Comunali 2016: Giuseppe Amodio … Salerno ai salernitani nella Las Vegas dei sogni!!

Aldo Bianchini

SALERNO – Che piaccia o no, che i puristi si stiano turando il naso (ammesso che ci siano ancora puristi in giro !!), che i politicanti facciano fin ta di non  conoscerlo, è Lui il personaggio venuto fuori dalla società civile che sta caratterizzando questo inizio lento e sonnacchioso della campagna elettorale che fra qualche settimana esploderà e deflagrerà in tutta la sua potenza. Si va decisamente verso le elezioni amministrative di giugno per il rinnovo del consiglio comunale e del sindaco di Salerno, si vota anche in altre comunità (tra le più importanti quella di Battipaglia) ma la battaglia come sempre è qui in città. E mentre tutti affilano le armi o cercano coalizioni impossibili ecco spuntare uno slogan molto semplice ma dal grande impatto sull’immaginario della gente: “Sei anche tu nauseato dalla chiacchiere dei politici su tv e giornali ? Noi si e vogliamo i fatti”. L’autore ha  un nome e un cognome: Giuseppe Amodio. Si definisce il “futuro sindaco del lavoro e della qualità della vita a Salerno”. Ha fondato un movimento politico che si chiama “Progetto Salerno” (che darà il nome anche alla lista con “Salerno ai salernitani”) proprio perché l’obiettivo principale è quello di intervenire strutturalmente su aspetti quali lo sviluppo economico, sociale e culturale della città di Salerno  e la sua specifica volontà da candidato a sindaco è di trasformare la città da bella (si fa per dire !!) ma povera e di emigrazione in città bella ma anche ricca. Il progetto è nato nell’ottobre 2013 e il 17 gennaio 2014 c’è stata la messa in rete del sito e, contestualmente, il primo discorso del presidente di “Progetto Salerno”, Giuseppe Amodio. Lo scopo del movimento è quello del raggiungimento del «benessere reale dell’individuo all’interno di una collettività», scriveva su Le Cronache del Salernitano. Nello statuto di “Progetto Salerno” sono indicate tutte le finalità: reddito di cittadinanza comunale di 200 € al mese ai pensionati ed a tutti i disoccupati; sicurezza del territorio; 30 navette bus per le zone collinari; supermercato e sanità comunale; sostentamento turismo, artigianato, commercio, agricoltura; costruzione in litoranea di un’area divertimenti stile Las Vegas; fitti e mutui agevolati; case comunali “family farm”; riqualificazione energetica degli immobili; rifiuti zero; orti urbani; scuola per manager ecosostenibili; traffico zero con tram; piste ciclabili; biblioteca comunale; diffusione storia di Salerno; 20 milioni di euro per la squadra di calcio Salernitana; eventi culturali e festivalieri. “Tutto questo -dice Amodio- sostenuto dai principi etici che sono alla base del vivere civile: rispetto per tutte le parti sociali, onestà e impegno con l’obiettivo finale della condivisione dei benefici ottenuti dall’azione comune”. Il tutto con una mission ben precisa: quella di riavvicinare i cittadini ad una politica che è sempre più lontana dalla gente e distratta dalle vere problematiche della città. Alla guida del nuovo “Progetto Salerno” è sempre lui, giovane imprenditore salernitano, Giuseppe Amodio che nel suo primo discorso di un anno fa ha affermato: “Mentre i politici locali si concentrano su come spendere altri soldi pubblici nel cemento, i salernitani continuano ad emigrare, soprattutto nelle fasce di età più produttive. Si formano qui e poi vanno ad arricchire altre aree del paese. Noi siamo al lavoro, col contributo di molti cittadini, per fermare questo flusso, progettare possibilità di lavoro stabili e di lungo periodo, di concerto con tutte le vocazioni imprenditoriali del nostro territorio, e di tutto ciò che è il mondo del lavoro autonomo”. Se son rose fioriranno, ovviamente; nel frattempo e nell’attesa di tempi migliori per il suo posizionamento politico ha invaso la città con un numero impressionante di volantini, molti dei quali affissi lateralmente ai portoni dei palazzi in modo da essere visto e letto da tutti i cittadini. Largo ai giovani, dunque, e Giuseppe Amodio appare un giovane ben intenzionato e dalle idee abbastanza chiare. Speriamo soltanto che la sua storia non finisca come quella di “Fonz ‘a patana”, cioè con qualche discorso enfatizzante e nulla più.

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