Dossier Salerno/3: la triarchia e le notti del potere, i cerchi magici e i proscritti

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Il potere piace alla gente comune, e se il potere è esercitato in maniera scientifica piace ancora di più. Ne ho avuto conferma da un recente sondaggio che questo giornale ha promosso tra i suoi lettori; la domanda base era “E’ giusto che la magistratura controlli tutti gli atti del Comune di Salerno ?”. Alla domanda hanno risposto ben 548 lettori, per il 53% (288 voti) la risposta è stata “SI” e per il 47% la risposta è stata “NO” (260 voti); un sostanziale pareggio che conferma la mia teoria “il potere piace alla gente”. Il resto dipende dagli attori di quel potere sapere concentrarlo e incatenarlo ad una rigida disciplina singola e collettiva, chi sbaglia viene espulso senza pietà e deve andargli bene se non viene preso a calci o lasciato nelle grinfie della magistratura che, poverina, arraffa subito quello che può. Non che la magistratura sia affascinata dal potere politico, essa stessa è un potere, ma resta al suo posto fino a quando il potere politico non contrasta più di tanto quello della stessa magistratura; anche in questo chi organizza un “sistema di potere” (che badate bene può ed è assolutamente nelle linee della legalità) deve dimostrare tutta la sua scaltrezza nel riuscire a scegliere le strade migliori per non far scontrare le due identità di potere. E’ proprio questo che è riuscito a fare, fin dal lontano 1992, l’attuale governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che si avvia verso il traguardo della più sostanziosa longevità politica incominciando ad intravedere in lontananza il mitico traguardo di Pericle che resse le sorti della Grecia dal 461 al 429 a.C. per ben 32 anni (Augusto, imperatore di Roma, toccò il traguardo dei 31 anni); a De Luca mancano ancora 8 anni circa e poi potrà tagliare il nastro del potere più lungo della storia di tutti i tempi. E se Pericle aveva il suo Fidia e Augusto il suo Antonio, un Fidia e un Antonio li ha anche il governatore; due fedelissimi, uno giovane l’altro meno, che probabilmente sono di una spanna superiori a quelli della storia soltanto in quanto a cieca fedeltà. E’ questa, quindi, la chiave di lettura di un sistema di potere che sta battendo tutti i record immaginabili; la chiave è l’assoluta fedeltà e l’intoccabile affidabilità. Il sistema è talmente perfetto che ormai espelle automaticamente ed autonomamente tutti gli ingranaggi che cominciano ad arrugginirsi ed a scricchiolare; in questo il sistema deluchiano si differenzia da quelli contiani e delmesiani che erano organizzati più alla buona e consentivano l’infiltrazione di soggetti capaci di ribaltare il sistema con la preparazione anche del famigerato “Dossier Salerno” che altro non era se non un contenitore di notizie raccolte dai vari corpi delle Forze dell’Ordine e dei Servizi Segreti (con l’infiltrazione di alcuni sedicenti agenti anche salernitani !!), contenitore che venne consegnato ad un magistrato inquirente alla presenza di un giornalista. Da più parti, ancora oggi, si sostiene che l’incontro fosse stato addirittura fotografato con consegna delle immagini a Pasquale Nonno (direttore de Il Mattino) per l’avvio di quella che Carmelo Conte nel suo libro “Sasso o Coltello” definirà “la campagna dei quattro cantoni”.

Sembra abbastanza veritiera la notizia dell’incontro con Bettino Craxi quando Carmelo Conte gli  mostrò la copertina del “Dossier Salerno”; era il 1990 e Craxi non prese la cosa nel verso giusto e promise di chiedere spiegazioni al capo della polizia, ma si fermò davanti alle rassicurazioni dell’alto funzionario. Ma a Salerno avvenne tutto e il contrario di tutto. Ma ritorniamo rapidamente al sistema di potere che oggi, e da circa venticinque anni, governa l’intera provincia di Salerno e che ha già ampiamente dimostrato di sapersi muovere in maniera scientifica senza lasciare nulla al caso. Certo, anche nel sistema di potere deluchiano, ci sono dei buchi ma la forza del leader è talmente tanta da riuscire subito a tamponare i vuoti che mano a mano si creano nel sistema; basta pensare alla presenza nel sistema di un personaggio come Nello Mastursi che era già stato espulso dal sistema precedente (quello di Conte e Del Mese) e che l’attuale aveva assorbito elevandolo a ruoli molto delicati come la responsabilità del tesseramento e delle candidature. Il sistema attuale è costituito da più “cerchi magici”; uno centrale e apicale e gli altri che in senso concentrico si allargano verso l’esterno per dare al potere una impronta molto marcata, forte ed inattaccabile, tanto da essere considerata come una specie di Fort Apache.

