Bcc Sassano: la nebbia e il ruolo della politica

Aldo Bianchini
SASSANO – Un mio caro amico, parlando della Bcc Sassano, mi ha ricordato una splendida poesia di Herman Hesse dal titolo “Nella nebbia” che, a suo dire, riproduce in versi il momento molto tumultuoso che lo storico istituto di credito sassanese sta vivendo, suo malgrado, a causa di una fusione con un’altra banca più grande che, forse, nessuno voleva ma che è costretta a porre in essere per via di una frettolosa legge di ristrutturazione del “sistema bancario italiano”. E’ bene, quindi, riportare per intero la poesia di Hesse: “””Strano, vagare nella nebbia! E’ solo ogni cespuglio ed ogni pietra, né gli alberi si scorgono tra loro, ognuno è solo. – Pieno di amici mi appariva il mondo quando era la mia vita ancora chiara; adesso che la nebbia cala non ne vedo più alcuno. – Saggio non è nessuno che non conosca il buio che lieve ed implacabile lo separa da tutti. – Strano, vagare nella nebbia! Vivere è solitudine. Nessun essere conosce l’altro ognuno è solo”””. Una storia bellissima, quella della Bcc Sassano, che rischia di finire nelle nebbie di rapporti interpersonali che sembravano solidi e sono diventati soltanto il frutto di schermaglie e timori intestini; ormai nessuno si fida più dell’altro, o meglio un gruppo non si fida più dell’altro gruppo in un turbinio di accuse e controaccuse, di domande e di risposte piccate, di frecciate e di celate minacce, di tentennamenti e di sicurezze, di potere e di contropotere. Tutto questo ha prodotto la semplice idea iniziale di fusione con un altro istituto e tutto questo ha esacerbato lo scontro tra maggioranza e minoranza nella legittima contrapposizione elettorale. Probabilmente perché la struttura non era pronta a simili battaglie, non era stata educata a tanto perché da tempo immemore era passato il principio che la leader-schip non poteva essere messa in discussione. Personaggi che hanno dimostrato sul campo di non essere leader ma soltanto carismatici, e di conseguenza non in grado di scegliere e far crescere i naturali delfini. Questo tipo di longevità amministrativa non mi è mai piaciuta perché è contro l’essenza stessa della democrazia. Insomma il presidente di un CdA non può fare il presidente per tanti anni; cosa diversa è per il potere esecutivo, quello del direttore generale, che può rimanere al timone per anni a meno di decisioni diverse del CdA. Il vulnus del problema è rappresentato dalla capacità di ogni CdA di esercitare il proprio ruolo in autonomia e indipendenza, e non soltanto quando si parla di un istituto di credito bancario. E’ in questo ambito che la politica ha il dovere di inserirsi, che deve recitare il suo ruolo sempre in favore del territorio e della sua autonomia. Dunque, al di là delle polemiche suscitate, è così che deve essere letto l’intervento del Comune di Sassano e del suo sindaco Tommaso Pellegrino diretto alla difesa della territorialità della Bcc Sassano e della sua autonomia nel segno della sua splendida storia. Il sindaco Pellegrino si era rivolto al Presidente, al CdA e al Direttore Generale per lanciare il suo appello tutto politico (ed assolutamente non campanilistico) per arrivare a una cosa dalla grande apertura democratica: “Chiedo, inoltre, una eventuale convocazione di una Assemblea straordinaria, in quanto ritengo che su un tema particolarmente delicato come quello di una possibile fusione, sarebbe opportuno che anche i Soci potessero esprimere la propria valutazione”. Questo accadeva nel gennaio 2015 e questo il succo dell’intervento politico del Sindaco di Sassano. E che doveva fare il sindaco oltre quello che ha fatto ? Niente, ha fatto semplicemente il suo dovere istituzionale rimanendo in uno stato di perfetta equidistanza e indipendenza, pur in presenza di tanti aspetti farraginosi, invocando anzi la convocazione di un’assemblea straordinaria. La mancanza, forse, è proprio della Bcc locale che non ha raccolto l’invito del Sindaco e non ha indetto una assemblea straordinaria monotematica per trattare un tema molto caro ai tantissimi e sensibili soci. Che poi la Banca d’Italia, nel prendere atto dell’intervento politico, scriva alla Bcc Sassano per sostenere la sua linea bancaria e invitare l’istituto di credito sassanese a non tenere conto della territorialità della struttura ma di badare solo agli interessi commerciali, beh !! questo è affare bancario, rispettabile ma non condivisibile dagli interessi politici che sono nettamente diversi e che mirano proprio a salvaguardare la territorialità delle istituzioni per difendere anche gli interessi degli stessi soci e degli stakeholders in particolare. Non ci siamo trovati di fronte ad un tentativo politico della “difesa campanilistica di un limitato territorio” e neppure al cospetto di un tentativo di cospirazioni indefinite e indefinibili; se non ci allontaniamo da queste logiche perverse e trasversali non andiamo da nessuna parte. Ma mi rendo conto che le Istituzioni, gli Enti e le Associazioni (almeno sul territorio valdianese) non sono ancora abituate ad un confronto franco e costruttivo con la stampa che deve produrre anche inchieste, serie e rigorosamente vincolate all’etica professionale, e non soltanto veline.

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