Baglioni all’Ariston: più grigio ma non domo.

Barbara Filippone

SAN REMO – Il privilegio di poter scrivere, è in questi momenti che mi fa sentire speciale, perché ho semplicemente la possibilità di poter dire la mia su qualcosa che mi sta veramente a cuore e questo qualcosa ha un nome: Claudio Baglioni.

“A riscoprirmi uomo, io sempre lo stesso più grigio ma non domo, siamo tutti dentro la storia tardi o presto e io sono qui…” così canta Claudio nella sua celebre Io sono qui e ho volutamente aspettato stamattina per scrivere questo pezzo per leggere la rassegna stampa; da un lato, su facebook per esempio, la rassegna stampa del popolo per eccellenza, gli eterni innamorati di Claudio che lo osannano (tra i quali io…) e dall’altra il popolo che lo critica aspramente: afono, stonato, ma perché non si ritira, ecc… Ieri sera infatti alla kermesse della musica italiana, Sanremo 2014, si è esibito un Baglioni grande…e sì, non sono di parte, lui che ha sempre una parola buona per tutti, che difficilmente non concede un sorriso o una stretta di mano, lui che si mette in gioco continuamente non volendosi mai fermare. L’esibizione all’Ariston criticata e osannata a Sanremo  ha conquistato 7.711.000 spettatori pari al 33.95% nella prima parte della serata; adesso non è importante Sanremo, non voglio parlarne, ma bensì il messaggio e l’emozione che Claudio Baglioni ha voluto regalare su quel palco: “L’onestà fa paura alla gente” così racconta le parole di suo padre facendo un passo indietro nel tempo, a quel primo concorso a cui partecipò ancora adolescente a San Felice da Cantalice, in quell’Italia che si stava risollevando, e insomma il pensiero va invece ad un oggi in cui la complicità di tutti nel non essere del tutto onesti, dovrebbe semplicemente farci fermare a riflettere che se ciascuno di noi pensasse di far parte di un cantiere, pensasse di poter ricostruire qualcosa, nel mettere una cosa sopra l’altra, forse anche questa volta potremmo risollevarci e la musica diventa strumento di un percorso della memoria. Non è un caso che Baglioni faccia di queste riflessioni ad alta voce perché sa di essere un privilegiato nel fare ciò che più ama, e queste sue uscite sono sempre apprezzate e apprezzabili, perché traspare la sua sensibilità e voglia di non fermarsi… Soffermata a cantare questo suo percorso storico, da “Questo piccolo grande amore”, “E Tu”, “Strada facendo”, “Avrai”, “Mille giorni di te e di me” in successione cronologia corretta, insieme a mia figlia che ha soltanto 14 anni, in cui il tempo fra me e lei sembra essersi fermato, mi rendo conto buttando un occhio ai giovani, e guardando oltre, che questa stessa intraprendenza, che nutre ancora lo spirito di un 63enne, quale è Baglioni, questa voglia semplicemente di viverla questa vita,  manchi ai giovani e ne ho la conferma leggendo commenti di giovani donne adolescenti, che dovrebbero avere tutto il mondo fra le mani, e che in realtà stringono fra le mani la consapevolezza che la vita è piena di ostacoli e si rendono conto che il maggiore ostacolo è rappresentato da loro stesse e non reagiscono…anzi delle volte reagiscono nella maniera sbagliata.  Claudio che fa uso del web, e che ha scoperto l’importanza di questo straordinario strumento del mondo virtuale, lascia spazio spesso a delle riflessioni e la ricostruzione di cui parla è qualcosa che non deve essere un fatto individuale e solitario o dettata dal proprio tornaconto, bensì una ricostruzione collettiva in cui ognuno è chiamato a fare una parte, semplicemente la propria parte, mettendosi in gioco con la propria energia e i propri sogni. Non abbondoniamo i nostri sogni e viviamola a mille questa vita!  Grazie Claudio.

 

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