BANCHE: usuraie o smemorate … ma che succede in Italia ?

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Da tempo mi interesso del mondo bancario puntando i riflettori soprattutto sulle ”Banche di Credito Cooperativo” che sono presenti in gran numero sul nostro territorio e che, comunque, garantiscono linfa vitale al nostro sistema di crescita, sviluppo e occupazione. Spesso, però, si sente dire in giro che le banche, non tutte le banche fortunatamente, utilizzano metodi e strumenti in grado di far serpeggiare l’idea che invece di trovarci di fronte ad un istituto di credito che va riverito e rispettato, ci troviamo al cospetto di un mostro senz’anima che tira dritto per la sua strada sfiorando anche il taglione delle leggi antiusura. Prima di ritornare alla famose BCC, soprattutto quelle del Vallo di Diano, è bene ricordare un episodio accaduto nel nord-est di questo Paese. E’ recente la notizia che il Tribunale di Padova ha ordinato al MONTE DEI PASCHI DI SIENA di restituire ad un malcapitato imprenditore veneto – il presidente della Cooperativa Edile di Lavoro di Conselve (Padova) Gianfranco Simonato– la somma di 160mila euro. Non che il ‘poveraccio’ non abbia subito danni dall’azione di recupero forzato del M.P.S. mirata all’immediata restituzione del prestito a suo tempo concesso. Nel corso del contenzioso, infatti, l’imprenditore è stato costretto a ridurre del 50% la propria forza lavoro, licenziando 9 operai e rischiando seriamente di chiudere l’intera attività. Quel che è veramente grave ed immorale, e che conseguentemente sconcerta, è stata la richiesta del  M.P.S. di interessi superiori rispetto a quelli realmente dovuti. Da qui l’accusa e la successiva condanna per usura da parte del Tribunale Civile di Padova. La magistratura veneta, infatti, non solo ha imposto alla banca toscana di cancellare il debito, ma anche di indennizzare quella cooperativa. Nella sua ordinanza il giudice  ha ritenuto il M.P.S. responsabile di avere applicato interessi sugli interessi, superando così il tasso di soglia oltre il quale si configura l’usura. Risarcito, dunque,  il tenace imprenditore veneto, grazie anche al sostegno concreto della Confeder-contribuenti Veneto. La puntuale e documentata inchiesta giornalistica sulla vicenda pubblicata a suo tempo da IL FATTO QUOTIDIANO  ha appurato che il MONTE DEI PASCHI DI SIENA avrebbe tentato di fare resistenza alla ordinanza del giudice civile, ignorando la sentenza nei suoi effetti esecutivi. E’ stato necessario richiedere al giudice di precettare la banca con l’intervento successivo dell’ufficiale giudiziario perché ne pignorasse i beni in caso di ostinata resistenza della banca toscana.  Orbene, di questo squallido episodio di arroganza bancaria da parte di un istituto di credito finito nei guai per la mala gestio dei propri amministratori ora indagati dalla magistratura ordinaria toscana sono certamente responsabili i dirigenti in loco, troppo diligenti per essere veramente diligenti. Purtroppo l’episodio denunciato da IL FATTO QUOTIDIANO non è l’unico. Una cosa è certa. Quando si tratta di tollerare un ritardo nei confronti del povero Cristo di turno, le banche in genere infieriscono fino a sfiorare la soglia di guardia prima dell’usura. Quando  tocca rimborsare,  invece,  il cliente derubato per una carta di credito clonata, ad esempio, e avente diritto per contratto al risarcimento del danno, nicchiano e lasciano passare inutilmente molti mesi. Un esempio anche da noi? Certo … ma Ve lo racconterò in una prossima puntata.

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