Comunità Montane: sceneggiata all’italiana

Aldo Bianchini

SAN PIETRO al TANAGRO – La sera di venerdì 21 febbraio 2014 nel prestigioso palazzo municipale di San Pietro al Tanagro ho assistito ad un interessante dibattito sulla <<Riforma delle Comunità Montane in Unioni Montane dei Comuni, riordino ordina mentale, territoriale e funzionale>>. Un dibattito a più voci e con ben tre presidenti di commissioni consiliari permanenti incardinate presso la Regione Campania. Gli on.li Giovanni Baldi, Pietro Foglia e Donato Pica, presidenti di tre diverse commissioni, hanno ribadito l’esigenza di continuare a tenere in vita le Comunità Montane, semmai trasformandole in “Unioni Montane”, al fine di garantire tutti quei servizi che oggi sono gestiti dalle Province e che, per via della loro soppressione, tra poco dovranno forzatamente essere assegnati ai vari Comuni e in parte alla Regione. Secondo i tre consiglieri regionali alcuni servizi oggi in carico alle Province potranno facilmente essere decentrati e distribuiti in capo alle diverse Comunità Montane per una migliore e più efficace redditività dei servizi, non esclusi quelli che già per legge dovranno essere unificati tra i vari comuni con meno di cinquemila abitanti. Importante anche l’intervento del presidente della comunità montana Vallo-Tanagro, Raffaele Accetta, e del sindaco di San Pietro Domenico Quaranta. L’incontro è stato organizzato da Giovanni Graziano, presidente dell’associazione “San Pietro”. Ma ritorniamo subito all’inizio e, soprattutto, al titolo di questo scritto. Perché, dunque, accostare le Comunità Montane alla più classica delle sceneggiate all’italiana. La spiegazione è semplice, perché nel bel mezzo della discussione sulla <<riforma delle comunità montane in unioni montane dei comuni>> ecco spuntare il solito scienziato, ben nascosto nei meandri e nelle pieghe del potere politico-amministrativo, inserisce nella proposta di legge di riordino degli Enti Locali un articoletto (il n. 37) che di colpo “cancella tutte le comunità montane della regione Campania”. Incredibile ma vero, un nominato o più nominati che nulla conoscono della realtà territoriale, soprattutto montana, mentre il Paese sta per licenziare il famoso “decreto Del Rio” che prevede la sopravvivenza delle Comunità Montane (semmai trasformate in Unioni Montane), mentre stanno per essere abolite le Province, cerca o cercano di piazzare il colpo a sorpresa per spiazzare e sbandare tutti: Comunità Montane out con un solo colpo di spugna. Se non si trattasse di una sceneggiata, alle quali purtroppo siamo da troppo tempo abituati, dovremmo pensare soltanto ad un colpo di testa di qualcuno che è andato letteralmente fuori di testa. Ma come si può immaginare la cancellazione tout-court delle Comunità Montane proprio mentre lentamente stanno per scomparire le province; evidentemente chi ha pensato a qualcosa del genere non si rende conto del disastro che una simile decisione provocherebbe in tutta la Regione Campania. Le Comunità Montane sono quelle entità sicuramente radicate sul territorio e che meglio di tutte le altre istituzioni conoscono ed hanno un rapporto diretto con il territorio montano di competenza. Certo anche nelle C.M. ci sono stati in passato degli sprechi e se solo si pensa alle C.M. in riva al mare vengono i brividi; ma un fatto è pensare seriamente a riordinarle ed a renderle più efficienti, altro conto sarebbe cancellarle con un colpo di spugna. E’ vero che le C.M. sono state per decenni dei veri e propri “postifici politici” e che adesso ci si ritrova con realtà territoriali piene all’inverosimile di lavoratori che probabilmente non hanno mai lavorato o che non hanno mai capito cosa realmente fare in quel posto di lavoro. Di certo, però, non è colpa dei predetti lavoratori che, oggi come oggi, meritano rispetto per le loro singole dignità. Bisognerà pensare, quindi, ad una sana redistribuzione delle risorse umane all’interno delle stesse C.M. per non rischiare il mancato pagamento delle spettanze mensili, come già successo in un recentissimo passato. Sarà un compito difficilissimo, questo Paese non è abituato alla meritocrazia, i sindacati e la politica lo hanno sfasciato proprio negli anni del cosiddetto “miracolo economico” con la non democratica e comunista “perequazione” (tutto uguale per tutti al di là dei meriti !!) che forse andava bene per uscire dall’oscurantismo della Fiat di Valletta e che sicuramente è una iattura al giorno d’oggi dove tutti siamo chiamati almeno ad un confronto europeo per non dire globale. Ma questi sono discorsi che ci porterebbero molto lontani da quanto accaduto l’altra sera a San Pietro al Tanagro dove tre valenti consiglieri regionali (Baldi, Foglia e Pica) hanno fatto la voce grossa in difesa delle Comunità Montane e di riflesso per i tanti lavoratori in attesa di capire quale sarà il loro destino nell’immediato futuro. Tutti e tre, in rappresentanza della maggioranza e della minoranza consiliare, hanno garantito che la giunta Caldoro dovrà forzatamente ritirare e cancellare l’ipotizzato provvedimento di cancellazione delle Comunità Montane.

One thought on “Comunità Montane: sceneggiata all’italiana

  1. Caro Aldo ma di che cosa stiamo parlando : Son trascorsi più di quattro anni , siamo ormai alle prossime elezioni regionali , e si permettono ancora di andare in giro e prendere per ………. migliaia di lavoratori.
    Sceneggiate siamo abituati tu dici, ma questa è una sceneggiata sulla pelle dei lavoratori idraulici forestali e delle loro famiglie.
    Caro Aldo alla prossima.
    Antonio

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