PORTO: dal fallimento di Napoli al successo di Salerno

Aldo Bianchini

SALERNO – Negli uffici dell’Autorità Portuale di Salerno sembra tenere banco la parola d’ordine “Intercettare i fondi europei che Napoli perde”. In pratica dei 154 milioni di finanziamento europeo per il “Grande Progetto” l’Autorità Portuale (A.P.) partenopea rischia seriamente di perderne ben 124, ed è su questi 124 che è cominciata la “grande battaglia” da parte dell’A.P. salernitana che tenta di raggranellare tutto il possibile prima che l’intero pacchetto europeo venga ritirato dalle autorità di Bruxelles e, semmai, riversato sulle prossime agende con un danno palesemente grave in quanto il predetto finanziamento andrebbe ad essere detratto dal “monte complessivo” delle prossime agende a cominciare da quella del 2014-2020. Salerno naturalmente si è già candidata e sul tavolo del governatore Stefano Caldoro ci sono le richieste giuste accompagnate dai progetti in essere, da quelli in via di finanziamento e da quelli che, per il momento, sono ancora allo stato di “progetti di massima”. In questo le scelte e le linee guida imposte da Andrea Annunziata, presidente dell’A.P. di Salerno, stanno avendo il successo che meritano e sono tutte all’attenzione sia del governatore Caldoro che del ministro Lupi per un motivo molto importante. In pratica la politica (in presenza del fallimento sicuro della portualità napoletana vittima di ben cinque commissariamenti consecutivi e della caparbietà di Francesco Karrer -attuale commissario- convinto di non doversi dimettere nonostante il clamoroso flop)  dovrà decidere come ripianare gli investimenti sul territorio qualora riesca a salvare gran parte di quel pacchetto di ben 124 milioni di euro che Napoli ha disperso nel nulla non avendo saputo,  risolvere negli anni neppure il problema dei “tempi di sosta” che nel bacino partenopeo, contrariamente a Salerno, aumentano ed aggravano i costi delle grandi compagnie commerciali e crocieristichhe. Quindi l’A.P. di Salerno, grazie ad Annunziata ed al suo efficiente modello organizzativo e lavorativo, è sicuramente vincente rispetto a Napoli anche se per la politica la grande azienda napoletana (una delle più grandi del Paese) non può essere lasciata nelle secche del probabile fallimento fino alla sua più che probabile morte definitiva; la Port Authority di Napoli è una delle risorse economiche e sociali più importanti dell’intero Mediterraneo e quindi deve essere salvata, costi quel che costi. Ma per salvarla, questa benedetta P.A., bisognerà pur mettere in piedi uno straccio di strategia politica condivisa tra Regione e Ministero; e la strategia vincente può essere costruita soltanto su un nome e un cognome: Andrea Annunziata. Ma ci vuole coraggio politico, oltre alla strategia, e il coraggio passa attraverso la “nomina piena”, cioè conferendo pieni poteri a chi dovrà andare a sostituire l’ineffabile ma distruttivo Francesco Karrer, poteri in grado di smantellare gli intrighi, i veleni e le vendette politiche e  personali che hanno caratterizzato l’andamento molto negativo della portualità napoletana fino al punto da indurre alle dimissioni il segretario generale Emilio Squillante che hanno provocato un nuovo terremoto burocratico-amministrativo nella sede di Piazzale Pisacane. Per fare questo e per ridisciplinare tutto questo ci vuole un uomo nuovo per Napoli, un uomo di grande esperienza, un uomo capace di un modello organizzativo invidiato anche a livello internazionale; la politica sa benissimo che il presidente dell’A.P. salernitana rappresenterebbe tutto questo ma le manca uno scatto d’orgoglio e di dignità nel mettere da parte qualsiasi frizione o colorazione diversa e pensare soltanto al bene comune, una volta tanto !!, e riprendere per i capelli la drammatica situazione di quella che fu la “grande portualità napoletana” che per svariati decenni ha fatto da guida nel Paese e nell’intero Mediterraneo. Con l’eventuale incarico in capo ad Andrea Annunziata la politica potrebbe risolvere contemporaneamente almeno tre problemi: l’annessione di Salerno a Napoli, il salvataggio di Napoli e il rilancio dell’intera portualità campana in campo nazionale e internazionale. Alla prossima.

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