San Matteo 2015: sobrietà o “cieca ubbidienza” !!


Maddalena Mascolo

SALERNO – A tre giorni pieni dalla storica processione in omaggio del patrono di Salerno “San Matteo” la situazione già disperata e disperante si è ulteriormente complicata e, se possibile, aggravata. Nell’ultimo articolo dedicato alla festività di San Matteo, punto di arrivo e di ripartenza per migliaia e migliaia di fedeli salernitani e non solo, avevo già prospettato il grave errore della Curia nella strategia di avvicinamento e di pacificazione con l’Amministrazione Comunale. Non so a chi può essere imputato l’errore anche se sulla carta il responsabile dovrebbe essere il sacerdote cantante “don Michele Pecoraro”, non fosse altro perché è lui il responsabile della “parrocchia di San Matteo”; ma andare ora alla ricerca di chi ha sbagliato è superfluo ed anche inutile. Sta di fatto che ancora una volta lo staff dell’Arcivescovo ha toppato clamorosamente. Perché ? Il perché lo avevo scritto, appunto, nell’ultimo articolo quando dicevo: “C’è stato un passo indietro, non in avanti; e questo è un aspetto abbastanza inquietante dell’intera vicenda. Da questo giornale, il direttore, aveva recentemente prospettato le perplessità dell’esito positivo di una mediazione con gente (sindaco compreso) che non è in grado di decidere autonomamente e che si muove sull’onda umorale di chi pur non essendo più sindaco continua a muoversi ed a governare come se lo fosse”. E’ tutta qui la chiave di lettura della inquietante vicenda; le trattative dovevano essere avviate in forma esplorativa con il sindaco f.f. ma concluse direttamente con il capo supremo, cioè con Vincenzo De Luca che si infuria anche al minimo sentore di poter essere escluso da un qualcosa che riguarda la “sua città”, e pronto ad esibire una delle due facce, esattamente come San Matteo; da un lato fa finta di niente, dall’altro scarica tutta la rabbia sul suo staff (sindaco f.f. compreso). E lo staff del governatore funziona e come, mica è come quello dell’Arcivescovo in cui ognuno dice la sua e va per la sua strada come se fosse stato “unto dal signore”. Il gioco di squadra è un’altra cosa, e questo non appartiene alla Curia salernitana. I segnali luminosi della rottura erano arrivati tutti insieme sabato pomeriggio con l’apertura in Comune del convegno di presentazione dell’enciclica di Papa Francesco “Laudato sì”; il sindaco che non riceve l’arcivescovo, che addirittura si assenta per arrivare soltanto a convegno iniziato in quanto ha dovuto reggere la “coda del mantello” di “Sua Eminenza”, la sua entità superiore che è ben diversa dalla “Sua Eccellenza” che modestamente spetta all’Arcivescovo. Dunque l’accordo, se doveva esserci, doveva avvenire tra Vincenzo De Luca e Mons. Luigi Moretti, con il presule che semmai si incamminava sulla “Via di Damasco” per recarsi direttamente a Napoli dal governatore. Non a caso il 23 agosto scorso il direttore di questo giornale in suo editoriale ebbe a scrivere: “Cosa accadrà prima della data fatidica del 21 settembre prossimo è davvero difficile da prevedere; il rischio di congelare la processione almeno per un anno deve essere allontanato rapidamente, sarebbe un peccato gravissimo che ricadrebbe su tutti. Ma c’è un’indiscrezione molto riservata uscita dalle segrete stanze della Curia; si parla di un imminente viaggio fuori Città di San Matteo … giornalisti issate le antenne !! Ma questo al prossimo servizio”. Insomma già nella seconda metà di agosto le indiscrezioni che fuoriuscivano dallo stretto riserbo della Curia avanzavano l’ipotesi di un viaggio di Mons. Moretti verso Palazzo Santa Lucia a Napoli; l’incontro con De Luca avrebbe spazzato via anche le perplessità dei portatori che tremano (anche loro !!) al solo starnuto del kaimano. Su cosa sia nel frattempo accaduto e sul perché il viaggio e l’incontro non c’è stato è calato il silenzio assoluto. Oggi dobbiamo prendere atto che lo spettacolo dei “fuochi pirotecnici” non ci saranno, esattamente come l’anno scorso quando “l’ira funesta del kaimano Vincenzo”si abbattè sulla popolazione dei fedeli e sull’intera città privata all’improvviso di uno spettacolo che da svariati decenni viene seguito da tutta Salerno e dalle migliaia di persone che arrivano dalle zone limitrofe. Dal titolo di prima pagina de “Il Mattino” di ieri 17 settembre si legge: “San Matteo, festa senza fuochi – La retromarcia di Napoli, nessuno spettacolo pirotecnico, scelta di sobrietà”; peccato che, come al solito, il più importante giornale della regione non abbia almeno ingenerato un piccolo dubbio aggiungendo semmai alle parole “scelta di sobrietà” quelle più probabili: “o cieca ubbidienza”. Da questo momento non possiamo fare altro che attendere gli eventi, sperando nella benedizione di San Matteo che nonostante le due facce potrebbe mettercela tutta per tutelare la “sua Salerno”.

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