Angellara Home/18: una croce lunga cinque anni … tra stampa irresponsabile e presbiteri infedeli !!

 


 

 Aldo Bianchini 

SALERNO – Continua il nostro viaggio attraverso le pagine del libro <<Una vicenda amara lunga cinque anni per servire la comunità>> scritto a due mani dall’arcivescovo emerito Mons. Gerardo Pierro e mai reso di dominio pubblico per “volere”, come dicevo nella precedente puntata di questa vicenda, dell’attuale arcivescovo Mons. Luigi Moretti. Nell’ultima puntata eravamo rimasti alle esternazioni (sempre scritte !!) di Mons. Pierro contro la stampa e i presbiteri. Secondo il presule: <<i giornalisti hanno il diritto-dovere di informare correttamente il pubblico, ma non hanno il diritto di calunniare le persone. Nell’esercizio della professione devono preoccuparsi della verità dei fatti tenendo conto con chi hanno a che fare. Come scrissi in “Salerno e l’Istituto delle Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori” alcuni pennivendoli salernitani fecero a gara, con cadenza quotidiana, a presentare al pubblico, ingannandolo, il “Villaggio San Giuseppe”, restaurato col contributo della Regione, come hotel a 5 stelle, a dispetto del “prioritario e insostituibile fine sociale e caritativo”>>. La pia illusione che promana dal “sermone dell’arcivescovo emerito” si infrange, però, contro un muro di gomma (quello dei giornalisti !!) che tutto respinge al mittente; un muro che è arrivato a sopportare anche le ingiurie del sindaco Vincenzo De Luca il quale spesso ha televisivamente accusato i giornalisti di “vendersi per una pizza e una birra”. Figurarsi quale impatto potrebbe avere una “pia e religiosamente educata esternazione” di Mons. Pierro. Il pezzo forte, però, è riservato ai “presbiteri infedeli” così descritti: <<Tre di essi, noti in città, in vacanza con alcuni laici in un camping di Paestum, alla notizia del sequestro del Villaggio, brindarono felici>>. Anche nella Chiesa, purtroppo, la botte dà il vino che ha. La maggioranza dei presbiteri brillò per sospetto e indifferenza come se il Villaggio fosse un fatto privato e non un’opera diocesana con finalità sociale e caritativa. Non mancarono, però, presbiteri attenti e responsabili che espressero vicinanza e solidarietà con la preghiera e la testimonianza. <<Anche all’interno dell’Istituto per il sostentamento per il clero ci fu un presbitero –rara avis !!- che si rese conto del complotto richiamando i membri del consiglio al senso di responsabilità. Non fu ascoltato. Anche la Congregazione per i vescovi ha avuto le sue responsabilità, sia perché accolse e diede ascolto ai ribaldi di turno, sia per non aver mai convocato vescovo e presbiteri indagati che avevano il diritto di essere ascoltati>>. Ma non finisce qui; addirittura si dice che qualche membro del vecchio consiglio di amministrazione dell’Istituto per il sostentamento per il clero si vantava di avere il numero del telefonino cellulare per poter raggiungere, in qualunque momento, il cardinale RE che l’ 11 settembre del 2010 si era recato (alla vigilia dell’ingresso in diocesi del nuovo arcivescovo, mons. Luigi Moretti) a Piano di Montoro (AV) per la festa patronale in onore di San Nicola da Tolentino. Perché proprio alla vigilia dell’arrivo a Salerno di mons. Moretti il potente cardinale, avversario dichiarato di mons. Gerardo Pierro, ritenne giusto e necessario recarsi in visita alla parrocchia di Piano di Montoro che, per chi non lo sapesse, rientra nella Diocesi salernitana e, quindi, sotto la tutela dell’arcivescovo metropolita di Salerno che in quel momento era ancora Mons. Pierro ? Sull’argomento si potrebbe scrivere di tutto e di più; la risposta più semplice è quella che accredita alla visita la specifica volontà del cardinale di delegittimare ancora di più l’arcivescovo uscente che non fu neppure avvisato di quella visita comunque molto importante. Sarebbe, comunque, interessante ascoltare le confidenze del parroco di Piano di Montoro sulle indiscrezioni, anche velenose e circostanziate, che circolarono intorno alla visita dell’alto porporato romano. Il cardinale RE non è un semplice cardinale che ha il suo peso specifico nella “curia romana”. Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi e Presidente emerito della Pontificia Commissione per l’America Latina, è nato a Borno (Brescia, Italia) il 30 gennaio 1934, è tuttora, anche dopo l’avvento di Papa Francesco, uno degli uomini più potenti della Chiesa. Fin dai tempi della stretta vicinanza operativa di Mons. Gerardo Pierro con il cardinale Stanislaw Dziwisz, segretario personale di Giovanni Paolo II fino alla sua morte nell’aprile 2005. Molto probabilmente quell’amicizia che portò mons. Pierro quasi sulla soglia cardinalizia e che produsse l’edificazione del Seminario intitolato al Papa ha, alla fine, scatenato le invidie di buona parte della “curia romana” contro il presule di Salerno che è stato lasciato letteralmente solo contro tutto e tutti; la morte del Papa fece poi il resto. Ah !! dimenticavo di parlare della passione del cardinale RE: la porchetta. Non perde mai occasione per mangiarla e, sempre stando ai si dice, la mangiò anche quando Mons. Pierro fu condannato in primo grado; la foto, del resto, è la testimonianza più eloquente.

One thought on “Angellara Home/18: una croce lunga cinque anni … tra stampa irresponsabile e presbiteri infedeli !!

  1. diciamola tutta: il presbitero era don Antonio Galderisi della parrocchia di santa maria a Mare, nono nuovo a leccate di piedi a Pierro. Caro direttore nei vari capitoli faccia nomi e cognomi che l’emerito ha saltato. non racconta però dei continui viaggi a Roma per portare i soldi al segretario del vescovo. dove prendeva dei soldi. non parla dei due appartamenti dati in cambio della costruzione del seminario dal costruttore nicodemi ed intestati ad un suo fedelissimo. prima di continuare nelle sue puntate provi a parlare con il sacerdote di Piano, ascolterá un’altra veritá, che non sia magari la reale, fatta di furti, magheggi, soprusi, ricatti etc… Mi fido di lei, l’apprezzo per la sua onesta intellettuale, ma se vuole continuare nel cammino, ascolti le altre campane. non sia mai le raccontino tutta un’altra veritá. a proposito ma nessuna le ha detto del consumo al villaggio di derrate alimentAri del banco alimentare poi fatturate come acquistate altrove?

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