanto, la sera faccio tardi, ma penso a te. Tu incomincia a pensare cosa vogliamo fare: andare a Praiano ? O sulle Dolomiti ? O restare nella nostra casa di Cava de’ Tirreni ?>>. La penna di Alfonso Lamberti, proverbialmente eccellente, trova in queste frasi, che non sono una ordinanza giudiziaria, la sua sublimazione; l’autore riesce con molta semplicità a ricostruire nel presente le scene di un passato lontanissimo nel tentativo di fermare il tempo almeno a qualche minuto prima di quella tremenda sparatoria del 29 maggio 1982, e continua: <<Possiamo anche andare a Rivisondoli, se vuoi; a te piaceva tanto, in quel “presepe” c’è tanto sole, ti colorisce in volto, ti fa crescere ancora un tantino, proprio come tu hai sempre desiderato … Io,  una volta tanto, lascerò le “cartacce” del Tribunale per non avere più rimproveri da te, soltanto complicità>>. E la parola “complicità” che fa riflettere !! Un padre impegnato che cerca di rassicurare la figlia con la promessa di ritrovare “una complicità padre-figlia” perduta per colpa (si fa per dire !!) del lavoro duro e impegnativo di magistrato; una sorta di scrupolo di coscienza che l’autore cerca di scrollarsi di dosso nel tentativo di ritrovare anch’egli una parvenza di serenità dopo la tragedia. <<Se sei indecisa dove andare, scrivimi tutto su un pezzo di carta me lo lasci sotto il cuscino prima di andare a letto, come facevamo fino al 29 maggio, quando la mattina, appena sveglia, tiravi fuori le sorprese che ti portavo da Roma. Mancano pochi giorni a Natale; decidi, io farò come tu desideri, anche se ……, per farti arrabbiare, come al solito, farà le bizze. Adesso devo andare via per tre giorni, sempre per lavoro; quando torno fammi trovare tutto pronto. Ciao Simon, ci vediamo presto; studia per fare il giudice>>. E’ impressionante come, con una semplice penna, Alfonso Lamberti riesca a far rivivere e vedere dal vivo immagini del passato, ricordi incancellabili, stati d’animo particolari, attimi di vita non più ripetibili se non nella fervida fantasia che nella fattispecie si calano, quasi come correzione, in una realtà di vita, di solitudine, di rimpianti e di rimorsi che l’ex giudice non potrà mai allontanare. Anzi, quando cerca di prefigurare (in altri capitoli del libro) un minimo di ricostruzione della propria vita subito l’istinto e il ricordo doloroso lo fanno allontanare da qualsiasi ipotesi del genere, fino al punto di immaginare che sia la stessa amata Simonetta a dirglielo esplicitamente: <<Papy, ma io senza di te vicino mi sento smarrita, avverto la tua mancanza, ho bisogno della tua vicinanza intellettiva; non lasciarmi, stammi vicino, come hai fatto con … Ho bisogno di te più di loro che hanno una madre, io sono rimasta sola dopo il colpo alla tempia>>. E ritorna di nuovo il colpo alla tempia che regna sovrano, come una presenza ossessiva, nella vita odierna dell’ex giudice. E subito lui si rilassa, ritorna alla normalità, anche nella scrittura, e si riappacifica con se stesso nel ritrovare conforto nella serenità che riesce a dare alla figlia scomparsa e che nella sua mente è ormai trentenne, donna e in procinto di essere madre. Alla prossima.

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