SANITA’: licenziamenti doverosi al Ruggi ? … e la sanità di Servalli ?

Aldo Bianchini

SALERNO – Per evitare distorsioni nell’interpretazione di quello che andrò a scrivere rispondo subito alla domanda contenuta nel titolo di questo approfondimento e dico “SI, i licenziamenti andavano fatti, senza se e senza ma”. Poi lasciamo campo libero a tutti i licenziati di ricorrere dove e quando vogliono, di farsi difendere da chi vogliono e, se del caso, anche di farsi riassumere con il risarcimento delle indennità eventualmente perdute. Ma il licenziamento va fatto. Non riesco a capire come non sia possibile passare una giusta e corretta informazione alla gente comune, cioè a tutti quelli che dipendenti pubblici non sono e non lo saranno mai ed a tutti i giovani in attesa del famigerato “posto fisso” nella pubblica amministrazione anche a costo di sostituire chi il posto l’ha avuto ma non lo ha saputo tutelare dedicandosi con passione alla sua attività. Ripeto, bisogna ribaltare il ragionamento e cominciare a capire che se esiste un regolamento (non dico una legge) interno, quel regolamento va applicato senza aspettare l’arrivo della magistratura perché non possiamo delegare sempre e tutto ad essa che, per forza di cose, ci può mettere anche anni ad assumere una decisione mentre l’assenteista continua a fare i comodi suoi aggrappandosi a tutti i sistemi possibili per allentare la pressione dell’opinione pubblica, per ottenere rinvii e perizie ed alla fine per essere graziato quando sono già passati molti anni dall’evento delittuoso e l’opinione pubblica è ormai incentrata su altri momenti scandalistici. Pensate a cosa accade nello sport dove, grazie a Dio, c’è una giustizia interna molto veloce e che in definitiva applica alla lettera tutti quelli che sono i regolamenti di quel settore dell’attività umana, e lo fa senza aspettare la vera giustizia che è quella della magistratura che, spesso, può anche risultare diversa. Ma il problema non sta nella diversità di giudizio perché di giudizio ce n’è uno solo ed è quello della magistratura e del dibattimento pubblico, il problema sta nel fatto che bisogna applicare le leggi e i regolamenti, punto. Tutto il resto viene dopo, quando gli avvocati difensori (come ha fatto molto abilmente l’avvocato Michele Sarno, domenica 17 gennaio 2016, dalla tribuna di “L’Arena” di Giletti su Rai-1) che si cimentano troppo spesso nel voler difendere anche l’indifendibile. Ma questo, ripeto ancora una volta, deve venire sempre dopo che i dirigenti degli enti (i quali spesso si atteggiano a manager pur non essendolo !!) hanno applicato con coraggio e senza pregiudizio i regolamenti e le leggi, anche alla luce dell’ultimo decreto governativo che impedisce a chiunque di potersi rivalere direttamente sui dirigenti qualora una sua decisione venisse cambiata dalla magistratura. Il concetto, mi sembra, è chiaro; qui non si deve ledere nessun diritto e bisogna consentire anche alla capo-sala che dopo aver timbrato il cartellino in ospedale se ne è andata al mare col marito ovvero col fidanzato o con l’amante. Ma questa capo-sala deve farlo nelle sedi competenti da licenziata (meglio ancora sarebbe se si dimettesse in via transitoria) senza passare attraverso le “tribune televisive” che molto spesso propongono argomenti soltanto finalizzati ad un dibattito politico senza la possibilità di contribuire a cambiare il Paese; l’altro giorno su Rai-1, ad esempio, è andata in scena un’altra squallida rivisitazione dei fatti accaduti al Ruggi di Salerno, fatti pompati e sgonfiati a seconda le esigenze e con un avvocato (Michele Sarno !!) che si arrampicava sugli specchi per spiegare a tutta l’Italia le ragioni che potrebbero esistere anche dalla parte della capo-sala. Questo è assolutamente sbagliato, capisco che si fa audience, ma gli ascolti non risolvono il problema e spesso confondono i termini del discorso come la situazione di quel sindacalista (che io ho sempre definito pseudo-sindacalista