Bcc Sassano: scherzetto o dolcetto ?


Aldo Bianchini

SASSANO – Cosa è realmente accaduto tra la Bcc Sassano e la Bcc Monte Pruno ? Sembra che improvvisamente siamo tutti precipitati nelle “notte delle streghe” (Halloween) con tanti ragazzini che bussando alle porte delle case (nella fattispecie le due Bcc) per pronunciare le famose due parole quasi magiche “scherzetto o dolcetto” si rizelano anche loro per la stranezza delle risposte. Ovvero le due Bcc, soprattutto quella sassanese, stanno facendo sul serio o ci stanno prendendo in giro ? Soprattutto quella sassanese, dicevo, che con il nuovo CdA ha trovato anche il modo di ringraziare ed osannare un solo socio-consigliere (nella persona di Carmelo Caggiano che da semplice socio è stato sempre vicino alla banca), dimenticando tutti gli altri e senza precisare quali meriti specifici lo stesso socio abbia maturato per una citazione così importante. Conoscendo la sagacia bancaria di Michele Albanese (direttore generale della Bcc Monte Pruno) che non lascerebbe passare né scherzetti e né dolcetti ma soltanto profumo di banca, e in mancanza di notizie ufficiali (per il momento anche il loquace CdA della Bcc Sassano tace !!) c’è da prendere atto soltanto delle notizie apparse su alcuni giornali e riportate da alcune televisioni locali. Tra quelli che ho letto mi ha colpito, su tutti, il lungo articolo dedicato dal quotidiano “La Città”, alla vicenda molto intricata dell’annunciata fusione di due istituti bancari di tutto rispetto come la Bcc Monte Pruno e quella di Sassano, con un titolo ad effetto: “Salta la fusione tra la Bcc Sassano e La Monte Pruno – Stop al matrimonio finanziario tra i due istituti di credito. All’orizzonte l’interessamento di un altro partner bancario”. In particolare, dell’articolo, mi ha colpito la spiegazione che La Città fornisce ai suoi lettori a supporto della mancata fusione: “Il motivo che avrebbe fatto arenare la trattativa sarebbe da ricercare nella mancata accettazione da parte dei vertici della Bcc Sassano dei criteri proposti dalla Monte Pruno”. Questa affermazione del giornale mi lascia sinceramente perplesso perché, se sono capace di leggere bene l’italiano, lo scritto mi fa capire che sarebbe stata la Bcc Sassano a valutare la proposta della Bcc Monte Pruno; niente di più errato, nella realtà è stata la Bcc Sassano a depositare nella mani della Bcc Monte Pruno un progetto di aggregazione; dunque siamo di fronte ad una palese distorsione del quadro reale degli avvenimenti. La Bcc Sassano ha dovuto sempre proporre delle soluzioni che la Bcc Monte Pruno ha vagliato volta per volta e Sassano non ha mai recitato nelle lunghe trattative la parte di primo attore che è sempre rimasta fermamente nelle mani della Monte Pruno. Insomma è accaduto esattamente il contrario di quanto scrive il quotidiano La Città del 18 settembre. Ma c’è di più. La Bcc Monte Pruno, che tiene molto al territorio e che avrebbe volentieri inglobato la Bcc Sassano, avrebbe a più riprese (senza annunci pubblici o missive accusatorie !!), e sempre per iscritto, cercato di condurre quasi per mano i vertici della Bcc Sassano verso una soluzione che fosse la meno dolorosa possibile proprio per l’istituto di credito sassanese; arrivando addirittura a consigliare la clausola di gradimento sui quattro membri del CdA. E dunque cosa e perché avrebbe fatto saltare le trattative ? Sulle reali cause della rottura il velo del silenzio è fittissimo e quasi nulla fuoriesce dalla rete del riserbo che soprattutto la Monte Pruno ha saputo e voluto imporre alla complessa e riservata trattativa. Ci sono, però, delle indiscrezioni che filtrano a ruota libera e che non essendo verificabili alla fonte non sono riferibili; l’unica ipotesi che si può azzardare è quella che l’ultima proposta di aggregazione formulata dalla Bcc Sassano e le dimissioni inattese nella tempistica (ma già annunciate) del presidente Antonio Calandriello sarebbero da mettere in stretta connessione tra loro con il contenuto della predetta proposta. Come a dire che le dimissioni sarebbero state rassegnate più per avvalorare i contenuti della proposta che per una volontà precisa del dimissionario. Ma cosa contiene questa ultima proposta ? Neppure il loquace CdA della Bcc Sassano ha lasciato il benché minimo spiraglio a fughe di notizie. Per poter commentare in maniera più dettagliata bisognerebbe conoscere, punto per punto, tutti i dettagli della lunga e tortuosa operazione ed anche il contenuto dell’ultima proposta che avrebbe causato la caduta di ogni trattativa. Come andrà a finire ? C’è solo da sperare che, ora, la Banca del Cilento (Vallo della Lucania) “accetti tutte le pretestuose richieste” (così dice chi della vicenda conosce molti dettagli) avanzate dalla Bcc Sassano nei confronti della Bcc Monte Pruno in un ultimo disperato tentativo di salvare capri e cavoli. Ma a questo punto tutto è possibile, anche il pensare che le richieste siano state fatte di proposito per incassare una bocciatura e passare all’altra banca che, pur di entrare nel territorio valdianese, avrebbe promesso mari e monti anche accettando qualche condizione capestro. Una cosa è certa, dopo trent’anni di indipendenza e autonomia è triste assistere praticamente alla consegna di un altro pezzo del territorio valdianese nelle mani di Vallo della Lucania che dal Vallo di Diano ha succhiato solo consenso elettorale e istituzioni senza lasciare mai nulla. Di questo dovranno rendere le necessarie spiegazioni tutti gli attori in campo, il CdA della Bcc Sassano – il suo presidente dimissionario e il grande oppositore, che non hanno fatto altro che regalare quel gioiello costruito trent’anni fa. La situazione è veramente difficile, ma i soci della Bcc Sassano dovranno rimanere al loro posto ed in piena tranquillità aspettare; l’istituto di credito sassanese è tuttora ben solido.

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