PORTA SANTA: da Moretti al “Corano”

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – “Lumen fidei” (la luce della fede) cosa vuol dire: professare ed illustrare la fede cattolica o anche mettere la fede islamica nelle condizioni di fare irruzione in quella cattolica in una fase di studio e di riflessione esclusivamente riservata a quella cattolica, anche attraverso le aperture delle porte sante; queste le premesse che hanno indotto S.E. Mons. Luigi Moretti (Arcivescovo di Salerno) al gesto di apertura verso il mondo islamico, un gesto che induce ad alcune considerazioni perché i gesti, grandi o piccoli che siano, hanno bisogno di essere discussi senza preconcetti ed in piena serenità. A me personalmente sembra che il soggetto cattolico, in genere, sia più mite e più ben predisposto, rispetto al soggetto islamico, ad accogliere le altre religioni; una predisposizione che non è sottomissione e neppure resa senza condizioni. Forse perché vive la sua religione in maniera non viscerale come gli altri e capisce, più degli altri, che il fondamentalismo è pur sempre una deriva molto pericolosa. Per fare un esempio basta ritornare con la mente alle lotte dei lavoratori degli anni ’70 con i metalmeccanici sempre pronti e predisposti ai cortei urlanti e violenti per le strade tanto da essere additati come “fondamentalisti” e i famosi pubblici dipendenti sempre pronti a sfilare per le vie delle città come pretini (senza nulla togliere ai preti), tanto da essere additati come “colletti bianchi”. All’apparenza, ma soltanto all’apparenza, i metalmeccanici ottenevano sempre di più e i colletti bianchi all’apparenza, ma soltanto all’apparenza, ottenevano di meno schierati come erano nelle retrovie di una battaglia che loro certamente non volevano combattere con le armi dello sciopero selvaggio e della devastazione pubblica ovvero dell’insurrezione armata cui, loro malgrado, diedero vita alcune frange delle cosiddette “lotte operaie”.

Ma ritorniamo a Moretti (arcivescovo di Salerno) ed al “Corano” (la legge di Maometto !!) perché a Salerno domenica pomeriggio (13 dicembre 2015) è accaduto un fatto storico, quasi epocale, che purtroppo la stampa ha fatto scivolare tra le pieghe di un semplice discorso di pace e di fraternità che, seppure comprensibile, avrebbe bisogno di qualche approfondimento; un discorso che io, da queste pagine, non intendo assolutamente contestare o disprezzare ma soltanto discutere. E’ vero che tutta l’umanità dovrebbe essere un’unica famiglia, così come è vero che questo è l’anno della misericordia durante il quale bisognerebbe recuperare il senso della comunità in senso lato; ma la “porta santa” aperta dall’arcivescovo sul lato destro dell’ingresso principale del Duomo (tra campane che non suonavano o hanno suonato in ritardo, acqua santa che qualcuno aveva dimenticato di predisporre alla bisogna, ingombranti pacchi depositati per decenni dietro quella porta, ecc. ecc.) nel segno dell’apice della liturgia cristiana e della sua apoteosi impone alcune domande:  E’ o non è un fatto assolutamente ristretto alla fede cattolica ?  E’ non è assurto a simbolo dell’intera cristianità ? E’ o non è una elemento di distinzione millenaria con le altre religioni ? Ebbene qualcuno dovrebbe rispondere a queste domande, anche perché Papa Francesco che fino ad ora ha già aperto diverse porte sante non ha ancora concesso a nessuno di leggere brani del Corano durante le funzioni, neppure in Africa. Sarà anche vero che si è trattato di brani che inneggiano alla pace ed alla fraternità, ma è pur sempre il Corano che noi dobbiamo sicuramente rispettare ma non prendere a fondamento delle nostre celebrazioni religiose. E, invece, a Salerno, dopo le sbracate di San Matteo e le conseguenti forti tensioni, è accaduto anche questo e nel corso delle celebrazioni religiose all’interno del Duomo una donna islamica (che fortunatamente si è presentata a viso scoperto !!) ha avuto il privilegio di leggere dall’altare cristiano alcuni brani del Corano. E c’è stato anche un siparietto molto gustoso con l’Imam di Battipaglia, Mohamed Hedi Khadraoui, che ha portato in dono all’arcivescovo un quadretto con la seguente iscrizione: “Allah è misericordioso”. E il quadro, si fa per dire, è completo. “Prendiamoci cura degli altri  nell’anima e nel corpo, l’indifferenza è il tradimento di quell’amore che abbiamo sperimentato. Costruiamo invece il regno di Dio che è fatto di giustizia, di pace e di amore. L’augurio è che il bagno di misericordia di quest’anno faccia nuove le persone, le famiglie, la comunità, la società, la Chiesa”. Non c’è dubbio l’Arcivescovo ha pronunciato belle parole perfettamente in linea con il dettato del capo supremo della Chiesa cattolica ma la lettura del Corano poteva tranquillamente risparmiarsela; chi lo ha consigliato ha sbagliato, sempre che sia stato consigliato; dopo di che potremmo vedere a Salerno, e soltanto a Salerno l’improvviso fiorire di moschee che non sono mai state storicamente consentite e verso la costruzione delle quali anche i sacerdoti si sono da sempre opposti stoicamente.

E chissà cosa avrà pensato il concelebrante, l’arcivescovo emerito mons. Gerardo Pierro, che sicuramente sarà rimasto sorpreso dalle mosse innovatrici e futuriste dell’attuale primate della Chiesa salernitana. Diverse persone, tutte fedeli, incontrandomi hanno chiesto spiegazioni sull’accaduto ed ognuna di esse aveva già una risposta personale abbastanza piccata; lo sconcerto, raccontano le cronache, è serpeggiato anche tra le migliaia di fedeli presenti alla cerimonia dell’apertura della Porta Santa, una folla oceanica che neppure la processione di San Matteo era riuscita a richiamare per le strade del centro storico. Nessuno, però, ha pubblicamente protestato anche perché noi facciamo parte della schiera dei colletti bianchi e non dei metalmeccanici. Insomma, come dire, la voglia c’è, ma di religione cattolica, non certo di Islam con tutto il rispetto possibile per quella religione. Sinceri auguri di buon Natale 2015 a tutti.

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