Angellara Home/19: tra turbolenze clericali e connivenze romane

Aldo Bianchini

SALERNO – Nella precedente puntata di questa storia ho parlato delle congiure e delle infedeltà dei presbiteri che unitamente alle rivelazioni di <<alcuni pennivendoli salernitani>> diedero la stura ad una miscela esplosiva che non poteva non colpire l’immaginazione anche della Procura della Repubblica di Salerno. Non renderei un buon servizio alla veridicità della storia che vi sto raccontando a puntate se non dicessi che <<tra quei pennivendoli salernitani c’ero anch’io>>, solo che io fortunatamente, nel momento in cui mi resi conto che le accuse sussurrate, quasi quotidianamente, non avevano alcun fondamento non solo probatorio ma anche logico, ovvero erano soltanto frutto di delazioni anonime, ho fermato la mia veemenza giornalistica che all’inizio era devastante. Questo non per controbattere il “buon Patrizio” ( splendidamente anonimo !!) che ha commentato il mio precedente articolo (a Patrizio risponderò nella prossima puntata) ma per ristabilire alcune verità. Dopo di che ho ricominciato, quindi, a rivedere tutta la storia, a rileggere gli atti e incrociare gli stessi per cercare di capire la verità, quella possibile, ovviamente. Perché, teniamolo tutti sempre ben presente, i processi si fanno sulle carte e non sulle chiacchiere o, peggio ancora, sulle supposizioni maligne. Prima di inoltrarmi nel racconto della turbolenze e delle connivenze mi sembra opportuno, però, ricordare a tutti alcune esternazioni di Mons. Gerardo Pierro passate anche attraverso YouTube nell’estate del 2012, subito dopo la sentenza del 18 luglio 2012 che, pur smantellando il castello accusatorio del pm Roberto Penna, ha condannato tre degli imputati (Pierro, Lanzara e Sullutrone) con pene ricomprese tra i dieci mesi ed un anno di reclusione (pene sospese, ovviamente !!). Ma le esternazioni che dovrebbero indurre a serie riflessioni quali sono ? L’ho già scritto in precedenza ma è giusto ripeterle a scanso di equivoci: <<Le parole che devono far riflettere sono quelle pronunciate in merito “ai dubbi sulla veloce concessione di tutti i permessi per la realizzazione del Porto Marina d’Arechi così vistosamente vicino all’Angellara Home ed alla colonia San Giuseppe, proprio mentre l’Angellara Home veniva posto sotto sequestro giudiziario”. Insomma se due più due fa sempre quattro le parole di don Gerardo non sono altro che un invito alla riflessione. Non ho pensato, non penso e  non penserò mai ad una “combine tra magistrati, comune di Salerno e imprenditori” in favore di una lobbie che tende a mettere le mani sul complesso edilizio (Villaggio San Giuseppe, spiaggia, Angellara Home, Istituto scolastico, parcheggi, ecc.) nell’ottica di una grande speculazione economico-imprenditoriale-turistica per consentire agli investitori privati del Porto Marina d’Arechi di accaparrarsi tutto il complesso a basso costo e rilanciarlo sul piano turistico ad altissimo livello. Le parole di Pierro, però, lanciano strali al curaro contro la musica inquietante, aggressiva e affaristica che spesso abbiamo visto verificarsi in passato. Non vorrei, però, neanche scoprire alcuna connessione tra il caso trattato dal pm napoletano Woodcock a carico di uno dei sostituti della Procura della Repubblica di Salerno (Vedasi il quotidiano Roma-Cronaca dell’epoca)  e il caso dell’Angellara Home. La cosa che più mi turba, e questo lo dico spesso, è come mai tutto il mondo giornalistico (così complesso, preparato e variegato) non ha avanzato alcuna riflessione sulle parole dell’ex arcivescovo>>. Ma anche la recente convenzione sottoscritta dal rettore Tommasetti e dall’arcivescovo Luigi Moretti, alla presenza del presidente del CONI Giovanni Malagò, per la gestione dell’impiantistica sportiva del Villaggio San Giuseppe al fine di consentire all’Università di proiettarsi verso il mare per implementare l’offerta formativa, potrebbe nascondere una manovra a largo raggio per dare pratica attuazione ai dubbi esternati, senza se e senza ma, dall’arcivescovo Pierro su YouTube. E’ vero che dalla scena della convenzione mancano gli altri due partner (Comune e Marina d’Arechi) senza i quali i dubbi di Pierro rimarranno sempre e solo dubbi, ma dalla vita (alludo a quella amministrativa !!) ci si può aspettare qualsiasi tipo di sorpresa. Perché, dunque, su queste affermazioni di Pierro e sui dubbi espressi nel corso di questa inchiesta giornalistica non interviene direttamente  il nuovo arcivescovo Mons. Luigi Moretti , con apposito decreto o bolla, a confermare la proprietà del complesso edilizio vincolandolo come un “bene inalienabile della Chiesa salernitana” che era esattamente quello che voleva il compianto arcivescovo Mons. Demetrio Moscato fin dal lontano 1944. Senza questo atto semplice ma pesantissimo tutte le ipotesi rimarranno in campo ed anche le “presunte insinuazioni” dell’ex arcivescovo (che ho fatto mie !!) suoneranno sempre più come un campanello d’allarme per l’intera comunità salernitana e per le coscienze di tutti gli uomini di potere. Se però anche i giornalisti, da oggi in poi, si allineeranno sulle posizioni degli investitori privati di Marina d’Arechi per sperare in “un posto al sole”, allora tutto sarà veramente perduto e don Gerardo e don Comincio avranno combattuto una battaglia già persa. Alla prossima.

One thought on “Angellara Home/19: tra turbolenze clericali e connivenze romane

  1. Gentile dott. Bianchini,

    quando scrive “pennivendoli” mostra troppa alterigia, che stona in una persona con la sua cultura, competenza ed esperienza. Penso che un po’ di umiltà qualificherebbe ancora di più la sua unicità.
    Accetti un consiglio lei, che ne dà tanti, per una volta!

    Con l’ ammirazione di sempre.

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