Salerno fatti bella: la ex fabbrica Di Filippo e il rischio dell’amianto !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO – C’è un mostro nel pieno centro cittadino e nessuno sembra accorgersene. Il mostro è di antica fattura e rimane lì da decenni a simboleggiare non solo la bruttura paesaggistica della zona ma anche a testimonianza delle opera incomplete lasciate in dono dall’attuale governatore Vincenzo De Luca alla città che governa ininterrottamente dal 5 dicembre 1993. Parlo della zona in pieno Torrione dove sorgeva la ex fabbrica di mattonelle “F.lli Di Filippo”; una fabbrica non molto grande ma che sicuramente fin dal 1907 (anno della sua nascita) ha dato lavoro e certezze a centinaia di famiglie salernitane. Quando arrivai da ragazzo a Salerno da Muro Lucano (Pz) nel ’59 andai ad abitare all’inizio di Via Federico della Monica n. 16 proprio di fronte alla fabbrica che all’epoca era in piena attività e mio padre mi spiegò che quella fabbrica poteva essere considerata anche un simbolo per il nostro paese di provenienza in quanto uno degli ingegneri che l’avevano progettata si chiamava

Vincenzo Melucci, un professionista nato e cresciuto a Muro Lucano. La cartolina inviatagli dalla dirigenza della fabbrica, che allora aveva gli uffici in Corso Vittorio Emanuele, ne testimonia il passaggio tecnico. Poi la grande crisi del settore degli anni 70/80 e la potenza delle grandi industrie del nord fiaccarono la resistenza e la volontà dei Di Filippo di continuare nell’eccezionale impresa; e piano piano la fabbrica si spense fino a rimanere per decenni chiusa e con il cancello sprangato da una grossa catena d’acciaio. Quello che poteva essere considerato un vero miracolo della prima metà del secolo scorso finiva malamente nelle secche della improduttività; ma la sua fine avvenne con onore tutto da ascrivere alla famiglia Di Filippo che seppe uscire di scena lentamente senza deludere neppure uno dei tantissimi dipendenti che aveva avuto nel corso dei lunghi decenni. Non si può dire la stessa cosa per il dopo, per ciò che è avvenuto soprattutto nei decenni del dominio amministrativo dell’ex sindaco Vincenzo De Luca che, guarda caso, all’inizio della sua attività di sindaco aveva al suo fianco, come stretto collaboratore tecnico, l’ingegnere Ercole Di Filippo (erede della potente famiglia salernitana) che venne messo sempre da De Luca a capo dello storico “ufficio di piano” che doveva ristrutturare ed abbellire Salerno partendo dalle A.P.U. ideate e progettate dal mitico

Oriol Bohigas (il grande urbanista catalano del quale l’allora sindaco sembrava sinceramente innamorato). Nel tempo lo spazio che vedete nelle immagini è stato, purtroppo, utilizzato anche come grimaldello politico per risolvere, o cercare di risolvere, diverse situazioni abbastanza intricate. Dunque l’area di proprietà degli “eredi Di Filippo” alcuni anni fa fu acquistata dall’allora potente

re dei supermercati di Cava de’ Tirreni, Antonio Della Monica, con l’intento di creare al posto della dismessa fabbrica un supermercato di tutto rispetto in una zona molto allettante dal punto di vista commerciale. Il Comune di Salerno, allora invasato dal megaprogetto della “metropolitana all’aperto” (inutile e costosissima) impose al Della Monica un vincolo speciale, doveva cioè lasciare in favore della comunità lo spazio utile alla realizzazione della stazione di Torrione della stessa metropolitana. Una stazione che doveva servire non solo Torrione ma anche Sala Abbagnano e tutta la zona delle “case popolari e delle palazzine Lauro” esistenti a ridosso della “Caserma Angelucci”. Non è dato sapere chi e come condusse le trattative per i due soggetti (pubblico e privato), sta di fatto che qualche tempo dopo Antonio Della Monica si impegnò anima e corpo anche nella sponsorizzazione di una campagna elettorale amministrative per il ritorno del mitico De Luca al suo posto in comune. Le cose andarono male e l’incauto imprenditore finì nelle maglie della magistratura per il mega fallimento che coinvolse i suoi supermercati insieme a quelli dell’ex presidente della Provincia Angelo Villani. Negli ingranaggi del giocattolo politico-imprenditoriale si era rotto il meccanismo sapientemente tenuto a galla dalla politica ed inevitabilmente tutto il sistema crollò. Ma con il fallimento di Della Monica finì anche il sogno della stazione della metropolitana di Torrione, un quartiere che non conosce la metropolitana e che deve sopportare anche quell’obbrobrio di area lasciata abbandonata a se stessa in attesa delle determinazioni finali della lenta magistratura. Ora i residenti della zona incominciano a chiedersi il perché di tanto scempio ed insorgono, arrivando finanche a sussurrare che sotto

quelle montagnelle di terra potrebbero essere stati depositati anche i detriti di amianto residuati dall’abbattimento del capannone industriale che prima sorgeva per la fabbrica Di Filippo. Un fatto molto grave se dovesse essere confermato; al momento si tratta soltanto di supposizioni ma i residenti chiedono che qualcuno disponga l’effettuazione di carotaggi e di analisi accurati al fine di scongiurare pericoli per la salute della popolazione. Ricordiamo che al momento l’area è sotto sequestro giudiziario e che l’ultimo proprietario è stato l’imprenditore metelliano.

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