SANITA’: direttori in progress … su Uno Tv

Annalisa Corinaldesi

SALA C. – Vedere un direttore sanitario e uno amministrativo insieme in una trasmissione televisiva è un fatto abbastanza raro, forse unico, in tutta la provincia di Salerno. Soprattutto quando si parla di zone interne del territorio. Ci è riuscito brillantemente, come spesso accade, il collega giornalista Pietro Cusati con la sua trasmissione “Angolo Cusati” in onda sulle frequenze di “Uno Tv”, una televisione di Sala Consilina visibile anche su internet. Luigi Mandia (direttore sanitario del P.O. di Polla) e Edmondo Iannicelli (direttore amministrativo dello stesso plesso ospedaliero) hanno rivaleggiato e pareggiato non in uno scontro televisivo (come siamo abituati a vedere sui grandi net work) ma in un “incontro televisivo” tutto teso a ridurre le ancora enormi distanze esistenti tra le strutture e gli operatori sanitari e la massa enorme degli utenti. Una struttura ospedaliera, quella di Polla, che da più di qualche anno è sempre al centro di uno scontro politico territoriale e provinciale senza precedenti che ha provocato un indubbio depauperamento dei servizi essenziali della stessa struttura a tutto danno dell’utente che aspetta e spera sempre in una rinascita della sanità pubblica che fino a qualche decennio fa era stata il fiore all’occhiello di tutto il territorio valdianese. Ebbene la serenità con cui i due direttori hanno risposto alle domande del conduttore Pietro Cusati hanno ridotto di molto questo spazio di incomprensione che si è prodotto in questi anni; poi entrambi hanno evidenziato una capacità professionale nello sciorinare i dati sanitari e quelli amministrativi nel tentativo di rassicurare l’enorme platea dell’utenza.
Molto condivisibile, difatti, il punto di vista del direttore sanitario Luigi Mandia in merito alla parità di accesso alle cure sanitarie; come dire che un infartuato del Vallo di Diano ha gli stessi identici diritti di quello di Salerno che può godere della famosa “Torre del Cuore”. Naturalmente non si possono costruire tante torri nel deserto ma è necessario garantire il livello medio-alto di assistenza almeno nelle fasi preliminari della diagnosi e delle decisioni sulle successive cure. E in questo, ha detto Mandia, il P.O. di Polla ha tutte le capacità professionali per uscire alla grande da una situazione di empasse che rischia di danneggiare anche singolarmente i tanti operatori della sanità, senza distinzione di ruoli e di incarichi.
Altrettanto condivisili le argomentazioni portate in trasmissione dal direttore amministrativo, Edmondo Iannicelli, supportate da una serie di numeri e di dati statistici utili a far capire (anche con un linguaggio non molto tecnico) le difficoltà della sanità pubblica meridionale rispetto a quella settentrionale del Paese che non è il meglio del meglio, e su questo siamo totalmente d’accordo con il direttore amministrativo. Anzi, ha aggiunto il direttore, la sanità meridionale e quella campana in particolare potrebbe rapidamente scalare molte posizioni nazionali se solo si riuscisse a mettere in piedi un sistema di spesa molto più razionale di quello esistente. E’ assolutamente vero ma, ripartendo dall’affermazione del direttore Mandia in merito alla parità di accesso alle cure sanitarie, è altrettanto vero (e questa è la tesi che come testata giornalistica portiamo avanti da molto tempo, come dire che i giornalisti qualche volta riescono anche a suggerire risoluzioni e non soltanto a pubblicare veline !!) che non è più possibile pensare a creare e mantenere in piedi tanti piccoli P.O., semmai in paesi vicini (leggasi agro nocerino sarnese), completi di tutto, ovvero dal pronto soccorso, alla rianimazione, ai vari tipi di chirurgia e cardiochirurgia, alla riabilitazione, all’oculistica, all’emodinamica, alla cardiologia, ecc. ecc.; ce lo impedisce la logica ed anche l’economia che non è soltanto fatta di spending-review Ci sarebbe piuttosto bisogno di una “rete sanitaria capillare” fatta di tanti piccoli punti di primo intervento e di tante specifiche specialità da collocare nei plessi ospedalieri già presenti sul territorio provinciale. Facciamo un esempio che già altre volte abbiamo affacciato all’attenzione degli Organi decisionali della Asl. Il Presidio Ospedaliero di Polla (che è sceso dagli oltre 100 medici a soli 72 sanitari) potrebbe essere organizzato secondo alcune specialità ben precise in considerazione anche del suo sito orografico e olografico (vicinanza ad un tratto pericolosissimo dell’autostrada ed a cavallo tra la Calabria e la Campania), in modo da avere un pronto soccorso con medici e strutture all’avanguardia supportata a monte da una buona rianimazione e da una riabilitazione efficiente senza escludere una moderna unità operativa di chirurgia utile alla bisogna. Non ci si venga a dire che un paziente che deve essere operato di appendicite o deve essere curato per un disturbo intestinale ha bisogno di farlo per forza a Polla; dobbiamo abituarci alle distanze per ottenere le cure ai migliori livelli possibili. Non lo diciamo noi, lo dicono le lunghe e dettagliate esperienze di tanti altri Paesi europei e mondiali; insomma, un po’ come la sicurezza di cui in questi giorni si parla tanto, per avere il meglio bisogna rinunciare a qualcosa, altrimenti parliamo di aria fritta e consentiamo alla classe politica inerte ed insipiente di continuare a fare battaglie elettorali in cerca di voti sulla sanità pubblica.

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