Sanza. Cadono le accuse. Tornano liberi dopo tre giorni di arresto.

Antonio Citera

SANZA – Siamo Quasi in autunno, stagione nota per il lento cadere delle foglie dagli alberi stanchi. Un evolversi della natura che puntuale mette in atto il suo ciclo. Proprio in questo triste scenario, qualche giorno fa a Sanza è successo un fatto strano o, quantomeno discutibile. Due persone sono state arrestate dai carabinieri di Casaletto Spartano perché trovate in “flagranza di reato”. Secondo i militari, i due coltivavano e uno in particolare deteneva piante di marjuana. Tutto ha inizio da un controllo su strada fatto dai carabinieri che intimano l’alt a una vettura condotta da un 45enne di Sanza. Dopo un controllo approfondito (perquisizione) nella vettura, trovano qualche piantina di “maria” come in gergo si chiama. Scatta il fermo e successivamente  scatta l’arresto per il giovane cittadino sanzese che si difende come può. I successivi controlli, portano diritti al comune di Morigerati in località Occhiani dove trovano altre piantine in bella mostra per un totale di circa 50 unità. Nel luogo sopra descritto, vi era un altro cittadino di Sanza 53enne intento al taglio del bosco, il cittadino in questione è titolare di una ditta boschiva quindi era sul luogo di lavoro. Tale presenza però ha indotto i militari ad accusare e arrestare anche quest’ultimo con la pesante accusa di coltivazione di droga. I due vengono posti ai domiciliari dove rimangono fino a quando il giudice che doveva convalidare gli arresti decide prove alla mano che i fatti così come descritti dai carabinieri non hanno base solida e decide di scagionare dal reato di coltivazione entrambi i cittadini sanzesi. Per il 45enne la pena è stata tradotta in obbligo di firma con la sola accusa di detenzione di sostanza stupefacente, mentre per il 53enne nessuna accusa. Tutto è bene quel che finisce bene potrebbe dire qualcuno fatto sta che i due cittadini sanzesi hanno passato tre giorni negli inferi di una galena probabilmente forzata da una legge o dall’applicazione di essa che spesso non guarda in faccia alle circostanze ma, si riflette in quel luogo comune chiamato “qualunquismo”.

 

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