Dobbiamo fare attenzione a non sentirsi migliori degli altri

Luca Roncolato
ROMA – Papa Francesco, durante la riflessione odierna prima della recita dell’Angelus, affacciandosi alla finestra del proprio studio nel Palazzo Apostolico, ha effettuato una breve meditazione sulle parole del Vangelo di oggi, invitando, al termine, tutti i fedeli presenti ad effettuare un breve esame di coscienza, domandandosi: “dov’è il mio cuore?“.
Gesù, ha evidenziato il Santo Padre, nel Vangelo di oggi ci fa notare come gli antichi sacerdoti sbagliassero nel pretendere il rispetto delle antiche prescrizioni le quali erano dettate da usi e costumi antichi ma non da Dio. Il rispetto di queste prescrizioni, fa notare Gesù, era così stringente che alla fine si terminava con il contraddire i comandamenti di Dio.
È in questo contesto che Gesù dice loro «Trascurando il comandamento di Dio voi osservate la tradizione degli uomini» (Mc 7,8). Queste “sono parole che ci riempiono di ammirazione per il nostro Maestro: sentiamo che in Lui c’è la verità e che la sua sapienza ci libera dai pregiudizi“, ha detto il Vescovo di Roma, “Ma attenzione! Con queste parole, Gesù vuole mettere in guardia anche noi, oggi, dal ritenere che l’osservanza esteriore della legge sia sufficiente per essere dei buoni cristiani“.
Il Papa ha infatti sottolineato come esista “anche per noi il pericolo di considerarci a posto o, peggio, migliori degli altri per il solo fatto di osservare delle regole, delle usanze, anche se non amiamo il prossimo, siamo duri di cuore, siamo superbi, orgogliosi“.
Non serve a nulla seguire scrupolosamente le regole, i precessi, le usanze, “se non cambia il cuore e non si traduce in atteggiamenti concreti – ha sottolineato Papa Francesco – aprirsi all’incontro con Dio e alla sua Parola nella preghiera, ricercare la giustizia e la pace, soccorrere i poveri, i deboli, gli oppressi“.
“Tutti sappiamo, nelle nostre comunità, nelle nostre parrocchie, nei nostri quartieri, quanto male fanno alla Chiesa e danno scandalo quelle persone che si dicono molto cattoliche e vanno spesso in chiesa ma dopo, nella loro vita quotidiana, trascurano la famiglia, parlano male degli altri e così via.“, ha dunque concluso il Pontefice, “Questo è quello che Gesù condanna, perché questa è una contro-testimonianza cristiana“.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *