Chi porta dentro di sé la forza di Dio, non usa violenza

Luca Roncolato
ROMA – Nel proprio messaggio Urbi et Orbi 2015, Papa Francesco ha invitato i cristiani ad essere “germogli di un’altra umanità, nella quale cerchiamo di vivere al servizio gli uni degli altri, di non essere arroganti ma disponibili e rispettosi“: contemplando Gesù Cristo che è risorto, rispondiamo alla violenza e le guerre con il “coraggio umile del perdono e della pace“.
In un periodo lacerato di conflitti, tanto che il Pontefice più volte ha dichiarato che stiamo vivendo in una terza guerra mondiale, seppure vissuta a pezzetti; in un periodo nel quale ancora si uccide usando Dio per mascherare le proprie colpe, le parole del Santo Padre nel proprio messaggio pasquale toccano nel vivo: “chi porta dentro di sé la forza di Dio, il suo amore e la sua giustizia – ha detto il Vescovo di Roma – non ha bisogno di usare violenza, ma parla e agisce con la forza della verità, della bellezza e dell’amore“.
“Gesù indica a tutti la via della felicità e della vita – ha aggiunto il Papa – questa via è l’umiltà, che comporta l’umiliazione. Questa è la strada che conduce alla gloria“.
Di questo ne abbiamo prova anche nel Vangelo di oggi, che ci mostra “Pietro e Giovanni che corsero al sepolcro e lo trovarono aperto e vuoto. Allora si avvicinarono e si “chinarono” per entrare nel sepolcro. – ha fatto notare Papa Francesco – Per entrare nel mistero bisogna “chinarsi”, abbassarsi. Solo chi si abbassa comprende la glorificazione di Gesù e può seguirlo sulla sua strada“.
Questo ci dice, nuovamente, che “solo chi si umilia può andare verso le “cose di lassù”, verso Dio (cfr Col 3,1-4). L’orgoglioso guarda “dall’alto in basso”, l’umile guarda “dal basso in alto”.” Così, anche oggi, che viviamo in un mondo che “propone di imporsi a tutti costi, di competere, di farsi valere” la risposta cristiana è quella di andare contro corrente, essendo umili.
“Questa non è debolezza, ma vera forza! Chi porta dentro di sé la forza di Dio – ha scandito il Santo Padre – non ha bisogno di usare violenza, ma parla e agisce con la forza della verità, della bellezza e dell’amore“.
Infine il pensiero del Papa si è rivolto ai “tanti nostri fratelli perseguitati a causa del Suo nome, come pure di tutti coloro che patiscono le conseguenze delle violenze e dei conflitti in corso“.

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