perché vorrei vedere quanti iscritti rappresenta, ieri come oggi !!) e il cui nominativo non risulterebbe ancora incluso tra gli otto licenziati; un sindacalista da tempo inviso anche a tutti gli altri sindacati (leggasi CISL di Giuseppe Cicalese) che hanno una grossa rappresentanza e che hanno contribuito a smascherare il problema degli oltre “ottocento nullafacenti” (come li definirebbe Pietro Ichino) del più grande ospedale della Provincia di Salerno. E’ bene ricordare che quel sindacalista lo lanciai proprio io, molti anni fa, sugli schermi televisivi con attacchi inverecondi contro il Ruggi e l’Asl; ma quando mi resi conto (dopo poche apparizioni su Quarta Rete) che le sue battaglie potevano essere scambiare soltanto per meri interessi personali lo allontanai dalla mia tv. Quel sindacalista si è sempre impegnato in battaglie molto ristrette ed anche personali nell’assumere le difese di casi indifendibili e, quindi, contribuendo non al salvataggio ma sicuramente allo sfascio dell’organizzazione sanitaria del Ruggi; altro che storie; ribadisco, però, che quel sindacalista ha tutti i diritti di difendersi ma lo faccia da licenziato nelle sedi competenti. Oggi, invece, campeggia ancora su alcuni quotidiani che, giustamente per loro, pensano a vendere qualche copia in più e non a contribuire a risolvere il problema. Capisco anche che la tv nazionale, come quella di Giletti, chiama nelle proprie tribune le due parti in campo per cercare di assicurare la cosiddetta parità di accesso, ma domenica 17 gennaio a sedere su quegli scranni doveva essere soltanto la dirigente delle “risorse umane” del Ruggi (Antonietta Niro) che ha avuto gli attributi di firmare i provvedimenti di licenziamento (sostenuta dal parere dell’ottimo professore-avvocato Sergio Perongini, già magistrato) senza aspettare gli esiti delle inchieste giudiziarie che si perderanno in mille rivoli tenuto conto della impressionante massa di inquisiti. C’è, dunque, anche un problema di informazione e comunicazione; spesso le testate giornalistiche, anche quelle nazionali, cercano il caso soltanto per fare ascolti. Ma la sanità pubblica è molto complessa ed articolata e non è facile muoversi al suo interno per descriverne le tante cose buone ed anche quelle brutte, anche perché nel bel mezzo c’è la politica che devasta ed inquina e che consente anche l’acquisizione di una massa impressionante di voti. Ma tutti i nodi vengono al pettine e il caso politico è già scoppiato, tra Servalli e De Luca, per la questione della ginecologia di Cava; nella prossima puntata parlerò della “sanità di Servalli”.

One thought on “SANITA’: licenziamenti doverosi al Ruggi ? … e la sanità di Servalli ?

  1. Gentile Direttore,
    sono d’accordo con tutto quello che ha scritto, ma deve convenire con me che bisogna essere consequenziali. Sempre.
    Questa giustificata e condivisibile “intransigenza” deve essere uguale per tutti. Sempre che i fatti siano come sono stati descritti. I “nulla facenti” certo , ma anche chi ha permesso,eventualmente, questa “nullofacenza”. O no?
    Se fossero casi isolati ad un solo episodio, assolutamente,comunque, da condannare e perseguire..il licenziamento, sia pur in linea di massima giusto,da legge già esistente senza le “strambate” dell’etrurio Matteo, potrebbe essere , penso, anche essere esagerato (non sto parlando di chi timbrava e andava al mare a passeggiare o a fare la spesa), ma , in ipotesi, solo in ipotesi, potrebbe trattarsi, sempre nel caso che si trattasse di un fatto isolato……..di una improvvisa forza maggiore “sopravvenuta”che ha annebbiato la dovuta “stimbratura”. Non vestiamoci dei panni dei moralizzatori oltre ogni umano limite. Bacchettoni dell’ultima ora. Non voglio fare l’avvocato d’ufficio di nessuno ed è normale che nelle sedi opportune, se saranno dimostrate “circostanze eccezionali” ( non si può aprioristicamente escluderle), severe sanzioni disciplinari potrebbero essere anche più che sufficienti.
