Caimangate/18: il Crescent come specchio di un Paese in confusione … altro che riforme !!

 


 

 Aldo Bianchini 

SALERNO – Quanto sta accadendo per la vicenda del Crescent è lo specchio perfettamente riflettente la situazione geo-politica di un Paese in completa confusione istituzionale e, quello che più conta, dal punto di vista degli ambiti di intervento tra i vari “poteri dello Stato”. Non c’è più un senso logico delle cose, non è possibile che a settant’anni e passa dalla caduta del totalitarismo fascista ci dobbiamo ancora rifugiare dietro il paravento-spauracchio della dittatura per giustificare il disordine e la confusione che, secondo la maggior parte dei costituzionalisti, sarebbero un ottimo argine contro la teoria dell’uomo solo al comando. La cosa più strana, per non dire ridicola, è che diversi soggetti istituzionali hanno la sfacciataggine di parlare di riforme per rilanciare il Paese verso la crescita. Da noi non sarà possibile alcuna riforma se la politica non decide di intervenire massicciamente e rapidamente per ridare ai vari poteri la loro naturale allocazione mettendo in campo rigidi paletti per non consentire la tracimazione dell’uno o dell’altro contro l’uno o l’altro. Se non si fa questo non si va da nessuna parte. Per rimanere in tema va subito detto che nella fattispecie in esame, cioè il Crescent, abbiamo assistito al valzer delle decisioni, l’una in contrasto con l’altra e tutte in palese contrasto con la logica che dovrebbe filosoficamente dominare la scena per segnare i confini tra i vari poteri. Qui, invece, il Comune pensa di aver ragione, il Tar crede fermamente nelle sue decisioni, il Consiglio di Stato ritiene il suo pronunciamento come una sorta di “extra-omnes”, il Soprintendente non si pronuncia e nessuno lo punisce severamente, i Comitati pensano e credono di avere tutte le ragioni da vendere e la Procura della Repubblica prosegue per la sua strada come se niente stesse accadendo nella società civile che abita fuori dai ristretti spazi giudiziari. Insomma, se questo non è un valzer ridicolo per far rimbalzare le responsabilità da una parte all’altra, ditemi che cosa è. Fece benissimo Vincenzo De Luca qualche settimana fa a pensare di rivolgere voti propiziatori addirittura alla Madonna di Pompei dove sarebbe disposto ad andare anche a piedi. Fa benissimo, oggi, De Luca ad andare avanti a testa bassa ed a premere il piede sull’acceleratore nonostante abbia alle spalle un “annus orribilis” e sparando paroloni come proiettili contro tutto e tutti. E nessuno reagisce perché, in definitiva, hanno tutti torto e meritano quei proiettili parlanti. In questo Paese, purtroppo, e non soltanto per il caso del Crescent si è passati maldestramente dalla libertà democratica al liberismo assoluto; quasi come ai tempi di Franceschiello quando comandava chi si alzava prima la mattina. Qualcuno ha scritto che “la sentenza rafforza l’inchiesta penale”, sarà e beato lui che crede alle favole; io non ci credo, anzi ritengo che le due cose siano su due piani completamente diversi e che le Procure italiane si fanno un baffo con i pronunciamenti del Consiglio di Stato, come pure della Cassazione, e continuano ad andare avanti per la loro strada con la certezza che il loro potere non può conoscere ostacoli e che nessuno, in questa situazione, oserà mai bacchettare o fermare una Procura, come invece dovrebbe accadere in uno stato civile e democratico. In altri Paesi, per esempio, quando si pronuncia la Suprema Corte il caso è chiuso e nessun procuratore si sognerà mai di riavviare le indagini partendo, semmai, da un altro filone. Ecco, se non riusciamo a far maturare questo tipo di cultura dell’ordine e del rispetto dei ruoli, ci troveremo sempre di fronte ad un modesto “maresciallo dei Carabinieri di un paese sperduto” (senza alcuna offesa per quel maresciallo !!) che dopo aver compilato e sottoscritto un verbale di interrogatorio pensa di avere stilato una sentenza definitiva. E come si fa in questo contesto a parlare di riforme ? Sono soltanto chiacchierifici (per dirla alla De Luca !!) che non daranno alcun risultato se prima non si delineano i confini tra i vari poteri dello Stato. Il dramma è che chiunque ci abbia provato ci ha rimesso le penne. In quest’ottica, mi dispiace contraddire il collega Andrea Manzi, Vincenzo De Luca non è un “leader inattuale”, anzi, se questo è il quadro sociale-politico-giudiziario, è un leader perfettamente attuale ed in linea con i tempi avendo ancora nella sua faretra molte frecce per il suo arco (come ho già scritto in una precedente puntata di Caimangate), ma di questo avremo tempo e modo di riparlarne perché anche le affermazioni di Manzi sulla informazione “acritica e prona” non mi convingono più di tanto proprio perché dette da uno che per anni ha avuto modo di gestire direttamente buona parte dell’informazione salernitana avendo anche le spalle ben coperte.

2 thoughts on “Caimangate/18: il Crescent come specchio di un Paese in confusione … altro che riforme !!

  1. Caro Direttore sono sempre piu’ convinto che i suoi editoriali sono gli unici a dare il senso giusto a quello che accade nella nostra città, e non solo. Complimenti.

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