Caimangate: il Crescent è cosa seria … salvata l’esclusiva televisiva della Fondovalle … e De Luca salirà in aula il 14 aprile per il Sea Park.

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – “Lontano dalle luci dei riflettori, nel bene come nel male, perché quella del Crescent è una cosa seria”. Con questa motivazione, più o meno condivisa da tutti (almeno così scrive Petronilla Carillo su Il Mattino del 6 marzo scorso), la seconda sezione penale del Tribunale di Salerno (pres. Vincenzo Siani, a latere Antonio Cantillo e Ennio Trivelli) ha negato alle varie televisioni (locali e non) la possibilità di riprendere le  fasi più importanti del processo contro Vincenzo De Luca per la vicenda del Crescent. Una decisione che se da un lato ha lasciato un  po’ di amaro in  bocca ad un soggetto come me che ha fatto televisione per circa trent’anni e che sa quanto importante siano le riprese televisive, dall’altro lato mi ha fatto piacere perché con questa decisione i giudici hanno salvato ancora una volta le storiche riprese televisive che, per la prima e forse unica volta, portarono fuori dalle fredde aule del tribunale le fasi di quello che è passato alla storia come il processo più importante della tangentopoli salernitana: il processo Fondovalle Calore. Ricordo con quanta trepidazione qualche giorno prima del 13ottobre del 1993 (data di inizio del processo) depositai, nella mia qualità di direttore responsabile di Tv Oggi, l’istanza tendente ad ottenere l’autorizzazione per le riprese televisive in aula con la forma della diretta-registrata; la mattina registravamo tutto quello che avveniva in aula e in serata trasmettevamo tutto sulle frequenze televisive. La mia richiesta fu accolta dal dr. Giovanni Pentagallo (allora presidente della III sezione penale del Tribunale) che, con una certa sorpresa, scrisse testualmente nell’ordinanza: “ … il tutto in ragione dell’interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento …”. Addirittura la sera del 23 febbraio 1994 fu possibile registrare la lettura della sentenza con le prime impressioni della pubblica accusa (pm Vito Di Nicola e Luigi D’Alessio) e della numerosa schiera di difensori; tutto registrato lì, nell’aula della terza sezione, in una sorta di “montato in camera”. Quella trasmissione della durata di poco più di 60 minuti il mio editore dell’epoca decise di farla irradiare in contemporanea anche sulle frequenze di Lira Tv che ne aveva fatto richiesta; il tutto nel giro di poco più di mezz’ora rispetto alla conclusione dell’udienza. Un vero record che a tutt’oggi non è stato ancora attaccato da nessuno. Ci provò nei primissimi anni 2000 l’emittente televisiva Telesalerno/1 che intendeva riprendere la fasi dibattimentali del processo contro Fernando Zara. Fu lo stesso Pentagallo a negare (dopo averlo concesso) il permesso alle riprese perché la nota acredine tra i proprietari di Telesalerno e l’ex sindaco di Battipaglia personalizzava lo scontro e rendeva impossibile ogni ripresa. Qualcuno adesso dirà che quelli erano tempi diversi; sicuramente all’epoca il “processo Fondovalle” aveva una ricaduta sociale altissima per via dei numerosi arresti già effettuati ed anche perché l’intera magistratura salernitana con quel processo metteva in discussione buona parte della sua credibilità. Oggi, per il Crescent, l’interesse sociale è comunque notevole ma non può essere paragonato a quello dell’epoca; oltretutto non c’è stato alcun tintinnio di manette e questo, di per se, rende meno appetibile, se non per alcuni aspetti ambientali, l’intera vicenda. Bene, quindi, ha fatto la seconda sezione penale a respingere la richiesta di effettuare riprese televisive; anche perché con l’incalzare dell’imminente campagna elettorale si rischierebbe di enfatizzare o di deprimere il personaggio principale del “processo Crescent”, cioè Vincenzo De Luca che fino a prova contraria dovrebbe essere il candidato unico della sinistra per la corsa alla presidenza della Regione Campania. E la magistratura salernitana tutto questo non può permetterselo. Oltretutto i due pm, Rocco Alfano e Guglielmo Valenti, che rappresentano la pubblica accusa hanno richiesto espressamente la presenza di Vincenzo De Luca; per la data si deciderà nel corso dell’udienza del 16 aprile prossimo. Quello sarà certamente un momento di altissima attenzione mediatica che coinvolgerà praticamente l’intero tribunale di Salerno, e non solo. Ma c’è di più, i due pm nell’ultima udienza del 5 marzo scorso hanno depositato una serie di carteggi ed hanno richiesto la testimonianza in aula del noto Giovanni Citarella (pesantemente coinvolto nell’inchiesta giudiziaria “Due Torri”), dominus di tantissimi appalti per opere pubbliche, anche al fine di verificare il rapporto politica-gruppo Rainone che, dopo aver scalzato quello facente capo ad Antonio Lombardi, è entrato nel cuore sia del Comune che della Provincia di Salerno per alcune grandi opere pubbliche e per lo stesso Crescent. Insomma il processo Crescent incomincia davvero ad entrare nelle fasi più interessanti.   Ma Vincenzo De Luca entrerà comunque in un’aula di tribunale a Salerno, per la prima volta, la mattina del 14 aprile 2015 per dichiarazioni spontanee nell’ambito del processo “SEA PARK” e sempre dinanzi agli stessi giudici della II sezione penale (Siani, Cantillo e Trivelli).

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