Banche: Chi ha sbagliato, paghi!!! Sarebbe giusto così …

di Michele Albanese

 

SANT’ARSENIO – Sono stato colpito ieri dalle immagini dei risparmiatori che hanno organizzato un presidio dinanzi

Banca Etruria ad Arezzo.

Persone normalissime, come tante, che sono scese in piazza per protestare contro quella che è

stata chiamata l’indolenza di Nuova Banca Etruria nel trovare una soluzione per le vittime del

Decreto “Salva-Banche”.

Sul giornale “Il Tirreno” sono stati pubblicati alcuni numeri importanti: in Toscana, nella notte del

Decreto “Salva-Banche” sono spariti circa 300 milioni di euro con il coinvolgimento di migliaia

persone, che hanno visto letteralmente bruciare i risparmi di una vita con la nascita di Nuova

Banca Etruria, praticamente la stessa, ma senza perdite e con un capitale appena ricostituito da

442 milioni di euro.

L’operazione connessa al Decreto “Salva-Banche”, in tempi da record, ha predisposto il salvataggio

di 4 banche in dissesto: Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti.

Messi in ginocchio migliaia di risparmiatori, i quali hanno pagato, con i propri soldi, la crisi delle 4

banche.

Significa, in parole povere: chi non ha sbagliato, ha pagato!

Questi, in breve, i fatti, ma un cartellone di un risparmiatore di Arezzo ha richiamato, ancora di

più, la mia attenzione: “A noi lezioni di finanza, a voi lezioni di onestà”.

Un monito che racconta tante cose, che riassume al meglio quello che sta succedendo.

Un primo passaggio fondamentale va fatto nei confronti di altre banche appartenenti al sistema

bancario italiano, le banche di credito cooperativo, analizzando come esse hanno reagito a

situazioni di criticità.

Quello che dal Governo viene considerato un modello da riformare perché poco solido e composto

da piccoli banchieri, ha sempre risolto da sé i problemi, in autonomia e senza aiuti di stato (non

dimentichiamoci di ciò che accadde con Banca Mps), dimostrando di essere un sistema nel vero

senso del termine.

E gli ultimi accadimenti sono sotto gli occhi di tutti, anche non troppo enfatizzati, nonostante la

loro portata: dall’operazione di salvataggio di Banca Padovana e qualche altra BCC da parte del

sistema del Credito Cooperativo, il quale ha provveduto alla risoluzione delle crisi con un progetto

fatto “in casa propria“, senza chiedere niente a nessuno, al rimborso, d’iniziativa, di alcuni prestiti

obbligazionari subordinati emessi da alcune BCC, le quali nel nome dei valori del Credito

Cooperativo, tra cui l’etica, e per non diffondere panico tra i propri risparmiatori, dopo quello che

era accaduto con il Decreto “Salva-Banche”, hanno rimborsato anticipatamente questi titoli ai

sottoscrittori.

Di questo nessun telegiornale ne parla, così come nessuno parla dei 225 milioni di euro versati

dalle BCC al Fondo di Risoluzione per il salvataggio delle ormai famose quattro Banche.

Nel nostro piccolo, qualche anno fa, per l’appunto, ci siamo fatti carico di un’operazione di

rimborso nei confronti della clientela.

Nella faccenda relativa alle Lehman Brothers, infatti, ci siamo assunti la responsabilità di quello era

accaduto, nonostante nessuna previsione normativa o contrattuale lo prevedesse, rimborsando, in

toto, ai nostri clienti il valore di quelle obbligazioni ormai diventate carta straccia.

Fu quella un’azione di circa 2 milioni di euro, che non vuole in nessun modo paragonarsi con il crac

delle quattro banche italiane, ma che, nonostante ciò, presenta diversi elementi in comune:

azzeramento del valore dei titoli in mano ai risparmiatori, un investimento crollato senza che

nessuno si aspettasse un evento del genere, tanti clienti che si erano fidati ciecamente della Banca

senza interessarsi minimamente del rischio che stavano correndo.

Peccato, però, che nonostante i punti in comune il finale non sia lo stesso.

Perché lo abbiamo fatto? Semplicemente per onestà intellettuale ed etica nei confronti di alcuni

clienti che si erano fidati della nostra Banca.

A cosa abbiamo rinunciato per compensare tali esborsi? Sono state fatte delle scelte, non senza

sacrifici, per incidere sulla struttura dei costi aziendali, influenzando al minimo il fattore

reddituale. Risparmi sulle spese generali, sui costi di rappresentanza, sui compensi ai vertici

aziendali ed all’esecutivo.

In parole povere, ci siamo assunti la responsabilità di ciò che era stato fatto, mettendo in

discussione le nostre scelte, le nostre azioni senza entrare minimamente nel merito di quello che i

nostri clienti avevano sottoscritto.

Abbiamo dato più importanza alle persone rispetto al denaro.

Oggi, la nostra Banca, così come nel 2008, rifarebbe la stessa operazione messa in piedi all’epoca,

perché fu un segnale chiaro di chi eravamo e di quali valori ispiravano la nostra azione.

Ritornando alla vicenda della 4 Banche, c’è anche un’altra valutazione da effettuare.

Queste “nuove” banche, nel giro di poco tempo, si troveranno nuovamente a creare utili e,

magari, arricchire coloro i quali hanno generato questi guadagni, dimenticandosi di quei poveri

risparmiatori che hanno perso tutto.

Sono sempre più convinto, a questo punto, che vada applicato un principio: chi ha sbagliato,

paghi!!!

Non voglio essere un giustizialista, puntare il dito e colpevolizzare qualcuno, perché non mi

interessa assolutamente sapere se c’era o meno un conflitto di interessi alla base del decreto

“Salva-Banche” del Governo Renzi, ma è opportuno che chi ha sbagliato si assuma la responsabilità

di rimborsare i risparmiatori.

Non vorrei, come ho già detto in un’altra circostanza, che gli stessi signori si trovino ben presto ad

amministrare altre banche con il rischio di creare gli stessi problemi oppure con la possibilità di

uscirne nuovamente vincitori incassando lauti compensi!

Ci sono i nomi ed i cognomi e non è assolutamente difficile individuarli.

C’è un disegno secondo il quale questi soggetti non devono pagare? Lo facciano, allora, le nuove

banche dando tutti una lezione di onestà, proprio come recitava quel manifesto.

Sarebbe una grande lezione per tutti, sarebbe il segnale che in Italia qualcosa veramente sta

cambiando, sarebbe anche una lezione all’Europa, sarebbe un messaggio ai mercati, sarebbe

un’azione da grandi uomini; forse sarebbe solo un’azione da uomini, veri, quelli che

effettivamente mancano in questa vicenda.

Concludo facendo un ultimo passaggio sulla vicenda, ricordando come il fallimento delle Lehman

Brothers, per la nostra Banca, abbia avuto un effetto boomerang, nel senso che, a distanza di anni,

abbiamo raccolto i frutti di un’operazione che in quel momento ci è costata tanto, sotto tutti i

punti di vista.

Il mio è semplicemente un consiglio … al resto dovranno pensarci altri!!!

Sant’Arsenio (SA), 29/12/2015

MICHELE ALBANESE

Direttore Generale

BCC Monte Pruno di Roscigno e di Laurino

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