Comunali 2016: la caduta del mito dello “studente-lavoratore”

Aldo Bianchini 

SALERNO – Che cosa è stato capace di fare il governatore Vincenzo De Luca nell’ambito della polemica scatenata, da par suo, contro il giovanotto deputato pentastellato Luigi Di Maio ?  E’ sfuggito a tutti, alla grande stampa nazionale così come al grande Crozza che con la sua satira sta facendo molti piaceri ad un De Luca alquanto affannato. E’ accaduto che il governatore per buttarsi precipitosamente nella mischia e nella rissa ha perso di vista le sue antiche e riconosciute capacità mimiche ma anche molto pungenti e, forse, senza volerlo ha abbattuto uno dei miti storici del comunismo in genere e del PCI in particolare: quello dello ”studente lavoratore”. Insomma De Luca con poche parole ha abbattuto uno dei totem della politica comunista, una politica che ha riscosso anche un certo successo perché è riuscita a tutelare gli studenti lavorati donando loro una complessa ed articolata legislazione con una serie di diritti che prima delle battaglie comuniste erano soltanto un lontano miraggio. Detto questo si può anche affermare che Luigi Di Maio è stato un perfetto modello di studente-lavoratore che dopo aver dato alcuni esami in ingegneria si è brillantemente laureato alla Federico II di Napoli; una laurea ben diversa dalle tantissime in “sociologia e filosofia”  che i peones del PCI riuscivano a sgraffignare nelle università minori sparse un po’ dovunque collezionando una serie impressionante di “18”, quello che veniva indicato come il “voto politico” che i professori universitari erano costretti a dare ai giovani attivisti comunisti dell’epoca. Insomma se Crozza avesse un po’ riflettuto sulla scabrosa vicenda De Luca – Di Maio avrebbe, forse, allargato la sua satira anche nei riguardi del prode De Luca che, comunque, è titolare di una laurea in filosofia anche se certamente conseguita senza il supporto del voto politico. Ma per De Luca è sempre un’altra storia, con lui la stampa è distratta e lo mette nelle condizioni ideali per veicolare soltanto messaggi dalla rapida presa sull’immaginario collettivo di un numero inimmaginabile di persone che ancora credono nelle sue esternazioni televisive e si fanno facilmente soggiogare dalle parole ad effetto che nessuno, comunque, riesce a contrastare con altrettanta capacità persuasiva sulla gente. Ma l’attacco, però, potrebbe anche significare che si è aperto uno squarcio nell’impenetrabile muro di gomma deluchiano che per oltre vent’anni ha massacrato tutto e tutti e che mai, prima d’ora, si sarebbe sognato di scendere su un terreno che potrebbe vederlo scivolare sulla classica buccia di banana.

Difatti, dopo la violenta polemica, i benpensanti dovrebbero chiedersi che se è vero (ed anche meritevole) che Di Maio ha fatto il pizzaiolo il webmaster e lo steward nello stadio San Paolo, qual è stata l’attività lavorativa produttiva che ha espletato l’attuale governatore della Campania prima di diventare segretario provinciale del PCI, sindaco di Salerno, deputato e governatore. Distratto, oltre a Crozza, anche lo stesso parlamentare Luigi Di Maio che se da un lato fa bene a non cadere nella rete, dall’altro lato farebbe anche meglio se chiedesse al suo rivale conto e ragione sulla sua attività lavorativa pregressa. Se lo avesse fatto avrebbe scoperto che Wikipedia nella lunga biografia dedicata a Vincenzo De Luca non fa il minimo accenno all’eventuale attività lavorativa svolta dall’interessato prima o durante la lunghissima e travolgente carriera politica. Ma De Luca ovviamente è cambiato, ed anche molto; da quando andava in giro con maglione dolce vita nero (tipico look dei giovani attivisti comunisti degli anni ’60) ad oggi con giacca e cravatta di acqua ne è passata sotto i ponti; il personaggio è sostanzialmente cambiato ed ascoltiamo e vediamo un signore che pronuncia ancora qualcosa che sa di comunismo ma che vive brillantemente da “borghese medio alto”. Tutto il contrario del povero malcapitato Luigi Di Maio che parla da pentastellato ma vive sostanzialmente come un vero comunista con la necessità di andare a lavorare per potersi laureare. E questa è una differenza da non poco conto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *