Ticket money: Tanto rumore per niente: la Caritas è pulita.

Antonio Citera

PADULA – Don Vincenzo Federico si difende dalle accuse di peculato: “avevo già denunciato “

Una vicenda dai contorni opachi quella che come un ciclone sta travolgendo il circuito di accoglienza degli immigrati in Campania. A Napoli due arresti, altre persone che risulterebbero indagate tra cui anche Don Vincenzo Federico, responsabile della Caritas della Diocesi Teggiano – Policastro. Un prete pronto e audace, in prima fila per far fronte al “disagio” che attraversa e divide il mondo in due. Chi lo conosce lo apprezza per il suo carisma, per la sua bontà e, nessuno oserebbe pensare che dietro possa nascondersi un mostro senza scrupoli, capace di speculare sui soldi destinati agli immigrati. Partiamo col dire che “ indagato “ non vuol dire colpevole. La Procura di Napoli che ha avviato l’inchiesta sta indagando anche sul presunto giro di ticket money del valore di 2,50 euro cadauno, su cui sarebbe avvenuto il reato contestato a Don Vincenzo. Un’inchiesta che vede coinvolta una coppia Napoletana, Alfonso De Martino, 43 anni, presidente dell’associazione senza scopo di lucro “Un’Ala di Riserva” e sua moglie Rosa Carnevale, 43 anni già in manette; l’accusa nei loro confronti, evidenzia che si strumentalizza l’ assistenza agli immigrati “per utile personale e in funzione di un guadagno illecito”. In questa rete tutta da srotolare, sarebbe implicato secondo gli inquirenti anche Don Vincenzo con la “supposta” accusa di peculato. Ma lo stesso, prontamente si difende e, a spada tratta controbatte :“ Il 14 aprile 2014, ho scritto una lettera al Prefetto Mario Morcone per denunciare il mercato nero dei ticket destinati agli immigrati “. Afferma di non aver mai avuto rapporti con la coppia napoletana. Di essere pulito, e di aver agito sempre e solo secondo legge e secondo i canoni che la sua missione gli detta, aiuto indiscriminato verso i bisognosi e verso i meno fortunati. Da sottolineare che la sua azione quotidiana, ha avuto nel recente passato un riconoscimento prestigioso, la nomina di “Cavaliere della Repubblica” assegnatagli dal Presidente Napolitano, proprio per rimarcare il suo impegno contro i più deboli.

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