Il lutto di Caldoro

Laura La Rocca
SALERNO – Certo che quando ci si mette le disgrazie non arrivano mai sole. Anche se viviamo nel terrore di questo detto non riusciamo ad abituarci mai; del resto come potersi abituare. Dopo la sconfitta sonora senza appello incassata dall’ex governatore della Campania Stefano Caldoro, che si era già predisposto ad un secondo mandato, ecco arrivare la ferale notizia della improvvisa scomparsa del padre, un socialista di vecchio stampo e d’altri tempi. Più volte deputato al Parlamento nazionale, Antonio Caldoro, aveva una novantina di anni; assolutamente non molti per accettare serenamente la sua scomparsa, difatti fino a poche settimane fa godeva di un’apparente ottimo stato di salute, tanto da entrare in conflitto addirittura con Vincenzo De Luca per via di quella vicenda che lo aveva visto protagonista negli anni ’60 in favore di “Vincenzo il kaimano” per farlo uscire subito di prigione dopo gli scioperi e le contestazioni dei contadini del Vallo di Diano. Amava troppo la libertà socialista e si inebriava spesso del profumo delle idee socialiste. Antonio Caldoro è stato uno dei massimi dirigenti del Psi a Napoli, nato come nenniano era transitato alla corte di Giacomo Mancini per promuovere l’ascesa di Bettino Craxi al Midas contro De Martino, deputato dal 1968 al 1993, sottosegretario per due volte, prima alla marina mercantile nel 1974 e poi ai trasporti agli inizi degli anni ‘80 in un governo Cossiga. Era partito molti anni prima dalla Ferrovie dello Stato, una mosca bianca socialista in un mondo pieno di ex fascisti (alludo alle ferrovie degli anni ’60 !!) poi era passato a dirigere la Camera del Lavoro di Napoli prima del balzo in Parlamento. Una carriera travolgente e tutta improntata alla trasparenza ed al servizio delle comunità che mano a mano era chiamato a rappresentare. Pur appartenendo alla linea moderata del PSI craxiano preferiva rimanere sulle sue posizioni di indipendenze e di autonomia per non dover dare conto e ragione al padrone di turno del partito. Un partito, il Partito Socialista Italiano, che amava con tutto se stesso così come amava la famiglia e i figli; soprattutto Stefano che ha seguito passo dopo passo fino al suo ultimo giorno di vita. Antonio, per tutti Tonino, aveva deciso di tornare ad Ischia, la sua Ischia, dove era residente e cittadino onorario. La cerimonia è stata svolta in forma privata, con una benedizione in chiesa ma senza rito funebre. A Stefano Caldoro, alla sua famiglia vanno le sentite condoglianze di tutta la redazione di questo giornale.

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