Caimangate: dopo le comiche … le sceneggiate napoletane !!

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Ormai non c’è più limite alla sfrontatezza ed alla spocchiosità. Prima di andare avanti con il discorso è bene rifare un momento la storia di queste ultime settimane in merito alle sentenze sulla decadenza del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Soltanto così potrà meglio essere capito come si sta muovendo e con quanta arroganza l’ex sindaco rispetto alle sentenze che andrebbero comunque rispettate anche se commentabili e, forse, criticabili. E’ in atto un vero e proprio risiko politico-giudiziario-istituzionale che riguarda il “kaimano”. Dunque il 21 gennaio scorso la II sezione penale del Tribunale (Perrotta, Cantillo, Sorrentino) condanna ad un anno di reclusione -pena sospesa- i tre imputati per la vicenda del termovalorizzatore: Vincenzo De Luca, Alberto Di Lorenzo e Domenico Barletta. Il giorno successivo, 22 gennaio, il sindaco convoca tutti i suoi peones a Palazzo di Città (che non gli appartiene più !!) per scatenarsi apoditticamente contro tutti, soprattutto contro i magistrati affermando che quelli che lo hanno condannato “non conoscono lo stato di diritto” (ammazza e che coraggio !!). Per gli effetti della cosiddetta “legge Severino” il giorno 23 gennaio il Prefetto sospende dalla carica di sindaco Vincenzo De Luca; sempre venerd’ 23 gennaio nel corso della sua tribuna televisiva (leggasi Lira Tv) De Luca arriva addirittura a definire “squinternato” il PM che lo ha indagato per il termovalorizzatore (chiara l’allusione al pm Roberto Penna !!). Tra sabato 24 e domenica 25 gennaio l’amministrativista di fiducia, Antonio Brancaccio, prepara il ricorso al Tar che viene depositato la mattina del 26 intorno alle ore 10. Subito dopo mezzogiorno (anche se del fatto se ne ha notizia alle ore 14.05) il presidente del Tar “Amedeo Urbano” velocissimamente con un “provvedimento monocratico cautelare”, al fine di evitare un danno grave ed irreparabile, ordina la sospensione della sospensione decisa dal Prefetto e reinsedia al suo posto il sindaco già autoproclamatosi “emerito”. Il presidente del Tar, come d’obbligo in questi casi rarissimi e iperveloci, fissa la data del 19 febbraio 2015 (cioè ieri) per la “udienza di merito”. Insomma se da un lato il Tar sospende la sospensione dall’altro fissa l’udienza per verificare la fondatezza della stessa sospensione in maniera, anche questa, sollecita. Nel frattempo, esattamente il 3 febbraio, arriva la sentenza della Corte di Appello (Perretti, Ferrante, Rotunno) sulla questione della decadenza per il doppio incarico (viceministro e sindaco) e Vincenzo De Luca decade di nuovo, e questa volta senza possibilità di ricorrere al Tar ma soltanto in Cassazione (ricorso non ancora prodotto). Ieri, quindi, 19 febbraio tutto lasciava supporre che l’udienza dinanzi al Tar si dovesse tenere perché la sbandierata sicurezza dell’ex sindaco trovasse un riconoscimento anche di merito dopo le tante inutili chiacchiere. Dall’udienza tre le soluzioni possibili: invio del fascicolo alla Corte Costituzionale (come per Luigi De Magistris), conferma della sospensione  o riconoscimento del possibile danno grave ed irreparabile e restituzione della poltrona di sindaco. Ma come spesso capita è venuta fuori la quarta soluzione: Vincenzo De Luca ha rinunciato al giudizio di merito e la discussione è slittata a data da destinarsi o da cestinarsi. Anche questa volta, bisogna ammettere, è stato ottimo il consiglio dell’amministrativista Brancaccio; difatti il danno grave ed irreparabile ormai non esisteva più in quanto De Luca è stato sospeso per altri motivi (sentenza Corte d’Appello) e l’eventuale giudizio di merito con sentenza entro febbraio si appalesava molto rischioso per lo stesso De Luca e poteva metterlo in serie difficoltà soprattutto ai fini dell’eventuale (ma sempre più lontana !!) candidatura per le regionali di maggio. E la baldanza del sindaco dove è andata a finire ? E la perentorietà delle sue interviste sui network nazionali dove è stata nascosta ? Ma tutti tranquilli, Lui continua a far finta di niente ed a lanciare proclami uno più farneticante dell’altro, come l’ultimo in cui grida con tutta la sua forza che “mi devono solo sparare in testa” per farmi fare un passo indietro. Capisco le esigenze elettorali, comprendo le legittime strategie difensive cui hanno diritto tutti i cittadini compreso lui, ma “il passo indietro” e di corsa il baldanzoso Vincenzo De Luca lo ha fatto ancora una volta, e questa volta proprio dinanzi al Tar che era apparso (almeno nell’immaginario collettivo) la sua spalla ideale . Cosa pensare ? lascio a Voi lettori ogni tipo di considerazione; io posso soltanto ricordare che nell’immediato, tanto per fare il conto della lavandaia, Vincenzo De Luca dovrà rispondere il 5 marzo p.v. nel processo Crescent, il 19 marzo p.v. nel processo per il crollo di Piazza della Libertà, e poi ancora per la variante da 8 milioni di euro di Piazza della Libertà, per l’interramento dei detriti di amianto prodotti dall’abbattimento del vecchio pastificio Amato e sepolti sotto la piazza, del Sea Park e di tante altre storie, per finire con la Corte dei Conti che ha messo sotto pressione tutti i suoi assessori e dirigenti con assillanti e pericolose richieste di risarcimento.

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