La complessità del rapporto tra esseri viventi e clima è un dilemma per la ricerca scientifica. Un interrogativo che supera, molto spesso, il semplice nesso di causalità. La natura ha la plasticità, l’energia dei corpi viventi. Concorre con le sue caratteristiche a definire il significato biologico, la risonanza biologico-umorale e per intera l’ identità degli esseri viventi, specularmente l’uomo è parte integrante, tessuto di natura e con essa interagisce influenzandone caratteristiche e vita.
Le variazioni climatiche hanno avuto da sempre un ruolo di estrema importanza nella storia dell’umanità. Nel XV e XVII secolo le eruzioni vulcaniche in Europa e nel Nord America causarono un periodo di glaciazione. Intere popolazione migrarono da territori sterili e senza frutto per sfuggire alla morte per fame e malattia. Avvenne un processo di migrazione delle popolazioni rurali verso le città alla ricerca di una migliore condizione di vita. E la città creata come un sistema di sicurezze divenne essa stessa una trappola mortale a causa del sovraffollamento, delle precarie condizioni igieniche, dei disordini sociali e dei focolaio di epidemie.
Sono in atto, ai giorni nostri, variazioni climatiche significative e a tratti imprevedibili dovute a particolari condizioni astronomiche e astrofisiche, per’altro, non nuove al nostro pianeta. Ma occorre aggiungere che a differenza del passato è compartecipe in maniera prepotente a determinarle l’uomo, divenuto con le sue attività una forza in grado di incidere e modificare il clima.
Il nostro pianeta può essere considerato un organismo vivente con un suo patrimonio immunitario in grado di intervenire e ricucire le ferite alle quali va incontro. Una capacità rigenerativa sempre più in crisi a causa dello sfruttamento indiscriminato delle risorse indispensabili alla sua sopravvivenza. La graduale deforestazione, la perdita dei grossi polmoni boschivi, la cementificazione, la distruzione della barriera corallina impediscono alla Terra di ristabilire un efficace equilibrio rigenerando quanto perduto o parzialmente danneggiato. Perseguiamo un modello di sviluppo drogato che va distruggendo in nome di un effimero benessere il fragile equilibrio climatico fondamentale per la sopravvivenza della specie umana.
Dall’inizio del ‘900, le temperature del nostro pianeta sono aumentate a causa dell’ Effetto serra. Una sorta di febbre che minaccia la Terra e di conseguenza la nostra salute. Il mondo dal quale dipendiamo non respira bene e non evapora il calore prodotto. Sono gli anni “dell’Effetto coperta” una coperta immaginaria e, allo stesso tempo, tragicamente reale che lo avvolge impedendogli di traspirare. Aumentano le zone desertiche e per un consensuale aumento della umidità atmosferica la febbre diventa ingravescente e rischia, per molti aspetti, di trasformarsi in “maligna”.
In questa atmosfera arroventata, bruschi aumenti della temperatura e umidità mettono in crisi ed esauriscono i sistemi di termoregolazione dell’ organismo umano. Si parla in questi ultimi anni di “Ondate di calore” che si susseguono durante il periodo estivo. Una terminologia che esprime forza e imprevedibilità in un fenomeno che causa malessere e morte, soprattutto, nelle categorie più fragili ed esposte come anziani e bambini o in pazienti affetti da malattie croniche e invalidanti.
Le prime ondate di calore sono le più pericolose perché trovano un organismo impreparato e non adeguatamente acclimatato al calore.
In conclusione, calore e luce sono lo scenario delle nostre giornate estive. La loro azione è provvidenziale per la nostra salute ma, anche, ricca di contraddizioni. La luce del giorno, i colori di una vegetazione rigogliosa, una natura così piena di verde, di profumi rivitalizza gli umori depressi da una lunga invernata, vivacizza le strade, scioglie i dolori riscaldando le articolazioni, rinforza le ossa con il suo carico di vitamina D. Ma il caldo eccessivo rende faticoso il lavoro, lo inasprisce con il sudore e qualsiasi attività è più faticosa. La pressione arteriosa tendenzialmente si riduce nei suoi valori.
E’ importante dare dei suggerimenti per affrontare serenamente gli effetti nocivi dei giorni di eccessivo calore.
Bere e bere per idratarsi in maniera adeguata per sopperire la quantità di liquidi perduti. Preferire acqua fresca ma non eccessivamente fredda. Le bevande troppo fredde, bevute velocemente possono generare congestione e bloccare la digestione. Consumare alimenti ricchi di sali minerali e acqua come frutta e verdura. Indossare abiti di lino e cotone che per loro natura sono freschi e traspiranti. Proteggere gli occhi dall’eccessiva luminosità usando occhiali protettivi.
Durante la stagione estiva è prudente evitare ai bambini di giocare nelle ore più calde della giornata ed è, altrettanto, consigliabile alle persone anziane di uscire di casa nelle ore più fresche, di primo mattino o nel tardo pomeriggio. E’ piacevole e tonificante passeggiare, possibilmente, in allegre comitive prediligendo luoghi freschi e ventilati, lontani dall’inquinamento delle grandi città. Forse a sera ci ritroveremo con gli arti inferiori gonfi perché il calore e la prolungata posizione eretta genera una vasodilatazione. Niente paure: per limitare i danni basta sollevare le gambe favorendo il deflusso del sangue venoso e massaggiarle dal basso in alto con creme venotrope .
Il Colpo di calore è un nemico sempre in agguato. Si annida nelle giornate calde o in ambienti surriscaldati e molto umidi. Il soggetto interessato dalla patologia avverte senso di debolezza fino al collasso, nausea, vertigini in una condizione di confusione mentale. La pelle è arrossa, secca e molto calda. E’ una cute che ha perduto la proprietà di evaporare il calore dal corpo con la sudorazione. La conseguenza è una temperatura ingravescente, che può raggiungere con grande rapidità i 40 °C con il rischio di una compromissione graduale degli organi interni.
Il “Colpo di calore” è un fenomeno generalizzato che può interessare il nostro vicino di casa, di ombrellone o l’amico con il quale passeggiamo, forse, debilitato da qualche malattia cronica. E’ prudente acquisire un minimo di nozioni per riconoscere i primi segnali e intervenire in maniera adeguata rinfrescando l’interessato con gradualità e portandolo in un luogo fresco e ventilato. Aggiungerò, a questo punto, un nota bene: nessun trattamento dovrà ritardare l’intervento del 118 per un eventuale trasferimento del malato in Ospedale. Un’ ultima raccomandazione è di evitare il dramma delle partenze di massa e affrontare il viaggio in maniera intelligente e in buona efficienza fisica e mentale ricordando di non lasciare nelle soste neonati e bambini e… suocere .
Corrado Caso
Spec.Idroclimatologia medica e Clinica termale