    Ma effettivamente dobbiamo credere o dovremmo credere che i “nulla facenti” erano invisibili? Non erano presenti sui turni? Peggio. Se non erano presenti sui turni ordinari, le ore che facevano in “plus paesaggistico e shopping” erano passate come straordinario? E chi apponeva la firma autorizzativa a questi speciali “straordinari”? Quale Coordinatore Infermieristico? Quale Direttore di Struttura Complessa? Quale dirigente Amministrativo? E il Capo del Personale, a fronte di determinati “sforamenti periodici”, non si allertava? Dormiva ? ( sono solo chiaramente ipotesi….è possibile che effettivamente al Ruggi si vivesse nel “ migliore dei mondi possibili”….a nostra insaputa e di Voltaire ( immagino le risate che si starà facendo, spero, con la bonimia che la contraddistingue). Le trasmissioni televisive locali e nazionali sul caso su cui “azzupare” l’indice di ascolto ? Prendono il tempo che trovano e colpiscono il pubblico di “ personaggietti” di turno……Lira TV docet. L’avvocato?…….fa il suo mestiere….difende o cerca di difendere . Niente di più.Anche agli assassini,rei confessi viene garantita la difesa d’ufficio. Più che chiedersi chi o che cosa vorrebbe difendere l’avvocato, anche se indifendibile, non sarebbe più giusto interrogarsi su chi permette queste comparsate televisive ? L’uso familistico e amorale che si fa del Servizio pubblico?
    Lei giustamente sottolinea la schiena dritta del Funzionario Amministrativo, che ha firmato gli inflessibili e dovuti provvedimenti.Sfido, dopo quel terremoto mediatico? Era il minimo….non il massimo, fermo restando il condiviso plauso alla fermezza e “attributi” dimostrati. Ma ? …….un solo ma me lo consenta , si doveva arrivare a questo? I controlli in questo Ospedale non esistevano proprio? Se non fosse arrivata la Magistratura……..di sua sponte,il Funzionario, non si sarebbe accorta di niente ne proposto ne firmato niente ? Ma come? Fatti commessi sotto il naso dei suoi Dirigenti? A sua totale insaputa? ( non è assolutamente ne lontanamente una accusa è solo , che se fosse vera , sarebbe solo una amara presa di coscienza. Un dubbio, credo legittimo) . I Dirigenti vedevano…sapevano e preferivano stare zitti e firmare? Una mano lavava l’altra? ( ipotesi,Direttore, solo ipotesi, di un cittadino che purtroppo si è formato anche leggendola e che grazie a Lei, non confonde i giornalisti con i “giornalai”).Comprendo e condivido Il suo furore pantoclastico nei riguardi di persone che non meritano nulla ( mi lasci passare un forse) ma non la posso confondere con il pubblico di “Quo vado” (oltre gli incassi che ha fatto e continuerà a fare.Un Augurio sincero.)….non è puzza sotto il naso radical-chic, mi creda, da intellettualoide di salotto stile “la grande bellezza” …..non sono Jep Gambardella, che declassifica le “opere popolari” mediocri solo perché nazional-popolari…….sono solo una persona che si è abituato al suo stile sobrio e sferzante ma sempre equilibrato.
    Potrebbe essere facile far parte del coro : “dagli all’untore……al nulla facente di turno………proporre una :organizziamo una crocefissione pubblica al San Leonardo dei “furbetti del cartellino””. Ma lei mi abituato ad essere più freddo…..fermo nella condanna ,certamente,….ma freddo, tenendo in considerazione tutti gli aspetti. Mi consenta di ricordarne uno :
    “concorre nel reato con condotta commissiva – anziché mediante omissione ai sensi dell’art. 40, comma 2 c.p. – il dirigente di un ufficio pubblico che non soltanto non impedisce che alcuni dipendenti pongano in essere reiterate violazioni nell’osservanza dell’orario di lavoro, aggirando in modo fraudolento il sistema computerizzato di controllo delle presenze, ma favorisca intenzionalmente tale comportamento creando segni esteriori di un atteggiamento di personale favore nei confronti dei correi, in modo tale da creare intorno ad essi un’aurea di intangibilità, disincentivare gli altri dipendenti dal presentare esposti o segnalazioni al riguardo e così affievolire, in ultima analisi, il cosiddetto ‘controllo sociale’ “….”tale condotta ha valenza agevolatrice del reato anche solo per il sostegno morale e l’incoraggiamento che i dipendenti infedeli ricevono da una simile situazione di favore; senza che occorra accertare se il dirigente dell’ufficio avesse o meno il potere di impedire la consumazione del reato”.Direttore è solo la stima che le porto che mi ha fatto scrivere,forse una sacco e una sporta di fesserie, ma so di averle affidate ad una persona che legge, studia ,medita e poi scrive. Ci saranno Dirigenti che riceveranno lo stesso trattamento per omissione di controllo? Troveranno lo stesso Funzionario pronto e inflessibile a scrivere? Aspetto la Sua prossima.Buon lavoro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *