Padula/3-Kramer contro Kramer: giustizia o complotto ?


Aldo Bianchini

PADULA – Alla puntata precedente, in merito al PRG, va aggiunta una cosa importante per quanto attiene il cambio di destinazione d’uso dei terreni da agricoli a commerciali. In effetti l’A.C. guidata da Giovanni Alliegro nel 2004 ottiene anche un altro successo in fatto di metraggio di distanza dalla nazionale: tutti i terreni nel giro di 100 mt. dalla SS.18 possono usufruire di questa secca agevolazione. Come ho già detto in precedenza questa conquista dinanzi alla regione diventa per Padula un sicuro volano di sviluppo e di crescita in termini non facilmente valutabili anche per le future generazioni. Solo per fare un esempio pensate al fatto che Teggiano (un altro comune con vari attrattori storico-turistici) non ha ancora un PRG o qualcosa che gli rassomigli. Subito piovono al Comune le richieste più disparate da parte di tutti i proprietari dei siti che fiancheggiano la nazionale per svariati chilometri di percorso lineare; un gran da fare, quindi, per l’ufficio tecnico e per il Suap. L’edilizia, ovviamente, non è una scienza esatta e tutte le pratiche vengono esaminate con la stessa lente di ingrandimento, tranne una, forse. Anche per i vari uffici tecnici privati della zona il lavoro aumenta a dismisura grazie agli effetti dell’approvazione definitiva in regione del PRG comunale; ed ogni ufficio tecnico consiglia, probabilmente, per il meglio i propri assistiti nella complessa e delicata gestione delle rispettive pratiche dirette all’ottenimento del permesso a costruire nuovi insediamenti produttivi e/o ad ampliare quelli già esistenti. Nella precedente puntata dimenticavo di dire che naturalmente ogni pratica per essere legittimamente definita ed approvata occorreva che avesse il N.O. della Soprintendenza di Salerno; all’epoca dei fatti che sto raccontando il tecnico della Soprintendenza responsabile del distretto del Vallo di Diano era l’ingegnere Gennaro Miccio che, guarda caso, oggi è il soprintendente. Ricordate che ho poco sopra scritto che l’edilizia non è una scienza esatta e che ogni pratica, gioco forza, deve essere esaminata come se fosse un prg a parte, tanto è complessa la materia urbanistica nella sua vastità di regole che spesso si contraddicono. A questo punto e su tutto questo si innesta la vicenda VEMATEL il cui titolare (Vincenzo Sanseviero) chiede ed ottiene innanzitutto il cambio di destinazione d’uso del proprio sito (nei pressi dello svincolo autostradale di Buonabitacolo) sul quale intende costruire e/o ampliare la struttura già esistente per adeguarla alle nuove necessità imprenditoriali e produttive. Chiede al Comune le necessarie autorizzazioni e il SUAP, in variante urbanistica al piano regolatore generale, aderisce alle richieste, ma inaspettata arriva la prima bocciatura da parte della Soprintendenza (responsabile dell’atto l’ing. Miccio) che prescrive l’abbassamento dell’altezza complessiva anche a causa della vicinanza della struttura al torrente Imperatore. Nella pace totale la Vematel adotta le prescrizioni e ripropone la pratica alla Soprintendenza che la boccia di nuovo. Come dire che Miccio era anche più duro della stessa Scirè che tanto ha fatto tremare gli imprenditori-investitori del Vallo di Diano nel periodo immediatamente successivo a Miccio; adesso si spiega perché l’attuale Soprintendente non ha dato mai corso alla lettera di protesta firmata circa tre anni fa da una ventina di sindaci del Vallo contro quello che gli stessi definivano lo strapotere della Scirè in danno della crescita del territorio. Si spiega col fatto che Miccio quando faceva il responsabile di distretto adottava, giustamente, la stessa metodologia della Scirè, per buona pace di tutti. Ma, per non divagare troppo, ritorniamo alla vicenda della quale mi sto occupando; dunque la Soprintendenza boccia di nuovo imponendo altre prescrizioni che, questa volta, incominciano a stare strette alla richiedente Vematel. Avverso il provvedimento di rigetto della Soprintendenza viene interposto ricorso al TAR, poi al Consiglio di Stato e, infine, di nuovo al Tar che con una sentenza molto discutibile sul piano interpretativo sembra dar ragione alla Vematel anche perché dispone che il Comune (e per esso il Suap) provveda a rideterminare le autorizzazioni. Ma è passato del tempo, molto tempo, dal momento della prima richiesta effettuata sull’onda pacifica del PRG originale approvato dalla Regione; arrivano anche le elezioni (quelle del 2011), saltano alcuni incarichi negli uffici tecnici e nel Suap che in parte poi vengono restituiti ai legittimi detentori. Il tempo, altro tempo, però passa unitamente ai tanti soldi che la Vematel è costretta a sborsare per avvocati, ricorsi, denunce, cambio di avvocati amministrati visti (mano a mano scaduti nella fiducia di Sanseviero), ecc. Per tutte queste ragioni la Conferenza dei Servizi per la discussione della pratica Vematel non viene fissata o, in verità, viene fissata con largo ritardo, quando ormai sulla scena è intervenuta una nuova legge regionale che cambia i parametri di giudizio per adeguarli e standardizzarli con quelli nazionali -7 settembre 2010, n. 160 (GU n.229 – 30/09/2010, SO n. 227) REGOLAMENTO PER LA SEMPLIFICAZIONE ED IL RIORDINO DELLA DISCIPLINA SULLO SPORTELLO UNICO PER LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE, AI SENSI DELL’ARTICOLO 38, COMMA 3, DEL DECRETO-LEGGE 25 GIUGNO 2008, N. 112, CONVERTITO, CON MODIFICAZIONI, DALLA LEGGE 6 AGOSTO 2008, N. 133>>. Insomma come dire che mentre per gli altri si è proceduto con le vecchie regole per la Vematel valgono quelle nuove divenute, nel frattempo, disposizioni nazionali. E qui accade il fatto nuovo che determina anche la notifica degli <

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