San Matteo 2015: la mancanza di un leader


Maddalena Mascolo

SALERNO – La mancanza di un leader si avverte in tutti gli angoli della Città, senza la presenza di Vincenzo De Luca la città di Salerno è una città nuda ed abbandonata a se stessa. La constatazione è amara ma è così; e questo non è un punto di merito ma, a ben pensarci, è piuttosto un punto di demerito. Perché ? Probabilmente perchè anche il mitico Vincenzo non ha saputo creare, in oltre vent’anni di regno assoluto e incontrastato, un suo degno delfino; tempo fa avevo scritto che De Luca è sicuramente un personaggio carismatico ma molto lontano dall’essere leader. Forse anche il mai tanto compianto Alfonso Menna lo è stato pur avendo amministrato una città che lo amava profondamente; ma almeno lui cercò di esserlo e venne infilzato dai suoi stessi allievi come storicamente è sempre accaduto. Da qui la tragica successione di capi non leader che hanno mandato in rovina la splendida città: Gaspare Russo, Vincenzo Giordano e Vincenzo De Luca; tutti e tre non sono stati capaci di lasciare successori capaci, autonomi e indipendenti. Una peculiarità comune anche a Carmelo Conte e Paolo Del Mese che erano sicuramente molto potenti sul piano politico ma non erano leader; forse tutti erano presi dalla paura di essere infilzati dai loro presunti ma improbabili delfini. Ma non c’è, purtroppo, neppure in Curia un leader degno di questo nome ovvero degno del prelato che per diciotto anni ha condotto la Chiesa salernitana senza mai lasciarla sprofondare verso il baratro come adesso. Ma se Gerardo Piero era accusato di essere capotico, scontroso e troppo politico, l’attuale arcivescovo Mons. Luigi Moretti non ha ancora dimostrato di essersi liberato dai tanti lacci e lacciuoli in cui lo hanno relegato tutti gli accaniti avversari e diffamatori di Pierro. E la Chiesa salernitana sprofonda sempre di più verso la confusione generale che, sicuramente, caratterizzerà la giornata dedicata a San Matteo, quella che ogni salernitano aspetta con trepidazione per un anno. Proprio ieri, nell’articolo dedicato a San Matteo, parlavo di “cieca ubbidienza” che in tanti vogliono mascherare con la “sobrietà” che certamente non passa per i fuochi d’artificio ma per i milioni di euro buttati ciecamente per le Luci d’Artista. Qualcuno oggi parla di sobrietà come alibi, ma nessuno ha il coraggio di dire o di scrivere che è la cieca ubbidienza che Napoli deve a De Luca ad offuscare ogni tentativo di trattativa, condotta male e finita peggio da uno stuolo di personaggi che assediano l’arcivescovo senza spiegargli per filo e per segno come funziona in questa città. Logicamente è fallito anche il presunto viaggio di San Matteo (alias arcivescovo !!) verso il palazzo Santa Lucia che da solo avrebbe potuto sciogliere i dubbi e rasserenare l’ambiente che ora è più surriscaldato che mai. Anche gli “ultrà” non ci stanno e non tengono in alcun conto gli omaggi del Presule, loro vogliono i fuochi e arrivano quasi ad accusare la Curia di ripicche politiche verso il loro kaimano. Mi inquieta, anche se la rispetto, la dichiarazione di Mimmo Ventura (consigliere comunale del centro storico) che non va da tre anni alla processione perché non sopporta l’onnipotenza della Chiesa. Evidentemente il pur bravo consigliere comunale vive su un altro pianeta, capisco che è uno dei supporter del kaimano, ma non aprire gli occhi di fronte al fatto che l’unico onnipotente è De Luca mi sembra davvero incomprensibile. Ma ormai la città è nuda, come dicevo in apertura, e può accadere tutto e il contrario di tutto, anche che la Polizia Municipale si svegli di soprassalto da un lungo torpore e minacci scioperi e assemblee (fortunatamente rientrate almeno per la giornata di lunedì) anche contro il comandante, nuova e fedele al credo deluchiano, che avrebbe comunque varato i trasferimenti d’ufficio. Ironica, invece, l’affermazione del consigliere comunale di minoranza Raffaele Adinolfi: “Il sindaco f.f. sia facente funzioni ma anche facente fuochi. Risparmiare 30-40mila euro per motivi di sobrietà è un’offesa all’intelligenza delle persone”. Cosa accadrà da qui a lunedì sera quando ancora una volta tutti i salernitani ritorneranno mogi mogi alle loro case ? Lo sanno soltanto in due: il Signore e San Matteo.

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