Salernitana ora c’è bisogno di una rivoluzione

Fabio Gioia

Anno nuovo, vita vecchia. Com’era successo all’andata quando la Salernitana riuscì a rimontare lo 0-1 a firma di Miccoli, al ritorno è successo lo stesso, ma per il Lecce. Al goal di Perpetuini hanno risposto Vinetot al 31esimo e poi Bogliacino su punizione al 94esimo. Ma invece del rimpianto di aver perso una partita al quarto minuto di recupero, c’è la rabbia di aver tirato una sola volta in porta, e di essere stati in balia di un Lecce che ha tenuto in mano la partita per tutti i 90minuti, attaccando in continuazione e sfiorando la rete in svariate occasioni. Al triplice fischio finale Montervino e Perpetuini hanno ribadito che la squadra è unita e sta con Perrone, ma per quest’ultimo molto probabilmente, quella di Lecce è l’ultima partita sulla panchina della Salernitana. Al suo posto dovrebbe ritornare Sanderra, ma più dell’allenatore bisogna riformare la squadra. La difesa, levando Tuia che comunque è il migliore per la fase difensiva, fa acqua da tutte le parti, a centrocampo si salvano solo Perpetuini e Mancini, anche se ha giocato una partita di sacrificio, molte volte lontano dall’azione offensiva. Non si salvano assolutamente Foggia, che nonostante sia il top player della squadra, e in ogni partita dimostra la sua classe, non è decisivo nel gioco e non aiuta la squadra ha salire, ma solo, in alcune occasioni, a tenere palla. Ora i play off sono a 3 punti, e la prossima è di riposo, quindi il distacco potrebbe salire a 6. Ma almeno ci sono 2 settimane per decidere il futuro. Provare a costruire la squadra già per l’anno prossimo, oppure, cosa più ovvia che si potrebbe fare, si prova a costruire una squadra che provi ad entrare in serie B, dalla porta secondaria, cioè quella dei play off? A Lotito e Mezzaroma la risposta a questo quesito.

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