SQUILLANTE: adesso anche i rifiuti tossici

 

Aldo Bianchini

EBOLI – L’altra mattina stavo andando a bordo della mia macchina in una località nei pressi dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Eboli quando ho notato la presenza di alcuni operai che si affannavano intorno ad un canalone, una specie di fogna a cielo aperto. Soltanto uno dei sette operai era dotato dei presidi personali di sicurezza (casco, mascherina, tuta, guanti e scarponi). Più per curiosità che per altro mi sono fermato per dialogare con gli addetti e capire perché, tranne uno ripeto, non utilizzavano i presidi previsti dalla legge. Lo faccio spesso quando vado in giro, lo faccio per non allontanarmi mai del tutto dalla mia pregressa attività lavorativa di <<ispettore di vigilanza degli infortuni sul lavoro>>, ovviamente lo faccio con molta discrezione e solo per capire e consigliare. Parcheggio la macchina e mi avvicino lentamente. “”Sono un giornalista”” sussurro “”e mi sono fermato per una curiosità. Vorrei sapere perché solo uno di voi è completamente bardato di tutti i presidi personali di sicurezza previsti dalla legge””. Si fermano tutti e mi guardano perplessi senza parlare. Poi l’operaio tutto bardato anche se sporco di melma fognaria (emanava un odore fetido anche a distanza di cinque-sei metri !!) si gira, mi guarda, si toglie la mascherina e non parla. Solo allora rivedo nel suo viso i tratti di una persona molto nota; devo però concentrarmi per ricordare chi fosse. Dopo un po’ capisco e sobbalzo, si tratta nientemeno che di Antonio Squillante, il manager della Asl Sa. Stupore su stupore, min fissa e dice: “”Ma lei è il giornalista di Salerno, qualche volta leggo i suoi articoli, tutto mi sarei aspettato tranne che lei stamattina venisse fin qui””. Gli preciso subito che la mia presenza è assolutamente casuale perché ero diretto altrove; solo così si tranquillizza e fa <<Che cosa vuole, con i tempi che corrono e con la Guardia di Finanza sempre alle costole come se fossi un delinquente anziché il manager della Asl, e poi con questi magistrati che ci ritroviamo sempre pronti a notificare avvisi di garanzia anche se uno la mattina sbaglia l’entrata in ufficio o sbatte un po’ di più la porta …>>. Lo fermo, capisco che è molto arrabbiato per via di quell’avviso di garanzia che il pm Maria Carmela Polito, su segnalazione del capitano della GdF Giuseppe Ambrosone, poteva benissimo evitare; gli spiego che quell’avviso era quasi un atto dovuto ma Squillante non recepisce e parte di nuovo in quarta: <<Senta, mi va da dire qualche cosa, e le può anche scrivere; qui non funziona più niente e per evitare guai maggiori sono venuto di persona a scandagliare le fogne dell’ospedale di Eboli; eccomi in tuta e arnesi per ripulire tutto in modo che nessuno possa trovare ulteriori elementi di accusa; maledetto il giorno in cui ho accettato questo ruolo difficilissimo, Montemurro mi vuole incastrare per il presunto falso tesseramento del PdL, la Polito per lo sversamento di rifiuti medici nella fogna dell’ospedale, e chissà cosa altro saranno capaci di inventarsi pur di mettere le mani non tanto su di me ma sul partito che rappresento e sul suo indiscusso leader Edmondo Cirielli. Anche per questo, anche per lui, sono qui nelle vesti di operaio specializzato in rimozione di melma fognaria. Spero solo che vada tutto bene>>. Lo rincuoro e gli dico che ha fatto benissimo a dare ampia pubblicità all’avviso di garanzia notificatogli, così nessuno potrà inventare storielle occulte e molto dannose per l’immagine della sanità pubblica che lui, invece, sta cercando di risanare e di riorganizzare con molta tenacia e professionalità. Mi ringrazia ma lo vedo e lo sento molto sfiduciato. Ovviamente tutto quello che ho raccontato è soltanto frutto della mia fantasia; non sono stato ad Eboli, non ho visto quegli operai e non ho incontrato Squillante. Però, in questi giorni, ho molto riflettuto sull’opportunità di un avviso di garanzia che sembra lontano come la galassia Andromeda dai problemi reali della giustizia e soprattutto dal metro che la stessa dovrebbe sempre utilizzare nello scegliere gli obiettivi di illegalità da perseguire. Mi chiedo quale utilità possa avere un siffatto avviso di garanzia che anche un bambino giudicherebbe se non ridicolo almeno surreale. Possibile che basta un rapporto per notificare un avviso di garanzia e non sarebbe stato più normale aprire un fascicolo e svolgere alcune indagini preliminari senza necessità dell’avviso che è sempre un fatto eclatante, almeno per i media e per l’opinione pubblica. Mi chiedo perché perdere tempo inutile a rincorrere un manager ben sapendo che il caso si chiuderà da se e non andare, invece, alla ricerca delle reali ed evidenti responsabilità (personale di servizio, infermieri, medici, ecc.) di chi materialmente ha sversato rifiuti tossici nelle fogne, ammesso che siano stati sversati. Capisco la responsabilità oggettiva, ma il manager Squillante ha il suo ufficio a Salerno in un sito ben distante (sia operativamente che fisicamente !!) dall’ospedale di Eboli che, come molti altri plessi ospedalieri, è stato da anni e per anni una sorta di presidio autonomo e indipendente da tutto e da tutti. Dimenticavo di scrivere, in merito alla favola prima raccontata, che comunque il manager quella mattina (sempre nella fantasia) subito lasciò i panni di operaio e venne con me al bar per un rigenerante caffè; alla salute di tutti.

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