Porti: la rivoluzione della Serracchiani !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Una nota ANSA diramata alle ore 16.19 dello scorso 13 marzo ha richiamato la mia attenzione perché il contenuto di quella breve nota riguarda la riorganizzazione della portualità italiana, cioè quella riforma tanto strombazzata dall’ex ministro Maurizio Lupi. Secca, stringata e sintetica la nota: “Porti: Serracchiani, con Lupi parlato riforma rivoluzionaria”; questo accadeva prima che Lupi venisse trombato. Che le note ANSA per sua naturale genesi devono essere composta da poche parole può anche passare, ma che una importantissima come quella della portualità possa essere descritta in poche righe davvero non ci sta; ovvero la sinteticità, almeno questa volta, va a discapito della corretta comunicazione su un problema difficilissimo da risolvere. A meno che non si debba pensare, tutti insieme, all’insipienza della politica generale nazionale affidata per volere di Matteo Renzi ad una squadra di “beate fanciulle e imberbi ragazzotti” ascesi perchè “unti dal Signore” alle massime cariche politiche del Paese. Largo ai giovani è non solo un monito ma un imperativo se davvero si vogliono fare le riforme, ma le esagerazioni alla fine guastano sempre e comunque. Ecco, comunque, il testo ufficiale di quella nota diffusa alle “idi di marzo” come se fossimo in piena “epoca cesarea”, un testo che lascia sinceramente perplessi: “”La riforma dei porti è rivoluzionaria. Abbiamo fatto un ragionamento sulla riforma che è rivoluzionaria ed è importante perché quello dei porti italiani è un volano di grande competitività per il Paese ma va messo in linea con quelle che sono le sfide globali che affrontano i nostri scali””. Capisco che a dire queste cose è il presidente della regione Friuli Venezia Giulia nonché vicepresidente nazionale del PD, capisco che le ha dette dopo un incontro con l’ex ministro Lupi, capisco che la Serracchiani è giovane e, forse, poco informata nonostante la sua ossessiva presenza su tutti i media nazionali a far da cassa di risonanza degli annunci dell’onnipotente Matteo, ma davvero ho difficoltà a comprendere come un argomento così delicato e complesso possa essere trattato in poche righe quasi a dimostrare che la sua risoluzione è dietro l’angolo. La riforma della portualità italiana, difatti, prevede l’accorpamento di tante Autorità Portuali in modo da renderle numericamente più controllabili; la stessa riforma, però, alla stregua di quella del riassetto dei tribunali, prevederebbe anche che un porto in crescita venga accorpato, se non proprio assorbito, da un porto fisicamente più grande ma strategicamente in decrescita e sull’orlo della crisi totale. Ma questa è la politica nazionale, c’è solo da sperare nelle capacità del nuovo ministro delle infrastrutture Graziano Del Rio che quanto meno farà zittire la Serracchiani per poi mettere mano sul serio alla riforma della portualità. Come già tutti sappiamo la riforma prevederebbe l’accorpamento del porto di Salerno a quello di Napoli; insomma un porto in crescita ed in ottima salute lo si vorrebbe letteralmente buttare nel calderone fatiscente ed inestricabile di Napoli che ormai da anni non riesce a risolvere il benché minimo problema per rilanciare quello che è stato, perché lo è stato, uno dei porti più conosciuti a livello mondiale e che ora sguazza nelle secche delle polemiche e della totale disorganizzazione. Mi auguro che i lettori di questo giornale abbiano letto con attenzione la nota diffusa via Ansa dalla vicesegretaria nazionale del PD, una nota che non dice assolutamente nulla ma che potrebbe nascondere pericoli immanenti e rischi devastanti in danno della portualità generale e, nello specifico, in danno di quella salernitana che sotto la guida attenta e scrupolosa del presidente Andrea Annunziata si è avviata da tempo su una strada lastricata solo di successi. E pensare che Salerno manca di spazi portuali e retro portuali e che per far fronte a dette storiche carenze il presidente Annunziata sta portando avanti una battaglia di sensibilizzazione di tutte le istituzioni da Roma a Salerno passando per Napoli. Non dimentichiamo che fra qualche settimana dovrebbe essere inaugurata la “stazione marittima”, una struttura di cui Salerno aveva assoluta necessità per far crescere, come già sta crescendo, il fenomeno del crocierismo nei confronti del quale anche la stessa Città non è ancora pronta sia sotto il profilo dell’accoglienza che quello della commercializzazione dei prodotti locali di ogni genere. A Salerno, solo per fare un esempio, i negozi chiudono proprio in concomitanza dell’arrivo di migliaia di crocieristi con la scusa che questi ultimi non spendono; una cosa incredibile che non accade in nessuna altra parte del mondo, neppure in Africa, senza nulla togliere a quello splendido continente. Ed è in corso la costruzione dei due tunnel stradali che congiungeranno il porto con la zona del Cernicchiara (enorme spazio retro portuale) per quella che la storia già chiama “Porta Ovest” che aprirà i traffici verso i “contenitori dismessi” presenti in tutto il territorio dell’agro nocerino-sarnese e nell’hinterland napoletano, contenitori che potranno dare a Salerno una enorme possibilità di sviluppo economico e occupazionale. Certo, potrebbero essere ideate ed avviate anche altre opere (un tunnel ferroviario tra il porto e l’agro nocerino, alla stregua della galleria di Santa Lucia delle FF.SS. ed anche un collegamento stradale tra Cernicchiara e la tangenziale per creare un’ideale via verso il futuribile “interporto” dove potrebbe convergere anche l’alta velocità per le direttrici verso il centro Europa) ma il modello organizzativo imposto dalla presidenza Annunziata è già molto valido e produttivo ed è pronto per affrontare in bellezza le nuove sfide che, se zittiscono la Serracchiani, la portualità di Salerno potrà vincere.

One thought on “Porti: la rivoluzione della Serracchiani !!

  1. L’ipotizzata unificazione dei porti di Napoli e di Salerno sotto un’unica Autorità Portuale sarebbe in effetti una soluzione illogica e penalizzante per lo scalo di minori dimensioni, che, privato di autonomia, perderebbe la possibilità di operare con l’agilità, la flessibilità e l’efficienza, che sta dimostrando di avere ormai da parecchi anni.
    Non si avrebbero minori vincoli burocratici nel rapporto con le istituzioni, nè si otterrebbero significative riduzioni di personale negli organi direzionali delle due strutture.
    Il porto di Salerno si caratterizza per la sua dinamicità di gestione. Pur penalizzato dalla ristrettezza degli spazi, riesce a smaltire in maniera significativa le merci in transito e punta ad aumentare la sua potenzialità con la realizzazione di nuove infrastrutture viarie. Anche il settore turistico, con l’entrata in esercizio della nuova Stazione Marittima di Zaha Hadid, registrerà ulteriori incrementi. Tuttavia, occorre ancora insistere affinché si prenda coscienza della non più rinviabile necessità di dotare lo scalo di un diretto collegamento ferroviario con la rete nazionale. Il tunnel sotto il monte Bonadies verso l’agro nocerino-sarnese rappresenta la soluzione e con le moderne tecniche di scavo può essere realizzato in tempi congrui. Autorità politiche, operatori marittimi e economici, costruttori e industriali dovrebbero avvertire l’opportunità di realizzare tale infrastruttura, dati gli innegabili vantaggi che si ottengono con la intermodalità dei trasporti, come diffusamente praticato nelle quasi totalità delle aree portuali, in Italia e all’estero.

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