E’ Pasqua, i macigni rotolano!

don Alfonso D’Alessio

Il terremoto fa paura, crea devastazione e sofferenza, impoverisce tutti. Come non averne paura? Tentare di prevenirlo o di vanificare la potenza distruttiva è un dovere. Eppure nella storia c’è stato una sorta di sisma che ha cambiato la geografia non solo del luogo dove è stato avvertito, ma del mondo intero e dell’umanità tutta. È il “terremoto” della Resurrezione del Signore Gesù Cristo. La forza della vita che vince la morte, il fulgore della luce che squarcia le tenebre, la potenza che si sprigiona facendo rotolare il macigno davanti al sepolcro, sono state tutte caratteristiche di uno scossone salvifico. Pasqua è la festa dei macigni rotolati amava ripetere il vescovo, servo di Dio, Tonino Bello. Quanti macigni, immaginati o reali, pesano nella nostra vita! Dalla solitudine esistenziale nella quale ci cacciamo quando continuiamo ad illuderci che potremmo tentare di vivere senza rapporto con Dio, contando solo sulle nostre deboli forze, alla sempre maggiore scarsità economica che, in diversa misura, colpisce tutti. Dalla cagionevolezza della salute fiaccata dalla resistenza, purtroppo non sempre efficace, contro malattie provocate dall’incuria per l’ambiente nel quale abitiamo, inquinato e sfregiato, alla tristezza indossata come abito quotidiano, quasi soggiornassimo in una quaresima permanente priva dell’orizzonte pasquale. Ebbene, queste pietre interposte tra noi e Cristo con la pasqua rotolano via. A beneficiarne è la nostra esistenza, siamo posti con certezza su un nuovo binario che conduce alla realizzazione, alla liberazione definitiva dalla schiavitù del peccato e alla salvezza eterna. Secondo il vangelo di Giovanni è Maria di Magdala ad incontrare Gesù, vivo, all’alba del giorno dopo il sabato. Un momento di intensità indescrivibile, tuttavia raccontato nei secoli da tantissimi artisti e facilmente immaginabile da tutti. Le mani protese cercano di toccare il Risorto e trattenerlo, ma è proprio tornando al Padre che Gesù assicura la presenza nella storia contemporanea. Le nostre braccia stese, dopo il rotolamento dei macigni, sono afferrate dalla Sue, non siamo più soli e le sofferenze insieme alle gioie sono condivise. Non molliamole più. Buona Pasqua!

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