Vassallo/23: ma chi è Bruno Humberto Damiani ? Dario Vassallo accusa …

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Innanzitutto dovremmo chiarirci bene le idee su come realmente si chiama Damiani, ovvero se Huberto o Humberto. Perché la stessa stampa locale dà entrambe le versioni del cosiddetto nome di battesimo de “il brasiliano”. Ma questo è poco importante rispetto alla domanda contenuta nel titolo: <<Ma chi è Bruno Damiani ?>>. Damiani è probabilmente un spacciatore di piccolo calibro che, non avendo nel suo dna le potenzialità di un vero criminale, è sempre rimasto ai bordi del “grande affare della droga”, altro che spaccio e commercio internazionale. Le leggende metropolitane cucite addosso a Damiani lasciano il tempo che trovano; è un giovane che, cresciuto negli agi di una famiglia mista italo-brasiliana, non ha mai seriamente pensato al suo futuro ed è stato presto attratto dalla bella vita tra il Brasile (la mamma è di quelle parti) e l’Italia. Tutto qui. Credere poi nella versione di un soggetto propenso a <<… minacciare i propri clienti obbligandoli ad acquistare droga perchè gli servivano i soldi per pagare l’avvocato ovvero aggredire e intimidire altri spacciatori sul territorio e creare un clima di assoggettamento ed omertà sia negli acquirenti  che negli altri spacciatori …>> (fonte Il Mattino del 20.02.14) è una cosa davvero risibile. Qui si sta cercando di creare, anche soltanto mediaticamente, un personaggio criminale dall’alto profilo e dalle potenzialità intimidatorie incredibili;  davvero incredibile se si pensa soltanto al fatto che la sera del 13 agosto del 2010 lo stesso soggetto ad alto profilo criminale è stato preso a “calci in culo” in pubblica piazza dal cosiddetto sindaco pescatore Angelo Vassallo. Un criminale, lasciatemela dire tutta, non si lascia sicuramente e facilmente prendere a calci in culo e se davvero fosse stato un criminale incallito anche Angelo Vassallo si sarebbe ben guardato dal prenderlo a calci, a meno di non pensare che il sindaco fosse uno partito di mente. Dato che così non è, se si fosse trattato di un vero criminale il sindaco avrebbe certamente chiesto la collaborazione delle forze dell’ordine (in quei giorni era presente ad Acciaroli un colonnello dei Carabinieri) o dello stesso suo amico pm Alfredo Greco che spesso soggiorna ad Acciaroli. Angelo Vassallo non ha fatto niente di tutto ciò perché riteneva fortemente di poter risolvere la questioncella da solo. Che poi ci abbia rimesso le penne è altra storia che non esclude comunque una qualche responsabilità diretta o indiretta di Damiani. La collega Petronilla Carillo, de Il Mattino, nel suo articolo del 20 febbraio, una giusta domanda la pone; per allargare il suo orizzonte dovrebbe, però, andare a leggersi il mio articolo (Vassallo n. 22, scritto la sera del 19 febbraio e pubblicato alle ore 00.01 del 20 successivo, ovviamente sempre e soltanto su questo giornale online). Tre i motivi fondamentali della sua fuga: 1) sorpresa per il delitto che poteva ricadere su di lui; 2) testimone oculare o indiretto; 3) autore materiale del delitto stesso. Per la prima volta dal 2010 sono, invece, perfettamente in linea con l’iniziativa del fratello Dario Vassallo che vorrebbe dal neo presidente del consiglio Matteo Renzi la nomina di una “commissione d’inchiesta politica” (negatagli da Bersani) su chi ha sbarrato la strada al fratello verso orizzonti più alti nella politica nazionale. Abbastanza scorretta ed inquietante, invece, l’allusione di Dario, sempre nella dichiarazione pubblicata da Il Mattino a <<… famiglie dove il padre   vuole il figlio onorevole o chiede incarichi per altri suoi parenti …>>; famiglie che, sempre secondo Dario Vassallo, avrebbero bloccato da decenni lo sviluppo del territorio comprensoriale ed avrebbero distrutto il Cilento sotto gli occhi di tutti. La famiglia direttamente interessata dalle parole di Vassallo, quella dell’on. Antonio Valiante, (Il Mattino del 22.02.14) ha già risposto duramente ed ha minacciato relative querele; ma di questo ne parlerò nella prossima puntata. Condivido, infine, l’altro passaggio della dichiarazione di Dario che mi sembra davvero importante: <<Bruno Damiani è solo una pedina utile per scardinare l’omertà di questo territorio>>. La ripartenza delle indagini è davvero significativa, l’abnegazione e la perseveranza del magistrato Rosa Volpe altrettanto. Vedremo Bruno Damiani al suo arrivo, se arriverà, cosa dirà.

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