Ass. Finamore: in piazza … per amore

 Maddalena Mascolo

SASSANO – La splendida giornata di sole è stata condizionata dall’emozione e dal ricordo di quanto era accaduto a meno di cento metri di distanza, dinanzi al bar New Club 2000, per la tragica morte di Daniele – Giovanni – Nicola e Luigi. Indubbiamente quell’evento drammatico ha finito per pesare su tutta la manifestazione, almeno sul piano squisitamente psicologico, brillantemente organizzata dall’Associazione Antonio Finamore. Parlo del “Terzo Pararaduno” conclusosi domenica mattina (12 ottobre 2014) nella villa comunale a Silla di Sassano (foto tratta da Ondanews.it); un raduno che ha avuto un prologo lungo tutte le strade del Vallo di Diano quasi come a portare la testimonianza viva (e da alcuni anche vissuta) della diversità nell’abilità; molti diversamente abili hanno anche avuto la possibilità di copilotare le tantissime auto d’epoca che ogni anni sfrecciano (si fa per dire !!) su quelle stesse strade che per i cosiddetti normodotati causano tragedie e lutti. E’ stata dunque, almeno per questa volta, anche una lezione di “educazione civica stradale” nell’attesa che la politica si decida finalmente a stravolgere qualche regola fondamentale del codice. Ecco perché anche alla luce di questi problemi la manifestazione 2014 organizzata dall’Associazione Antonio Finamore sarà ricordata con una valenza maggiore rispetto agli anni precedenti. Anche per questo le parole di Gianna Aumenta, dolce mamma di Antonio Finamore deceduto a causa di un incidente stradale nell’ottobre del 2009, hanno toccato le corde emotive di tutti i presenti e molte lacrime hanno rigato il volto di tanti. “Uniti nel dolore per la morte di un figlio”, è stato questo il messaggio pregnante che la naturale dolcezza di una mamma (provata da insopprimibile dolore) ha trasmesso a tutti. Peccato, però, che nonostante i cinque anni trascorsi dalla morte del giovane Antonio nulla sia ancora successo a livello legislativo, mentre si annunciano tempi sempre troppo lunghi per il dolore di una mamma, di tante mamme e anche di tanti papà. Uno di questi, con grande sollecitudine ed intelligenza, ha raccolto il messaggio di Gianna; è stato Michele, il papà del piccolo Daniele Paciello travolto e ucciso dall’auto impazzita nel pomeriggio del 28 settembre, che per la prima volta dopo la tragedia ha parlato in pubblico e che seppure a denti stretti ha chiarito che lui vuole soltanto giustizia perché lo deve a suo figlio. Dal messaggio di una mamma, dalle parole di un papà, dalla rabbia del momento, dal dolore che si allunga nel tempo è giusto che si modifichi ed adegui una legislazione molto complicata  ? La risposta più semplice e più scontata sarebbe “NO”. Le leggi vanno corrette, vanno riscritte, vanno promulgate sempre e soltanto quando ogni emozione, ogni rabbia, ogni rancore si è spento; è più giusto per tutti. Ma qui nel nostro benedetto Paese si aspetta, comunque, sempre troppo e le emozioni si sovrappongono ad altre emozioni, ad altri dolori, ad altre rabbie, ad altri rancori in  una catena infinita che non porta ad alcun risultato sul piano pratico al fin e di impedire che pazzi scatenati continuino a scorazzare per le strade, ubriachi e/o impasticcati, in dispregio di tutte le regole della civile convivenza. E come si fa a spiegare tutto questo ad una mamma o ad un papà che ha perso un figlio e in alcuni casi anche più di un figlio soltanto; come si fa a spiegare alla stessa Gianna, dolce mamma di Antonio, che deve aspettare non si sa bene che cosa per poter rendere quel minimo di giustizia che spetta al proprio figliuolo che, molto verosimilmente, l’attende pur nella rigidità del suo sepolcro; e come lui tantissimi altri giovani che per destini diversi e micidiali hanno trovato una morte prematura sulle maledette strade del Vallo di Diano, e non solo. E se Gianna Aumenta è riuscita a trovare la forza di andare avanti facendo leva sull’associazione intitolata al figlio per altri figli che le ha dato, comunque, le giuste motivazioni, cosa ne è degli altri papà e delle altre mamme che per condizioni (anche e solo psicologiche) diverse non hanno avuto la stessa capacità e la stessa caparbietà di Gianna che si batte come una leonessa non soltanto per ricordare l’adorato figlio. Dalla strada per la strada e contro la strada, sembra essere proprio questo il filo conduttore della lunga sfilata-passeggiata della auto d’epoca che ogni anno e con grande pazienza la mamma di Antonio mette insieme per dare un senso logico, quasi un nesso di connessione con lo spirito che anima fin dalla nascita l’associazione. Ecco, quel passeggiare in  auto in  maniera anche divertente, quell’atto di far copilotare ad un diversamente abile le auto d’epoca, vuole essere un preciso segnale e un messaggio culturale che deve innanzitutto far presa sui giovani che devono godere la bellezza della vita allontanandosi dagli spettri delle emozioni violente e dall’aggressività dell’adrenalina che solo la velocità (secondo loro !!) può dare ad un fisico giovane e scattante. Non è così, non è proprio così, anche riuscire soltanto a far godere ad un diversamente abile l’ebbrezza della guida può dare le stesse sensazioni con il valore aggiunto di aver compiuto un’opera certamente meritoria. E’ necessario, quindi, andare tutti insieme oltre le barriere architettoniche mentali perché solo così si potrà iniziare un percorso di ricostruzione morale e civile di quella classe che un domani sarà chiamata a dirigere il Paese. Per la cronaca alla manifestazione nella Villa Comunale “P. Borsellino” di Silla hanno preso parte il sindaco di Sassano, il parroco di Silla, la Società Coop. Onlus Sanatrix Nuova Elaion di Eboli e tanti altri autorevoli personaggi.  

 

 

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