Porto: la Maersk … dall’Alabama a Salerno

Aldo Bianchini

SALERNO – L’incontro tecnico prima e il prossimo arrivo  della nave portaconteiners  della Maersk-Seago nel porto di Salerno, anche se solo in viaggio esplorativo, non sono stati molto amplificati dalla stampa locale che ha preferito il blocco dei lavori di Porta Ovest ovvero la presentazione del nuovo plastico del Crescent. Quello della Maersk è, invece, uno dei punti di forza della strategia operativa messa in campo da Andrea Annunziata, presidente dell’Autorità Portuale, e finalizzata alla conquista di un valore aggiunto nel discorso, tutto politico, dell’accorpamento del porto di Salerno a quello di Napoli.  Solo per ricordare cos’è la Maersk in campo mondiale è sufficiente andare a vedere il film <<Captain Phillips – Attacco in mare aperto>> del 2011 con protagonista Tom Hanks. L’azione di pirateria somala contro la nave portaconteiners “Alabama” della Maersk,  che segnò anche la prima vera crisi del governo Obama, da l’esatta dimensione di come quell’episodio cambiò radicalmente la politica americana in fatto di pirateria e di aiuti umanitari che da quel momento (era l’aprile del 2009) è divenuta attiva e vincente su tutti e sette i mari del mondo. Se si collegano i fatti si riesce, quindi, a capire come l’azione strategica di Andrea Annunziata sia andata ad infilarsi, in senso molto positivo, in un contesto mondiale assolutamente inimmaginabile appena qualche anno fa per la portualità salernitana ed italiana più in generale. Riuscire a suscitare l’interesse verso il porto di Salerno della più grande compagnia del mondo in fatto di trasporti commerciali navali (la Maersk è dotata di una flotta  da fare invidia a tutti !!) è il segnale del <<valore aggiunto>> che Annunziata porta con se e con la sua strategia pianificata. A questo punto anche la politica più scellerata non può non tener conto di quanto messo a segno dal presidente Annunziata nella valutazione di merito per l’affidamento della guida della grande portualità congiunta Napoli-Salerno. Ho utilizzato il termine congiunto perché dalle indiscrezioni ministeriali sembra che non si parli più di <<accorpamento>> di Salerno a Napoli ma di una <<saldatura>> tra le due portualità che è cosa ben diversa dall’accorpamento bello e buono. Bene ha fatto il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, nel suo ultimo viaggio a Roma a perorare la causa del porto di Salerno rispetto a quello di Napoli, ma deve andare oltre e puntare decisamente sulle capacità professionali (manageriali ed organizzative) del presidente Annunziata. Come a dire che potremmo anche accettare la saldatura tra Salerno e Napoli a patto che alla guida di questo maxi porto mediterraneo ci vada un uomo che abbia già dato precise e costanti prove di capacità in un settore delicatissimo come quello dei trasporti marittimi e non solo. Un manager che, probabilmente, è stato trovato per caso dalla politica locale e che venne fuori dalla furiosa estate del 2008 quando per individuare il successore di Fulvio Bonavitacola la stessa politica ne combinò di cotte e di crude. Ora quell’uomo c’è ed è spendibile sul piano nazionale, anche perché Annunziata ha la pragmaticità del tecnico ma anche la sensibilità del politico, sa ascoltare ma sa anche decidere da solo. Per questi motivi la sua azione si affianca in maniera ideale a quella di Vincenzo De Luca pur rimanendo, Annunziata, una persona che manifesta sensibilità anche diverse nell’ambito di uno stesso progetto teso al bene della collettività salernitana. E’ proprio su questo aspetto che De Luca dovrà puntare, anche per altri ruoli, per salvare il Porto, il Comune e quanto ha, comunque, costruito in questi venti anni di potere assoluto. La storia ci insegna che <<chi ha ruoli di governo deve saper pensare anche a chi la pensa diversamente da sé>>.

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