GIUNTA REGIONALE: i tecnici del kaimano … onore al merito e al coraggio !!


Aldo Bianchini

NAPOLI – Nei giorni scorsi la stampa nazionale, e non, ha divulgato a valanga molti nominativi dei presunti candidati a ricoprire la poltrona di assessore regionale nella nascente giunta di Vincenzo De Luca. Non hanno capito nulla del kaimano che ancora una volta ha dribblato tutto e tutti ed ha nominato la “sua giunta” in perfetta solitudine, come è nel suo costume. Contrariamente a tutte le ipotesi, ecco la sorpresa di sei donne e due uomini per i “magnifici otto”; sconfitti una marea di tutti quelli che hanno tenuto banco fino all’ultimo minuto. Tra i più illustri i nomi di: Pierpaolo Cavallo, Domenico De Masi, Carmine De Pascale, Adriano Giannolla, Carlo Neri, Dario Scalella, Giuseppe Zuccatelli e, soprattutto, Raimondo Pasquino (già rettore a Salerno ed attuale presidente del consiglio comunale di Napoli). STOP. Tutti a casa; entrano in pompa magna: Fulvio Bonavitacola, vicepresidente con delega all’urbanistica e all’ambiente; Amedeo Lepore alle attività produttive; Serena Angioli ai fondi europei; Lidia D’Alessio al bilancio; Valeria Fascione all’internazionalizzazione e start up; Lucia Fortini a scuola e pari opportunità; Sonia Palmieri alle risorse umane e patrimonio; Chiara Marciani al lavoro e formazione. Trionfali e pesanti come macigni le prime parole del governatore: “Credo di aver mantenuto l’impegno di dare vita ad una giunta al di fuori di ogni logica del mercato della politica ma rispettando il criterio dell’assoluta autonomia del presidente. Una squadra aperta alla società civile e alle competenze professionali in vista dei compiti faticosi che ci attendono già in queste ore”. Alla “giunta in rosa” sono stati aggiunti, comunque, quattro consulenti speciali del Presidente: Mario Mustilli, consigliere finanziario; Sebastiano Maffettone che si occuperà di organizzazione culturale; Paolo De Ioanna ai rapporti con le amministrazioni centrali, e Francesco Caruso cui va la delega ai rapporti internazionali e con l’Unesco. Capo di gabinetto della Regione sarà il dottor Sergio De Felice, consigliere di Stato. Onore al merito e al coraggio, dicevo nel titolo di questo articolo, ed è proprio così; il primo atto del kaimano è la risposta giusta per tutti, compreso l’indeciso Matteo Renzi che questa partita con De Luca l’ha giocata proprio malissimo. Senza tanti fronzoli e giri di parole va dato atto al neo-governatore di aver sorpreso tutti ancora una volta, ancora con il suo metodo, ancora con la grinta di sempre, ancora con la stessa arroganza della prima ora; insomma da vero lucano quale Egli è. E’ superfluo ricordare che da solo ha portato il nome della città di Salerno ai massimi livelli e cercherà di rilanciare anche il nome e l’immagine dell’intera Regione Campania. Adesso comincerà, però, la danza delle “deleghe particolari” e si affacciano o si affaccerebbero tanti nomi da tenere prudentemente nell’oscurità per evitare polemiche o critiche anticipate. Specie se si tratta di quelli diversamente filtrati giorni fa (qualcuno dei quali obiettivamente insidioso, ancorché ‘benedetto’ dal santissimo ‘patrino’ avellinese di sempre). In generale, quello che conta è che i “magnifici otto” siano persone unanimemente stimate, per quanto, oggi come oggi, è difficile mettere la mano sul fuoco per qualcuno. Il caso-Diana insegna. Né ha importanza se, soprattutto, i futuri candidati alle deleghe appartengano a gruppi di potere politico o perfino massonico. Basta che non siano servi di qualche vendicativo personaggio in lista d’attesa della politica nazionale, riciclabili e riciclati al momento opportuno in virtù della consueta cattedra universitaria acquisita a furia di raccomandazioni politiche e utilizzata come biglietto da visita indispensabile per ‘vendere’ il sottoprodotto umano e professionale costruito a tavolino, per quanto elevato ufficialmente, sugli altari della scienza. Di cattedratici in giunta c’è già qualcuno, basta e avanza. Non servono personaggi-pupazzi spesso dotati di un indubbio e convincente charme personale in stile in realtà mafioso e proprio per questo pericolosi e abilissimi nel gestire uomini, potere e cose in nome e per conto di quei ‘patrini’ occulti; non, di certo, delle proprie (inesistenti) capacità magnificate da titoli emeriti studiati a tavolino o da precostituite e fasulle lauree ad honorem in stile sudamericano. Personaggi di quella massoneria scadente, ma pericolosa, capace di passare in contemporanea dalla copertura a tempo pieno dei vertici dell’accademia alla didattica chiacchierata che approva, nella qualità, inconsapevolmente (ma guarda un po’ !!), progetti di ricerca multimilionari finiti sotto le lenti di ingrandimento della magistratura. Ma questo, tutto questo, Vincenzo De Luca lo sa benissimo fin da quando decise di scalare il secondo piano del Palazzo di Città a Salerno; fin da quel momento la sua strategia è stata sempre attenta, prudente e meticolosa nella scelta dei “suoi fedelissimi” che hanno dovuto dimostrare in primo luogo la capacità di saper gestire la consegna del silenzio sempre, comunque e dovunque. Vincenzo De Luca non accetterà imposizioni da nessuno, neppure dalle continue minacciose arringhe dei pentastellati. Giovedì tutti in aula, con passione e spirito giusto; buon lavoro Presidente, la prima grande prova è dietro l’angolo e si chiama “porto di Salerno”.

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