Contursi/4: cosa accade nell’istituto scolastico “E. Corbino” … il colpo d’occhio finale.


Aldo Bianchini

SALERNO – “Ictu oculi” (a colpo d’occhio !!), recita proprio così l’esposto-denuncia depositato dal prof. Alfredo Vissicchio presso la Procura della Repubblica di Salerno. Quello di Vissicchio, ovviamente, è un esposto di parte che ha comunque prodotto l’apertura di un fascicolo di indagini a carico dell’altra parte, cioè l’Istituto Scolastico “Epicarmo Corbino” di Contursi. Difatti la Procura ha iscritto a mod. 21 alcuni personaggi dell’Istituto Scolastico contursano da sottoporre ad indagini per l’accertamento degli eventuali reati p. e p. dagli artt. 323 – 478 e 490 del codice penale. Tra l’esposto e l’azione della Procura c’è di mezzo la vicenda che riassumo per sintesi. Il prof. Vissicchio, primo nella graduatoria ad esaurimento della sua classe di concorso, viene immesso in ruolo, ma subito dopo aver preso servizio presso il predetto istituto scolastico di istruzione superiore viene bruscamente sospeso e successivamente licenziato per “falsità dichiarativa”, in quanto in una presunta dichiarazione sostitutiva avrebbe taciuto su due suoi precedenti penali, che peraltro non comparivano nel certificato penale allegato alla dichiarazione. Poco conta che al momento della sua presa di servizio il Vissicchio si trova agli arresti domiciliari per una precedente vicenda di gestione di una scuola privata, il giudice lo ha autorizzato a proseguire nel suo lavoro di docente. Nasce una complessa e contorta contrapposizione tra il professore e la scuola fino al punto che per ottenere l’accesso a determinati atti intervengono i Carabinieri di Contursi, i quali scoprono la palese differenza tra i fascicoli “a” e “b” – entrambi rilasciati in copia conforme dall’Istituto Scolastico – circostanza che potrebbe far pendere la bilancia della giustizia da una parte anziché dall’altra. E continuiamo con il racconto fermo alla precedente puntata. “Ictu oculi”, appare evidente la differenza tra i due plichi di copie conformi all’originale rilasciate dall’istituto E. Corbino nella stessa giornata a distanza di poche ore; in uno vi è la fotocopia del documento d’identità, nell’altro non è presente. Inoltre si scopre che in entrambi i plichi manca il certificato penale rilasciato il 17.06.2013 dalla procura della Repubblica di Vallo della Lucania con la dicitura “nulla” e depositato in data 6.11.2013 presso l’istituto scolastico in questione. C’è stata manipolazione degli atti, e se sì chi li ha manipolati ?, questa la domanda finale della puntata precedente. Detto certificato non è presente neppure nel fascicolo depositato presso l’ufficio Scolastico Provinciale di Via Monticelli di Salerno dove il professore e il suo avvocato si recano per conoscere i motivi che hanno determinato il licenziamento senza preavviso. Perché è stato soppresso, distrutto o occultato il certificato penale del 17.06.2013 ?. Nessuno presso l’ufficio Scolastico Provinciale riesce a dare una valida e convincente spiegazione. A questo punto il professore Alfredo Vissicchio, in data 26 novembre 2014, redige puntuale esposto e si rivolge all’Autorità Giudiziaria, attraverso i suoi legali, precisando che “”… allorchè fosse necessario ai fini della procedibilità, il presente atto è da intendersi atto di querela contro coloro che risulteranno responsabili dei fatti di reato, per i quali chiedo espressamente la punizione penale ai sensi di legge. Ai sensi degli artt. 406 e 408 c.p.p. chiedo di essere informato, presso il domicilio dei miei legali, su eventuali richieste di proroga delle indagini preliminari e eventuali richieste di archiviazione …””. In chiusura è il caso di ricordare come il professore Vissicchio inizia il suo esposto scrivendo che: “”Fin dal primo contatto con la sopra citata Istituzione Scolastica (istituto E. Corbino !!), ho avvertito subito palese ostilità nei miei confronti da parte del ….. e del ……., dovuta ai miei trascorsi quale gestore di scuola privata paritaria (istituto Nervi di Agropoli). In più occasioni, infatti, il … –che era solito accompagnare ad iscriversi presso il citato istituto suoi conoscenti per ottenere il diploma– mi aveva chiesto certificazioni di servizio per favorire suoi parenti o amici che, in realtà, non avevano avuto rapporti con la scuola da me gestita e, al mio legittimo diniego, aveva minacciato di farmela pagare in qualche modo””. Adesso il pallino passa, naturalmente, all’Autorità Giudiziaria che dovrà far luce su quello che (stando all’esposto) appare come un caso davvero inquietante, in contrasto anche con il provvedimento di un magistrato che autorizza il Vissicchio ad esercitare la sua professione di docente nelle more di un giudizio in corso. Per quanto ci riguarda continueremo a seguire gli sviluppi giudiziari della vicenda ed a renderli noti alla pubblica opinione in quanto il “caso Vissicchio” ci appare chiaramente come un caso che evidenzia un certo interesse pubblico, non fosse altro che per rispondere ai tanti studenti che nel marzo 2014 manifestarono il proprio dissenso all’annuncio del licenziamento del loro professore.

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