Caimangate/24: la benzina è finita e l’incompatibilità la sottoscrive la storia !!

Aldo Bianchini

SALERNO – La farsa dell’incompatibilità continua, nonostante tutto. Il vice ministro senza deleghe continua a fare il sindaco e al tempo stesso il vice ministro senza deleghe, nonostante tutto. Il sindaco di Salerno continua a fare il vice ministro e continua a non chiedere le deleghe, conviene a tutti, nonostante tutto. Il caimano salernitano, Vincenzo De Luca, continua a fare il caimano, nonostante tutto. Il Comune di Salerno è al tracollo economico-finanziario ma continua a fare finta di niente, i revisori dei conti più perché impauriti che per dovere d’ufficio continuano  a relazionare che il bilancio non è in regola, la sparuta opposizione continua a chiedere le dimissioni di De Luca, la Corte dei Conti lancia i suoi primi strali contro sindaco – funzionari – impiegati e convenzionati, la Procura della Repubblica blocca e sequestra il più grande lavoro pubblico di tutti i tempi (forse a livello planetario !! come dice De Luca), vigorose spallate arrivano dall’affaire del crac Amato, il nipote del cavaliere della pasta Peppino Amato junior confessa relazioni pericolose ed al limite del codice penale, il Tar afferma che l’incompatibilità tra le due cariche è palese, il Prefetto che “non brilla per decisionismo ed incisività” (fonte Roberto Celano, ndr !!) i consiglieri comunali di maggioranza fuggono dall’aula per far cadere il numero legale e per non discutere il punto dell’incompatibilità (addirittura uno dei consiglieri per la fretta di scappare, uscendo carponi, sbatte la faccia contro il piedistallo di una statua e si infortuna); ma nonostante tutto questo ed altro ancora in città si respira una certa aria di incomprensibile distanza tra tutte queste cose (mai accadute a Salerno, nemmeno ai tempi di tangentopoli, ed è quanto dire !!) e “il caimano”; ovvero la gente qualunque è ancora in buona maggioranza schierata con colui che in venti anni ha incarnato alla perfezione tutte le frustrazioni e le rivendicazioni dei primi quarantaquattro anni della cosiddetta prima repubblica. Il problema non è nel fatto che la gente comune lo stia ancora a sentire rimanendone incantata, il problema è che anche la stragrande maggioranza dei giudici (lo si è visto nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2014) lo ascolta e crede nelle sue megaballe sparate con una grande capacità comunicazionale che nessuno prima di lui ha avuto. Per De Luca, insomma, inaugurare uno scalino della costruenda cittadella giudiziaria è pari all’annuncio dei 27 milioni di euro che dovrebbero essere stanziati tra diciotto mesi (avete letto bene, diciotto mesi !!) al fine di completare la predetta cittadella. Come dire che per Vincenzo De Luca non conta più nulla, si ritiene il più grande di sempre e, quindi, di tutti. Per carità, probabilmente è proprio così (anche se io non ci credo), ma c’è un limite a tutto, nonostante tutto. Ecco perché mi sento di affermare che per decretare la sua incompatibilità o da viceministro o da sindaco non serve a niente la sentenza del Tar, non serve a niente l’ira del ministro Lupi, non serve a niente l’attendismo di Enrico Letta, non servono a niente le false promesse di Matteo Renzi, non serve a niente il sequestro del Crescent, non serve a niente lo scandalo Amato, non servono a niente gli strali della Corte dei Conti, non serve a niente l’opposizione, perché qui, per l’inquietante caso De Luca (unico nel suo genere !!), un solo paletto può fermarlo decisamente e definitivamente: la storia della democrazia. E’ la storia, appunto, che boccia Vincenzo De Luca inesorabilmente; o meglio è la democrazia della storia che può fermarlo e lo fermerà nella irrefrenabile apologia di se stesso. Non è possibile che un personaggio dopo oltre vent’anni continui a dominare, da solo, una città capoluogo di provincia senza che nessuno si accorga che ormai la storia della stessa città si è fermata e rischia di essere stravolta, anche urbanisticamente, da “un uomo solo al comando”. Fa bene, probabilmente, Vincenzo De Luca a non arrendersi di fronte a nessuno degli ostacoli sopra enunciati, tutti interessati e di parte; dovrebbe, però capire da solo che la storia e la democrazia sono contro di lui e che contro la storia e la democrazia è molto difficile combattere ed è impossibile vincere. “La storia di Vincenzo De Luca rispetto a questa Città, nata malissimo la sera del 22 maggio 1993, si è fermata il 10 dicembre 2001, il giorno del mancato “confronto all’americana” tra il compianto prof. Franco Amatucci (deceduto per infarto il giorno 9 dicembre 2001) e Vincenzo De Luca dinanzi al pm Filippo Spiezia per la questione di Salerno Sistemi; quel giorno, forse, avremmo avuto un nuovo inizio. Tutto il resto è aria fritta.””. Questa la dichiarazione lapidaria e senza appello dell’avvocato Salvatore Memoli, consigliere provinciale in carica; una dichiarazione che può essere messa in discussione soltanto da chi non conosce i personaggi, i fatti e le circostanze che portarono a quel confronto che, purtroppo, non ci fu. Anche in questo gli uomini di potere si distinguono in fortunati e sfortunati. Ma adesso i tanti paletti fortunati che hanno contraddistinto il lungo cammino di De Luca sembrano scomparire l’uno dopo l’altro perché, molto verosimilmente, è la storia che gli ha girato le spalle

One thought on “Caimangate/24: la benzina è finita e l’incompatibilità la sottoscrive la storia !!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *