Il libro non muore

Barbara Filippone

 Facebook, questo mondo virtuale che divide le coscienze, questa vetrina attraverso la quale tutti diventiamo protagonisti di qualcosa anche solo attraverso i tanti “mi piace”, che oramai sembrano  far parte di una quotidianità globale; non ci sono pensieri, foto o stati d’animo, che non vengano condivisi… Condivisione parola strana e al quanto affascinante. Ho già parlato di questo tema e  se ci torno è unicamente per una ragione: mi rendo conto di quanta solitudine in realtà ci sia sotto i profili delle persone, quanta malinconia velata, e quanta ipocrisia possano celarsi dietro quelle foto profilo… perché alla fine Facebook è ciò che tentiamo di essere nella nostra vita: sentirsi importanti per qualcosa che pensiamo, facciamo, godere di un solo attimo di celebrità; far apparire non ciò che non siamo, ma semplicemente ciò che vorremmo essere. Naturalmente c’è tantissima gente che fa un utilizzo spropositato di Facebook, postando davvero tutta la propria vita su questa piattaforma… però fatta questa premessa dai toni negativi e pessimistici che doveva essere l’occhiello a questo articolo, devo raddrizzare il colpo e dire che qualche volta sulla piattaforma Facebook si trovano iniziative e progetti davvero interessanti, una di queste coinvolge il mondo della lettura. Un aspetto positivo che ho comunque scoperto è che i libri siano protagonisti di un interesse davvero globale; sembra quasi che mentre prima l’essere un assiduo lettore ti etichettasse in senso negativo, oggi è diventato davvero un pregio ostentare le proprie letture e parte del merito è da attribuire anche al fatto che gente che prima non si approcciava alla lettura perché vicina culturalmente a persone che non leggevano, grazie a Facebook diminuisce le distanze, e le innumerevoli iniziative delle comunità di lettori hanno il merito di avvicinare, per diversità e gusti, persone che culturalmente magari non avrebbero avuto modo di incrociarsi. Una delle iniziative e progetti che hanno contribuito a mettere un segno di spunta negli aspetti positivi di Facebook è stato il progetto di Bookasface. Mi sono innamorata di questa visione del lettore che lo rende creativo. «Nel momento in cui alzi un libro all’altezza degli occhi per leggerlo, chi ti sta davanti non vede più la tua faccia. Vede il corpo del libro: titolo, colori. La tua faccia è libro. Il libro che stai leggendo, quello che ami, quello che hai scritto, quello che avresti voluto scrivere, quello che hai letto e che non leggerai mai più, quello che raccomandi di leggere, quello che sconsigli di leggere», questo è ciò che rispondono i creatori di questo particolarissimo progetto, Matteo Adamoli (storyteller) e Francesco Arleo (concept writer)   che nel giugno 2013 insieme a  Paolo Camparin, il video maker, il grafico Valentino Aleo e Matteo Biasi, il web developer, sono stati fra i tre vincitori, su 10 finalisti, del  NIDI|TecNoFrontiere,  business plan competition promossa per il secondo anno da Basilicata Innovazione e Unioncamere Basilicata, competizione per un progetto innovativo. 

Ma la notizia non è questa perché chiaramente è dello scorso giugno, ma è l’interesse che può svilupparsi dietro un qualcosa che può rendere protagonista chiunque… il protagonismo di cui ho parlato all’inizio, la possibilità che altri possano vederti in qualcosa che tu ritieni importante;  infatti più di 27mila persone sono diventate creatrici di qualcosa. E il qualcosa è semplicemente rappresentato dalla possibilità di postare sui canali di Bookasface, la propria faccia coperta dal libro che stai leggendo, finendo per creare  delle vere e proprie opere d’arti. Ed il risultato è visibile a tutti: l’interesse mai morto nei confronti della lettura in un’epoca, quella fatta di tablet e applicazioni di lettori e-readers, che sembrava vincitore nei confronti del libro cartaceo. Per quanto mi riguarda, spesso ritrovandomi a recensire opere di scrittori esordienti, preferisco sempre leggere un libro sul quale scrivere appunti, e mettere un segnalibro. Adesso avrò un motivo in più per farlo, fare un bello scatto e postarlo nella community dei lettori creativi grazie a progetti come Bookasface che contribuiscono alla promozione della cultura.

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