Ogni cerchio magico è composto da una “triarchia di potere” con alcuni distinguo fondamentali in quanto esistono almeno tre cerchi magici. Uno politico-strutturale, l’altro operativo e infine quello occasionale che viene molto spesso fatto e disfatto a seconda le necessità e le opportunità; ovviamente ci sono anche i cosiddetti “consigliori” che vanno e vengono ed attraversano anche trasversalmente le strette maglie dei vari cerchi concentrici. Il momento più difficile è quello di entrare nei cerchi, per farlo bisogna essere molto preparati ed assolutamente puliti sotto tutti i punti di vista; è questa la prima regola imposta già nel ’92 quando questo sistema prese il via sulle ceneri di quello che l’aveva preceduto finito sotto la stangata della magistratura. Una regola molto nobile, chiara e trasparente se non fosse che a volte qualcuno perde la testa e va fuori dalle righe o contestando il leader o prendendo subdolamente strade diverse da quelle dettate all’intero gruppo. In questa organizzazione di potere, sempre politico e perfettamente legale, distinguerei l’attività politico-amministrativa da quella che si sta distinguendo per i profili di apoditticità del sistema. Seguo queste vicende da tantissimo tempo e dalle carte è emerso con chiarezza che dal suo avvento alla guida della Città in Vincenzo De Luca c’è stato almeno un cambiamento; nei primi anni che io ho definito il “quinquennium deluchianum” c’è stata una ottima organizzazione di gruppo e partecipazione nelle decisioni che dovevano investire l’intera Città; questa partecipazione è poi scaduta al semplice monologo autarchico del capo e cioè al potere accentratore o meglio al potere per il potere. E dunque, lungo i sentieri del potere, sono caduti come pere cotte molti dei proscritti che fino a quel momento avevano partecipato alla grande “innovazione culturale e politica” ideata dal nuovo “signore del palcoscenico” della vita, sociale, amministrativa, culturale, politica, sportiva e aggregativa con la regia attenta, speculare e decisa ad incidere sull’immaginario collettivo come mai era accaduto in precedenza. E sono caduti, con una successione quasi scontata ed ossessiva, personaggi validissimi del calibro di Pino Cantillo, il filosofo rosso, (che con Luigi Gravagnuolo è stato il costruttore dell’immagine deluchiana), di Geppino Cacciatore che abbandonò l’aula consiliare senza dire una parola, fino al rumoroso abbandono di Pasquale Stanzione del vecchio “compagno comunista”, del traumatico contrasto con l’architetto Fausto Martino divenuto teste a carico in alcuni grandi processi, del paziente ingegnere Ernesto Ricciardi (già assessore comunale) per via delle case o dei giardini, di Pasquale Persico (economista di chiara fama) che transitò nelle fila bassoliniane, di Rosellina Masullo e edi Maria Teresa Baione; questi solo per citarne alcuni di una lunga schiera di personaggi utilizzati e scaraventati lontano. Ma ci sono state anche le notti del potere che più di qualcuno ricorda anche con una certa nostalgia; notti insonni passate al capezzale della città che doveva essere trasformata seconda una traccia dettata dal capo che veniva, però, discussa per ore, per giorni e notti fino a trovare la soluzione giusta e trasparente per tutti i problemi che la lunga cattiva gestione della amministrazioni precedenti avevano portato sull’orlo del collasso.

Si racconta ad esempio che le APU di Bohigas il sindaco e lo staff si chiusero per tre giorni e due notti (come fossero in una camera di consiglio del tribunale) nella struttura tecnica dell’ufficio di piano per assumere tutte le decisioni del caso. Tempi eroici, dice ancora oggi qualcuno, tempi in cui il gruppo era animato da una serrata e costruttiva discussione partecipativa; poi tutto è cambiato e si è rapidamente passati alla fase due con l’accentramento di tutte le decisioni in un’unica mente pensante. Insomma, come dire, si è passati dal sogno di una città possibile all’esercizio brutale ed esclusivo del potere per il potere. In tanti hanno anche parlato di “Modello Salerno” (anziché Dossier Salerno), buon ultima la Tartaglione, segretaria regionale del PD, che ha indicato nel “modello deluchiano” la massima espressione dell’esercizio del potere e della politica; un modello da esportare nel resto del Paese come avvenne per il “modello contiano” che aveva portato il Partito Socialista Italiano alla percentuale del 33% mai raggiunto in nessuna altra città italiana. I due modelli partivano da un minimo comune denominatore: l’eliminazione politica dell’avversario. In una delle prossime puntate di questa inchiesta cercherò di rappresentare la storia del modello degli anni ’80 che è passato alla storia come “il laboratorio laico e socialista”; quello deluchiano non ha al momento un nome e la ragione è da ricercare nel fatto che è in atto e che durerà ancora per molti anni. Nella prossima puntata parlerò di “Piazza della Libertà” perché è proprio in questa vicenda che il “sistema di potere” esce maggiormente allo scoperto e si appalesa in tutta la sua forza nelle carte che già posseggono, e da tempo, i magistrati inquirenti. Ovviamente da qui a dire che il sistema non risponde ai canoni della trasparenza e della legalità ce ne passa, ma che il sistema esiste è fuori da ogni dubbio. E come per ogni sistema la verifica di legalità, l’unica seria verifica di legalità, è quella sui flussi di denaro. Del resto questo lo diceva anche il compianto Giovanni Falcone che aveva trovato la chiave di accesso ai grandi flussi finanziari che hanno come crocevia il Granducato di Lussemburgo. Le ultime notizie sulla Panama Papers sono di insegnamento. Alla prossima.

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