Caimangate/82: Crescent, la storia si ripete ?

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Certo che anche per il Crescent la storia si ripete,  anzi si ripeterà. Non vedo all’orizzonte alcun motivo perchè non debba ripetersi. Anche su questo fronte giudiziario il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca può dormire sonno tranquilli ed aspettare fiducioso la famosa “alba del nuovo giorno”. E probabilmente l’affermazione <<Sarò sindaco per l’eternità>> che De Luca ha sparato, questa volta con una certa ironia, nel corso dell’inaugurazione della biennale dell’arte contemporanea a Palazzo Fruscione, non è poi tanto lontana dalla realtà visto il parterre di possibili avversari che di fronte, alcuni magistrati compresi. Quando dico che anche per il Crescent la storia si ripeterà alludo al fatto che in nessuna circostanza delle lunghissime fasi dell’annosa vicenda il sindaco De Luca ha mai sottoscritto un documento che possa inchiodarlo alle sue responsabilità. Certamente l’imput politico è suo, ma parliamo di imput politico e non di atti penalmente perseguibili, anche nella caparbia determinazione di approfittare dell’ormai famigerato “silenzio-assenso” di Giuseppe Zampino (già Soprintendente di Salerno) del lontano agosto 2008 per dare la carica ai dirigenti, funzionari e tecnici e il pratico avvio della costruzione del Crescent. Sono i dirigenti a dover rispondere delle loro decisione e i magistrati dovranno arrendersi di fronte all’evidenza di una legge che obbliga i dirigenti a decidere autonomamente e non sotto la pressione, naturale e scontata, della politica. L’ho già scritto e lo ripeto: la politica indirizza e sceglie, i dirigenti devono approvare, disapprovare e responsabilmente far eseguire le loro determinazioni e non quelle della politica. Difficilissimo acclarare in sede dibattimentale la famigerata “istigazione a decidere”, sarebbe come rincorrere un fantasma anche perché quello che può essere comprensibile in sede di indagini preliminari (dove i PM vanno purtroppo soltanto alla ricerca degli indizi a carico !!) quasi mai trova sedimentazione in sede processuale. Tutto qui. Ecco perché il sindaco può dormire sonni tranquilli anche per la vicenda del Crescent che invece, dopo la decisione del Gup Sergio De Lucia di rinviare alle udienze del 23 e del 31 ottobre prossimo, chiama direttamente in causa il malcapitato attuale soprintendente Gennaro Miccio. Difatti la decisione del Gup spiazza notevolmente il buon Gennaro Miccio che ora sarà costretto a pronunciarsi prima della decisione finale del giudice; in ballo c’è, come noto, la certificazione di “autorizzazione paesaggistica” che da sola vale a dipanare tantissimi dubbi sull’effettiva edificabilità dell’opera anche se non soprattutto in rapporto all’ambiente circostante. Il termine ultimo per Miccio è fissato per il giorno 25 ottobre 2014, entro quella data la Soprintendenza dovrà spiegare alla Città ma anche alla Magistratura se il mastodontico Crescent è compatibile o meno con l’ambiente. Ma questa decisione, ripeto, non intaccherà minimamente la posizione giudiziaria del sindaco Vincenzo De Luca, potrà semmai essere importante per tutti gli altri 23 indagati che potrebbero veder cambiare le loro posizioni processuali in positivo e/o in negativo a seconda del provvedimento di Gennaro Miccio. Provvedimento che solo se positivo potrebbe anche incidere, fatta salva la sua autonomia, anche sulla successiva decisione del Gup di rinviare o meno a giudizio i 23 indagati (semmai venisse acclarata la veridicità delle accuse), perché a mio giudizio la posizione del sindaco De Luca dovrà già essere stralciata in sede di udienza preliminare. L’accusa di “grande istigatore” contestata a Vincenzo De Luca dai pm Rocco Alfano e Guglielmo Valenti mi sembra assolutamente “non sostenibile in giudizio” perché non corredata dai necessari elementi probatori. Difatti se si legge attentamente l’avviso di conclusione delle indagini (firmato dai due PM prima menzionati) ci si accorge che il sindaco Vincenzo De Luca viene indicato in astratto come “grande istigatore” per spiccata propensione propria e poi, con la connivenza di altri ben individuati soggetti, a carico di una folla di persone: Matteo Basile (dirigente servizio trasformazioni edilizie), Anna Maria Affanni (soprintendenza beni archeologici e paesaggistici), Giovanni Villani (soprintendenza beni archeologici e paesaggistici), Giuseppe Zampino (già soprintendente di Salerno), Maurizio Nicola Giuseppe Dattilo (amministratore Sviluppo Immobiliare Santa Teresa), Rocco Chechile (titolare della SIST),  Eugenio Rainone (imprenditore), Eva Avossa – Gerardo Calabrese – Luca Cascone – Luciano Conforti – Domenico De Maio – Augusto De Pascale – Ermanno Guerra – Aniello Fiore – Vincenzo Maraio – Francesco Picarone (ex o attuali assessori comunali), Bianca De Roberto (dirigente settore urbanistica), Davide Pelosio (dirigente settore trasformazioni urbanistiche), Aldo Rainone (imprenditore), Antonio Piscitelli (dirigente settore avvocatura), Luigi Carmelo Della Greca (ragioniere capo), Aniello Di Mauro (dirigente servizio appalti). Da qui l’incredibilità e l’insostenibilità della fantasiosa accusa in sede dibattimentale. Delle due l’una: o questi signori sconfessano i due PM oppure confermano di essere stati istigati e un minuto dopo devono dimettersi da tutte le cariche pubbliche e dai posti dirigenziali occupati. Il ragionamento è semplice: chi si fa istigare a commettere un reato non è certamente in grado di dirigere alcunché. Ecco perché con queste accuse Vincenzo De Luca potrà dormire sonni tranquilli, forse anche dei giusti, e concentrarsi soltanto sul centro della Piazza della Libertà dove in un apposito mausoleo riposeranno un giorno le sue ceneri, ma prima ovviamente dovrà fare “il sindaco per l’eternità”.

One thought on “Caimangate/82: Crescent, la storia si ripete ?

  1. Nel caso fossero riscontrate irregolarità penalmente rilevanti o palesi forzature, potrebbe configurarsi una diversa tipologia di “concorso esterno” altrimenti ci sarebbe una sorta di impunità per chi di fatto, in concorso decide. In ogni caso fino ad ora non abbiamo riscontrato nessun intervento della magistratura rispetto alle tante esautorazioni.

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