Bcc Monte Pruno: il bazooka di Albanese !!

Aldo Bianchini

SALERNO – La RAI ieri mattina, nell’ambito del noto programma Uno/Mattina, ha riservato un ampio spazio alla “questione bancaria” che tiene banco non solo nel nostro Paese ma anche in tutti gli altri Paesi membri dell’U.E.. I due risvolti del problema, ottimamente trattati, hanno messo in evidenza l’esigenza di una “banca amica” europea, nazionale e locale che sappia puntare i suoi obiettivi decisamente verso la crescita economica-occupazionale-sociale; se è vero che senza lavoro non si cresce è altrettanto vero che senza le banche non c’è lavoro e, dunque, non si cresce. Questo assioma se da una parte è inconfutabile, dall’altra ha bisogno di essere ricostruito (soprattutto nel nostro Paese) in quanto nell’immaginario collettivo la semplice parola “banca” (più segnatamente se locale) ha da sempre significato: difficile rapporto, fidi usuranti, difficoltà di linguaggio e arretratezza rispetto agli istituti europei. Da qui la difficoltà del correntista, dell’investitore, dell’imprenditore che è costretto ad una fuga o ad un inseguimento quasi continuo verso soluzioni più favorevoli trasferendo il conto da una banca all’altra in quello che tecnicamente viene definita “portabilità dei c.c.”, anche alla luce del recente D.L. 92/2014 strutturato (almeno così si dice !!) a salvaguardia dei consumatori e non delle banche. Attese le resistenze dei vari istituti nel liberalizzare la circolazione dei conti si pone subito la domanda: “Perché il cliente trasferisce il conto ?”. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi, alquanto peregrina, che il trasferimento del conto sia dovuto alle promesse di risparmio di spese relative alla movimentazione dei conti stessi; in pratica il trasferimento dipenderebbe soltanto dal risparmio di poche decine di euro per ogni anno. Su questo punto, a mio sindacabile giudizio, Michele Albanese (direttore generale della Bcc Monte Pruno di Roscigno e Laurino), ospite della trasmissione, ha costruito in pochi secondi il suo pezzo forte e la sua risposta pressoché inoppugnabile parlando di concorrenza e fiducia (un altro assioma da curare attentamente): “La concorrenza c’è ma varia a seconda dei territori e delle logiche di mercato locale; l’utente non va alla ricerca di un piccolo risparmio ma di fiducia; la banca locale deve saper guardare negli occhi il cliente per capirne le esigenze al fine di non deluderne le aspettative. Bisogna meritare la fiducia per non essere traditi”. E’ questo il bazooka di Michele Albanese: la vicinanza, la cura quotidiana, la condivisione, l’ascolto e la facilità di linguaggio; un bazooka, quello di Albanese, che fa rima con il “bazooka monetario” voluto da Mario Draghi proprio in queste ore. Ogni mese saranno riversati ben 60 miliardi di euro dalla BCE nella Banche Nazionali fino al settembre 2016 per una massa di denaro che supererà i 1000 miliardi di euro. Un fatto epocale mai accaduto che investirà non solo le Banche Nazionali ma anche, se non soprattutto, quelle locali in un’azione di fiducia che tutti stigmatizzano con la denominazione “Q.E.” (Quantitative Easing), cioè allentamento quantitativo come “arma finale per la ripresa con rischi condivisi” e non divisivi. Probabilmente stiamo vivendo una fase storica evolutiva ed involutiva: evolutiva, intesa come difesa dell’Unione Europea nella distribuzione di fondi che mano a mano sottrarrà alla “politica insipiente e corruttibile” per affidarli in prevalenza alle banche centrali ed a cascata a quelle locali; involutiva dal punto di vista dei singoli accessi alle grandi progettualità europee che non hanno perseguito l’obiettivo voluto dalla troika, cioè il “potere economico” riprende il sopravvento sul “potere politico”. In pratica potremmo presto trovarci di fronte ad un contenimento dei vari progetti disseminati alla rinfusa un po’ dovunque e che hanno dato luogo a corruzione e sprechi; elementi che almeno sul piano squisitamente economico dovrebbero confluire negli stanziamenti alle banche che danno sicuramente più fiducia e più sicurezza anche nella scelta e nel controllo capillare dei piani e dei progetti da finanziare. Forse è questa la sfida del futuro anche delle banche locali. Io non sono assolutamente esperto di flussi e tracciati finanziari, ragiono per logica ed anche per istinto e penso che il bazooka di Draghi debba servire, prima di ogni legge, a tamponare e marcare lo spreco e la corruzione per poter favorire la crescita e l’occupazione. Ed in questo le banche locali avranno sicuramente un ruolo fondamentale nel dimostrare tutto il loro valore di raccordo e di selezione; ecco perché prima parlavo anche del “bazooka di Albanese”. Il direttore generale della Bcc Monte Pruno ha probabilmente già previsto tutto questo, avendolo capito molto tempo prima degli altri, ed ha costruito intorno a se una “banca giovane ed amica” capace di annullare le difficoltà di linguaggio tra la banca e il cliente ed in grado, soprattutto, di gestire in piena autonomia i poderosi flussi di denaro che l’U.E. si accinge a distribuire al fine di favorire la crescita e l’occupazione. Ma la crescita e l’occupazione, ricordiamocelo tutti, si ottengono soltanto attraverso il duplice assioma “concorrenza/banche – lavoro/fiducia”; e tutto questo si conquista, come dice Albanese, guardando negli occhi il cliente,  favorendone la progettualità, aiutandolo nella realizzazione dei progetti ed allontanandolo per sempre da quella visione perversa ed usurante della banche centrali e locali. Un’ultima nota sulla trasmissione Rai di venerdì mattina (cioè ieri); Michele Albanese è stato promosso sul campo, lo affermo senza tema di smentite. Chi non conosce bene le tecniche e le logiche televisive difficilmente può cogliere i particolari all’apparenza poco importanti; rispetto ad altre presenze Albanese ha conquistato in studio la postazione solitaria, segno questo di fiducia degli organizzatori e di composta sicurezza da parte sua. Complimenti.

 

 

 

 

 

 

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