Vallo di Diano. Le discariche nascoste: l’altra Chernobyl

 

Antonio Citera

 VALLO di DIANO – Ci son vicende su cui la giustizia vuole far chiarezza e ci son vicende di cui la giustizia non sa niente ( forse ), fatto sta che giacciono nel cassetto abbandonato. La cosa strana però è che tali vicende spesso, sono alla luce del sole. Parliamo di discariche mai bonificate. Nulla di strano . Un fenomeno che si alimenta con un passato colluso, pieno di incognite e di luoghi comuni. Vecchie discariche comunali, quando ancora la “monnezza” si buttava alla rinfusa, quando ancora la differenziata era un sogno. Tutto veniva ammucchiato in un punto preciso, stabilito dalle amministrazioni. Si trovava di tutto: dai frigoriferi alle lavatrici, dai televisori ai reperti di amianto che tanto fanno male alla salute, dalle biciclette ai motori delle auto insomma, di tutto e di più. In fondo era la norma, lo si poteva fare ( forse ) chi lo sa.  Poi arrivò la disciplina. Bisognava differenziare e smaltire depurando ogni cosa. Così è stato fatto. Oggi la monnezza non è più un problema. Ma, quei luoghi adibiti a discarica che fine hanno fatto?. Qualcuno sussurra che sono stati bonificati e resi inoffensivi alla salute umana. Ma è proprio così?. Una bonifica parziale secondo altri, fatta di niente. Camion di terra per coprire, qualche pianta per creare la cornice e il gioco è fatto. Il problema però rimane. Sotto restano intatti i rifiuti pericolosi. Veleno per noi umani costretti a respirare e a mangiare i prodotti che la nostra terra ci offre. In alcune vecchie discariche basta scavare qualche decina di centimetri per accorgersi di quanto vive sotto. Allora a questo punto ci chiediamo. Cosa si può fare?. Basterebbe innanzitutto perseguire legalmente gli artefici del sotterfugio e poi iniziare realmente una bonifica salutare. Tutto qui. Si parla spesso e male dell’operazione Chernobyl che il prossimo 17 dicembre a Salerno vede alla sbarra 38 persone accusate proprio di disastro ambientale, un’indagine condotta 7 anni fa di cui ancora non si conosce la verità. Nello specifico si parla di rifiuti tossici provenienti da Napoli e non solo, monnezza sotterrata nelle terre del Vallo di Diano che aimè in alcuni casi erano già state riempite dai rifiuti nostrani. Anch’essi sotterrati in quelle discariche che un tempo erano i “monnezzai” del comune.

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