Panorama d’Italia: Caldoro, De Luca e Salvini nella … “giornata di Andrea Zolferino”

Aldo Bianchini

SALERNO – Se dovessimo stilare una classifica di consensi elettorali, tra Stefano Caldoro, Vincenzo De Luca e Matteo Salvini alla fine delle “quattro giornate” di Panorama d’Italia, l’ultimo posto certamente toccherebbe all’attuale governatore della Regione Campania Stefano Caldoro e prossimo sicuro candidato per la riconferma. Insomma se dovessimo analizzare le performance dei tre politici presi in esame, cioè intervistati nel corso delle quattro giornate da Bruno Vespa e Giorgio Mulè, la partita sarebbe già chiusa ancora prima di cominciare e De Luca avrebbe già strabattuto Caldoro almeno con il sonoro punteggio tennistico di 6 a 0.  Fortunatamente per Caldoro sappiamo che non è così, innanzitutto perché le quattro giornate sono state organizzate malissimo sia sotto il profilo tecnico che quello squisitamente giornalistico. Difatti non si può sbattere il governatore Caldoro alle 10.30 di un sabato mattina (quando la gente, almeno a Salerno, è ancora intenta a scendere dal letto !!) nel Palazzo Arcivescovile difficilmente raggiungibile e, invece, concedere al sindaco De Luca la posizione privilegiata delle ore 17.00 nel suo Palazzo di Città. Non si può correre il rischio gravissimo di esporre il governatore alle domande dei cittadini senza neppure uno screening necessario ad evitare possibili devianze (così come è stato !!) e concedere al sindaco il lusso di poter parlare e straparlare da solo alla sua platea plaudente sempre e comunque. Non si può lasciare l’intervista del governatore soltanto nelle mani di Giorgio Mulè che, seppure giornalista di vaglia, non conosce un cavolo della realtà campane e, soprattutto, salernitana in una città che è sempre molto ostile a tutto quello che non sia il “delucapensiero” e lasciare al sindaco la più docile e duttile preda di Domenico Arcuri (A.d. di Invitalia) per discutere del “sviluppo possibile al sud”. Non ci dobbiamo meravigliare, poi, se la venuta di Caldoro a Salerno, nel palazzo del Vescovo, finisce in uno show solitario di Andrea Zolferino, storico militante  del PCI ed anche fiero avversario di De Luca per il quale ha editato finanche una canzonetta dal titolo “Chist’ è pazzo” facilmente rintracciabile anche su Youtoube. Fortunatamente Andrea ha avuto la saggezza di fermarsi da solo per non trasformare lo strombazzato “Presidente mi spieghi …” in una plateale e rumorosa “giornata di Zolferino”. E non ci dobbiamo scandalizzare se, dopo Andrea, un altro signore non meglio identificato ha fatto andare su tutte le furie, ingiustificatamente, il buon conduttore Giorgio Mulè. Insomma, tutto come da copione già ampiamente previsto; questi soloni del giornalismo nazionale dovrebbero umilmente accettare che in sede locale è necessaria la presenza di uno del posto, ed a Salerno ci sono tantissimi giornalisti che avrebbero sicuramente fatto più bella figura di Mulè. Domande insipite, dal tono di carattere generale, alle quali il pur bravo Caldoro non ha potuto rispondere come voleva e, soprattutto, non ha potuto fare sfoggio della sua eloquenza dialettica che in tanti, comunque, gli riconoscono. Siamo alla solita solfa, cioè al fatto che il centro destra non riesce mai ad organizzarsi come scientificamente sa fare il centro sinistra e in special modo le truppe cammellate deluchiane (anche se in questi ultimi termpi qualche sbavatura emerge anche da quelle file !!).  Pensare che il settimanale Panorama (uno dei migliori in circolazione) pur appartenendo alla grande famiglia editoriale di Berlusconi venga a Salerno per fare propaganda politica in favore di de Luca e di Salvini (al quale in prima serata è stato riservato un trattamento d’eccezione con Bruno Vespa –anche quest’ultimo parecchio carente sul piano locale) è davvero inquietante ma è proprio così, forse per un antico retaggio dovuto al timore di poter essere additati come giornali di destra. E finisce sempre che il danno arrecato al centro-destra è irrecuperabile e molto corposo. Ma al di là di queste considerazioni va oggettivamente segnalato il clamoroso flop di pubblico per l’intervista a Stefano Caldoro. Il “salone degli stemmi” della Curia dispone complessivamente di 192 poltroncine; ebbene l’altro sabato mattina le poltroncine vuote erano almeno 80; una vera vergogna per il centro-destra quasi del tutto assente se si esclude qualche presenza marginale (Gigi Casciello per pochi minuti e il sen. Enzo Fasano); assenti anche i massimi vertici nelle figure di Edmondo Cirielli e Mara Carfagna. Una bella figura davvero, non c’è che dire. Speriamo che la prossima restituisca al governatore Caldoro i giusti meriti che, comunque, la sua politica ha avuto anche a livello nazionale.

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