Bcc Monte Pruno: innovazione e territorio

 

Aldo Bianchini

 

TEGGIANO – Interessante, davvero molto interessante il convegno propositivo in materia di impresa, lavoro e occupazione organizzato, dalla Bcc Monte Pruno di Roscigno e Laurino con la partnerschip di Confindustria Salerno, sotto il titolo di “Innovazione e territorio”. Quando si parla di territorio, di imprenditorialità e di innovazione è sempre un momento di crescita generale per il territorio su cui si svolge l’incontro, e questa volta l’incontro è stato davvero ad alto livello per la presenza del presidente di Confindustria Mauro Maccauro, di Virginia Zambrano  (presidente Fondazione Unisa), di Aurelio Mango (commercialista) e dello stesso direttore generale della Bcc Monte Pruno Michele Albanese. Al giorno d’oggi fare impresa significa fare anche innovazione in maniera automatica, l’imprenditore che pensa di superare il gap nel confronto con Paesi europei ed extra senza l’innovazione e aspettando che decollino le riforme è fuori strada ed è destinato a concludere in tempi brevi la sua esperienza. L’innovazione è essa stessa una riforma quotidiana e continua e non può attendere le riforme promesse e mai realizzate dalla politica. L’innovazione non è il semplice conseguimento di una “best practices”, o un blasonato “crowdfunding” oppure il cambiamento di un prodotto e di un modulo organizzativo e sociale; l’informazione è anche, se non soprattutto, un continuo cambio culturale che deve entrare a far parte del patrimonio genetico dell’impresa, passando semmai dalla piena e compiuta informatizzazione organizzativa ma senza farne una specie di meticcio da seguire e conseguire a tutti i costi. Lo stesso “jobs act” tenacemente voluto da Matteo Renzi è, se vogliamo, una forma innovativa molto avanzata in materia di crescita e di lavoro. Ma l’innovazione costa, soprattutto quella forzata nel senso che viene attuata senza la piena coscienza e capacità dello stesso imprenditore che, come figura centrale, deve sempre partecipare a tutti i “processi evolutivi” della sua azienda facendoli propri; e per abbattere i costi ci vuole disponibilità di credito e la necessità di buoni rapporti con le banche. Ed in tempi di crisi come quello che stiamo vivendo ecco che i protocolli d’intesa sottoscritti dalla Bcc Monte Pruno e da Confindustria e tra la Bcc Monte Pruno e la Fondazione Unisa di Salerno, finalizzati alla consulenza – all’assistenza ed alla formazione, potranno garantire quel sano momento di equilibrio tra i due soggetti in campo: l’impresa e il credito. La Bcc offrirà addirittura presidi fissi al suo interno per l’ottimizzazione di detti protocolli d’intesa. Ma Michele Albanese, come ormai è nel suo costume di uomo pragmatico, è andato oltre e nel corso del suo intervento ha già individuato altri obiettivi per garantire lo sviluppo del territorio attraverso la crescita economica, imprenditoriale ed occupazionale. Gli obiettivi sono rappresentati dal porto, dall’aeroporto e dell’università; senza questi tre elementi fondamentali non si va da nessuna parte, almeno nella nostra provincia che proprio su questi tre elementi deve incentrare ogni energia per il futuro. Ha perfettamente ragione Michele Albanese, ma io quando sento parlare di sviluppo, di innovazione, di impresa di territorio e di formazione  vengo assalito dagli spettri del passato. La mia non vuole essere una critica a prescindere e deve essere presa nel verso giusto, altrimenti senza dialogo e concertazione non si va da nessuna parte. Il nostro Paese ha già vissuto la stagione vergognosa della formazione lanciata una ventina di anni fa sulla spinta di alcune direttive dell’Unione Europea. Nel corso di alcuni anni furono organizzati migliaia di “corsi di formazione”, la si faceva a tutto spiano anche sul territorio del Vallo di Diano. Sono state sprecate ingenti risorse economiche dello Stato che elargiva denaro a tutti attraverso le Associazioni di categoria e le aziende specializzate in formazione con specialisti che non erano affatto specializzati; fino a quando l’U.E. accortasi del disastro economico che veniva perpetrato in Italia ha chiuso tutti i rubinetti dei fondi a fondo perduto. E d’incanto il numero dei corsi è sceso in maniera verticale. Adesso si ricomincia a parlare da più parti ed in tutte le occasioni possibili di “informazione diretta alla formazione”; non vorrei che questa nuova ondata che sta pervadendo anche le Università si trasformi rapidamente in un gigantesco vortice senza fine in cui intubare immensi capitali economici. Su questo punto, credo, anche la Bcc Monte Pruno deve stare molto attenta nell’organizzare e disciplinare questa benedetta parola magica “formazione” che qui da noi non ha mai risolto alcunché. Non è assolutamente sufficiente che i corsi godano del patrocinio dell’Università per essere credibili e concreti; in passato ne abbiamo visto di tutti i colori. Ma Michele Albanese potrà certamente contare sul suo pool di giovani manager, un pool splendidamente capeggiato da Cono Federico che ha già maturato una certa esperienza in questo affascinante ma pericolosissimo settore.

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