Regionali: rido ancora io dopo … la sentenza con “cazziatone” !!

Aldo Bianchini
SALERNO – E’ vero, ha ragione l’anonimo “Step” (che ha postato un suo commento in calce al mio precedente articolo) che l’articolo dal titolo “Regionali: qui rido io” pubblicato alle ore 00.01 del 2 luglio 2015 era già vecchio e superato alle ore 11.30 circa del mattino del 3 luglio alla notizia della pubblicazione del provvedimento monocratico del tribunale di Napoli che ha “sospeso la sospensione” improvvidamente comminata dal presidente del CdM Matteo Renzi. Però, sempre per rispondere a “Step” l’articolo è rimasto intatto nella sua validità per almeno 11 ore, e questo ai tempi di internet non è cosa assai frequente. Difatti ora anche le sentenze (soprattutto quelle monocratiche) arrivano in perfetto “stile web e/o Freccia Rossa”, cioè dopo pochissimo tempo, a dimostrazione che quando i magistrati sentono che qualcuno sta loro togliendo la sedia da sotto il sedere si precipitano a stilare sentenze che, tenuto conto della velocità con cui vengono scritte, si espongono fatalmente ad ogni tipo di critica. Ma la sentenza emessa da Gabriele Cioffi -presidente della prima sezione civile del tribunale di Napoli- se non di errori è quantomeno portatrice di una innovazione fondamentale: “il cazziatone”; siamo arrivati dunque alla misura che ha ampiamente tracimato dai suoi giusti e corretti alvei. Il cazziatone del magistrato è diretto, pari pari, al presidente Matteo Renzi che avrebbe, secondo il giudice, firmato il decreto di sospensione con molto imprudenza non rendendosi conto “delle conseguenze sovversive di una democrazia rappresentativa”; insomma se leggo bene l’italiano Renzi avrebbe ispirato una sovversione. Difatti Cioffi a sostegno della propria tesi assolutoria o almeno sospensiva fino al 20 ottobre prossimo (giorno del pronunciamento della Cassazione) ha scritto che “”La sospensione di De Luca non può tradursi in una abnorme revoca delle elezioni o in una estemporanea rottamazione degli organi della Regione, vanificando il ’munus’ degli eletti, primo tra tutti il presidente e la stessa volontà popolare con conseguenze sovversive di una democrazia rappresentativa””. Per non farla troppo lunga credo che ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo della magistratura di valicare i propri confini e di irrompere decisamente in quella che è la “giustizia distributiva” di pertinenza politica. Ma la politica, oggi, non esiste più e giace prona ai piedi di un potere di sua profanazione e cioè la magistratura. Del resto se al comando del Paese abbiamo un giovanotto assediato da quattro fanciulle che mandano le lezioncine a memoria dinanzi agli schermi televisivi, non so di cosa possiamo parlare. Proprio nell’articolo di ieri avevo scritto delle mie perplessità sulla velocità con cui Renzi aveva firmato il decreto di sospensione a poche ore dalla prima riunione del Consiglio Regionale quando, invece, lo aveva sostenuto con forza fino a quel momento. Cose davvero da ragazzini, altro che storie. E ora viene il bello e ci sarà davvero da ridere; da questa sentenza monocratica Vincenzo De Luca riottiene legittimamente tutto il suo potere e potrà tranquillamente fare a meno di Renzi per ogni e qualsiasi decisione e sarà Renzi in futuro a correre dietro a De Luca se non lo vorrà perdere definitivamente; e in questa corsa Renzi dovrà forzatamente dimenticare e lasciare per strada la gioviale Pina Picierno (probabile pomo della discordia tra Vincenzo e Matteo !!) che, ben conoscendo il carattere del kaimano, da oggi non potrà nemmeno transitare in auto sulla strada che passa davanti Palazzo Santa Lucia, dove ha sede il governo regionale. Ora De Luca potrà spaziare a suo piacimento in quanto non dovrà più rendere conto a nessuno, men che meno al suo partito e al segretario-presidente. Insomma il presidente del consiglio dei ministri da questa vicenda ingarbugliata ed inquietante ha ricavato soltanto una enorme figuraccia ed un “cazziatone” in piena regola dal magistrato di Napoli. Tutti in questi giorni hanno parlato del prof. Giuseppe Abbamonte (giurista di fama riconosciuta) che ha fornito soltanto dei pareri, nessuno ha parlato dell’avvocato Lorenzo Lentini -autore materiale del ricorso d’urgenza depositato, poi, da Fulvio Bonavitacola- che va sempre più affermandosi come uno dei migliori amministrativisti in campo nazionale. E neppure hanno parlato di Lucia Annunziata che, con la sua mezzora, ha praticamente rilanciato de Luca sul piano mediatico quando tutti lo davano per sconfitto dopo il confronto televisivo con Caldoro. Ma di questo cose ci sarà tempo per parlarne; ora ritorniamo alla politica ed al caso De Luca. Dice bene il lettore Matteo quando nel suo commento scrive “Guardi, Direttore, ormai il dilettantismo dei politici e’ diventato davvero comico (ma Lei lo sapeva e lo sa), da avanspettacolo stile “Salone Margherita”. Quando si trattò di votare la Legge Severino ci fu unanimità e consenso condiviso, quando invece si è dovuta applicare, sono iniziati i distinguo”. Io direi che lo spettacolo è assolutamente pietoso, ma è uno spettacolo che darà al kaimano la possibilità di portare avanti la sua “Piazza De Luca” e la “sua dinastia” almeno fino al 21 settembre 2393 (come scriveva anni fa il compianto Luigi Del Pizzo) quando alle ore 18.00 partirà dal Duomo la processione di San Matteo che avrà come principale protagonista la statua di San Vincenzo da Ruvo del Monte, festeggiato dal suo discendente sindaco Cosimo de Luca della dinastia deluchiana che il 5 dicembre 1993 aveva conquistato la città con il beneplacito della famiglia Acocella. Ma se, infine, vogliamo ragionare seriamente la cosa da dire è una sola: il kaimano ha saputo imporsi, ha saputo costruire, ha saputo gestire ed ha saputo (soprattutto !!) sbarazzarsi dei soggetti poco inclini alla disciplina della sua dinastia. Buon lavoro governatore; la ricreazione, o meglio la sceneggiata, è davvero finita, e la Freccia Rossa fornita dal giudice napoletano (leggasi il commento di tal Luigi) è pronta per farsi pilotare. .

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