Bcc Sassano: altri sette giorni … tra politica, territorialità e stakeholders. Conferenza stampa per oggi di Antonio Calandriello ?


Aldo Bianchini

SASSANO – La Banca d’Italia avrebbe concesso altri sette giorni utili per il perfezionamento dell’accordo di fusione tra la “Bcc Sassano” e la “Banca del Cilento e Lucania Sud”. Se la notizia, filtrata attraverso le maglie dello stretto riserbo in cui si sono chiusi gli attori in campo, è vera vuol dire che entro il 30 settembre 2015 (mercoledì prossimo) dovrà essere approvata la proposta di fusione che i vertici della Bcc Sassano avrebbero già depositato in Banca d’Italia e che la stessa Banca avrebbe rimandato al mittente per alcuni doverosi aggiustamenti. Quindi, come scrivevo nel mio ultimo articolo, già dal 1° ottobre p.v. potremmo purtroppo toccare con mano il fatto che un’altra struttura e/o istituzione del Vallo di Diano transita definitivamente verso il Cilento e Vallo della Lucania, e non per colpa dei cilentani. Tenuto poi conto del fatto che i soci della Cilento sono oltre quattromila è facile ipotizzare che alla prima consultazione elettorale tra i soci le cariche che oggi verrebbero assegnate all’aggregata Sassano finirebbero con lo scomparire rapidamente dalla scena anche politica della ancor più grossa Cilento. Visto e considerato che la Banca è anche e giustamente espressione politico-economica di un territorio (come ha ribadito il direttore generale della Bcc Monte Pruno, Michele Albanese, con la denuncia sulle mancanze della politica locale per la drammatica situazione viaria del Vallo e del Cilento) viene naturale la domanda: “Ma la politica, soprattutto quella sassanese, che ha fatto e che fa ?”. Allo stato sembrerebbe assolutamente nulla; per questa ragione forse sta per nascere (se non è già nato !!) un “comitato contro il trasferimento della Bcc Sassano nella Cilento” che avrebbe già trovato adepti non solo a Sassano ma anche a Sala Consilina (con in testa addirittura il sindaco Cavallone) dove è la sede amministrativa della Bcc sassanese. Ma ritorniamo a Sassano per capire se e come la politica locale si sia mossa in favore della Bcc locale. Alcune indiscrezioni danno per certo che qualche mese fa, mentre era in pieno svolgimento la trattativa per la fusione tra la Bcc Sassano e la Bcc Monte Pruno sia intervenuto direttamente il sindaco Tommaso Pellegrino che avrebbe ufficialmente sollecitato il Presidente, il CdA e il Direttore Generale della Bcc Sassano a fare di tutto per “tutelare il ruolo e l’identità della Banca tenendo conto del danno che sarebbe derivato dalla delocalizzazione della sede centrale da Silla dove per anni ha rappresentato un importante punto di riferimento per tutto il territorio favorendo lo sviluppo dell’intera area”. Non è stato possibile avere maggiori lumi sulla veridicità dell’intervento del Comune di Sassano, né se e come la Bcc abbia o meno risposto alla determinata presa di posizione del Sindaco che dovrebbe avere valenza anche, se non soprattutto, nel momento in cui (oggi !!) si parla della sicura delocalizzazione verso la Cilento. Il Comune di Sassano, ovviamente, non ha ufficializzato questa indiscrezione, però dalla sede provinciale di Salerno della Banca d’Italia è filtrata la notizia che la presunta lettera del sindaco era già stata allegata agli atti della pratica di fusione tra la Sassano e la Monte Pruno; non si sa se sia stata allegata anche alla pratica di fusione tra la Cilento e la Bcc Sassano. Un chiarimento da parte dell’Amministrazione Comunale di Sassano appare, a questo punto, assolutamente doveroso; così come appariva ed appare doverosa la convocazione dell’Assemblea dei Soci che avrebbe invocato lo stesso Pellegrino. Ma la convocazione dell’Assemblea dei Soci non potevano chiederla anche i componenti della lista perdente ? Ma c’è di più !! Sembrerebbe che la Banca d’Italia, o meglio l’OdV (Organo di Vigilanza), sull’onda della risonanza della presunta lettera di Tommaso Pellegrino abbia scritto in maniera piccata alla Bcc Sassano per evidenziare che “alla luce delle recenti innovazioni legislative e strutturali i nuovi modelli di attività e di organizzazione devono muoversi non tanto in funzione della territorialità ma delle logiche del mercato senza proteggere interessi localistici e personali a danno degli stakeholders”. Mi corre l’obbligo di precisare che nel portare avanti questa inchiesta mi stò muovendo nell’ambito di un terreno particolarmente scivoloso e devo, dunque, parlare sempre al condizionale. Ma se davvero esiste il richiamo dell’ OdV può voler dire soltanto che la Banca d’Italia ha cercato subito di arginare quella che poteva sembrare una “diga difensiva” eretta dall’organo politico in danno dell’accordo di fusione che, in quel momento specifico, era in corso soltanto con la Bcc Monte Pruno, a meno di pensare che all’epoca la Bcc Sassano si muoveva su due direttrici: da una parte il gruppo pro-Monte Pruno e dall’altra quello pro-Cilento. Per arrivare da qui anche alla spaccatura finale avvenuta pochi giorni prima delle elezioni di maggio per il rinnovo delle cariche sociali che hanno decretato la sconfitta del primo gruppo capeggiato da Vincenzo Cammarano in favore del secondo capeggiato da Antonio Calandriello. Ma queste, ripeto, sono ipotesi e considerazioni più che legittime per un giornalista, seppure non saldamente ancorate a prove cartacee decisive. Prima di andare avanti è necessario chiarire (anche a me stesso che non sono un tecnico bancario !!) cosa significa il termine stakeholder: “Significa che è un portatore di interessi, ovvero un soggetto (o un gruppo di soggetti) influente nei confronti di un’iniziativa economica, sia essa un’azienda o un progetto”, ovvero i clienti, i fornitori, i finanziatori come banche e azionisti, i collaboratori, gruppi esterni e istituzioni locali. Nelle prossime puntate cercherò di entrare nei sacrari della Banca d’Italia per capire se e come la stessa si è mossa prima, durante e dopo l’ispezione iniziata a gennaio del 2015; ispezione che risulterebbe decisiva ai fini della strategia successiva messa in campo dai nuovi vertici della Bcc Sassano; non mancherò, naturalmente, di allungare lo sguardo anche alla “Banca del Cilento e della Lucania Sud” attraversata anch’essa da lotte politiche intestine prima e dopo lo scontro epocale tra il cofondatore Franco Chirico e il direttore generale Ciro Solimeno con relative connessioni al potere politico di Antonio e Simone Valiante. Intanto per oggi, o al massimo domani, era stata annunciata una conferenza stampa dell’ex presidente Antonio Calandriello a meno che la stessa non debba ritenersi rinviata in seguito alla concessione di altri sette giorni da parte della Banca d’Italia. Alla prossima.

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