Comunali 2016: Ermanno Guerra, un nome … una garanzia

Aldo Bianchini

SALERNO – Ci sarà ancora, almeno per un’altra consiliatura, uno dei nomi più spendibili da parte del potere deluchiano che ha avuto la scaltrezza di includere anche nomi di una certa levatura socio-culturale. Ermanno Guerra è l’uomo del giorno, non si fa altro che parlare di lui sempre nel bene, mai nel male; è questo è già quanto dire con i tempi che corrono. Ma pur essendo uno degli uomini presenti fin dalla prima ora nel novero di quello che tutti definiscono “il cerchio magico” che gravita intorno al kaimano, è stato anche uno dei pochissimi uomini di punta che ha dato garanzia di trasparenza, di legalità e di professionalità. Quasi sempre in silenzio, moderato nei toni, assolutamente disponibile nei confronti della stampa, mai oltre le righe del suo specifico mandato e quasi sempre allineato con le scelte del capo. Ermanno Guerra, a mio modo di vedere, è l’esempio plastico di come in politica e dalla politica non viene mai restituito quello che le si da; insomma se solo ci si intrattiene a ripensare la storia del “sistema di potere deluchiano” balza in tutta la sua evidenza l’errore storico del kaimano nel tenere Ermanno sempre sull’uscio del potere vero senza mai farlo entrare nelle stanze dei bottoni. Un errore che, spesso, i politici di razza o i kaimani pagano sempre quando vanno a fare il bilancio della loro attività pubblica; con buona probabilità, però, Ermanno Guerra pur non sottacendo le sue giuste ambizioni non è mai voluto entrare in quelle stanze e si è accontentato di recitare il ruolo di chi nel momento decisivo non viene mai scelto, forse anche perché Ermanno ha saputo muoversi con la decisione tipica di chi ama lo sport: la competizione è necessaria ma bisogna anche saper perdere. E lui ha accettato le sconfitte inanellandole una dopo l’altra, senza fiatare e senza dare in escandescenze, pur potendo contare su un consenso elettorale che pochissimi in città possono vantare. E’ stato un tennista di qualità, addirittura classificato C/1, e da quello sport ha mutuato eleganza, signorilità e sacrificio fisico e psicologico. Ricordo una interminabile partita sul centrale del Circolo Tennis Salerno contro l’allora astro nascente Massimo La Brocca che con la sua prorompente giovinezza pensava di fare un sol boccone del compassato avversario; la realtà per Massimo fu più dura del previsto e dovette impegnarsi allo spasimo tirando fuori tutte le sue energie, fino al punto di dare un feroce morso ad una pallina, per ritrovare carica ed energia e vincere quel match quasi storico. Nella vita politica Ermanno Guerra ha applicato le ferree regole dello sport che nel tennis sono ancora più dure del normale; ha saputo ingoiare tantissimi rospi per ricominciare sempre dal punto in cui era rimasto. Ha saputo rimanere in silenzio e non ha avuto bisogno di sparlare dei suoi amici-avversari che spiccavano il volo; probabilmente adesso ha deciso di appendere la racchetta agonistica al chiodo e di dedicarsi, sempre in politica, a compiti meno ossessivi dal punto di vista della progressione di carriera. L’ultimo incarico, quello di assessore alle politiche culturali che ancora detiene, non gli ha certamente dato quello che si aspettava, tutt’altro; non sono mancati i momenti di sconforto per quelle velenose e sotterranee polemiche dalle quali è impossibile difendersi perché prendono la via del luogo comune in un immaginario collettivo che è difficilissimo tenere sotto controllo. Dalla ricostruzione giornalistica che leggo in questi giorni (ma le ricostruzioni giornalistiche fatte da chi non viene dalla gavetta come me -e Ermanno lo sa benissimo- non mi convincono mai) sembra che Guerra dopo aver dichiarato di non candidarsi ci abbia ripensato e sarà, comunque, presente nella prossima stagione consiliare. A lui naturalmente l’onore delle armi con la poltrona, probabilmente già pronta, di “presidente del consiglio comunale” che il buon Antonio D’Alessio lascerebbe libera in cambio di un assessorato in giunta. A commento di queste notizie posso soltanto aggiungere che lo strappo tra De Luca e Guerra c’è stato da tempo e che il governatore, in extremis, è riuscito a convincere il suo assessore a non mollare; il cospicuo pacchetto di voti di Ermanno Guerra fa gola a tutti, soprattutto ai progressisti per Salerno. Insomma, come dire, il ricambio generazionale diffuso può attendere ancora un po’ e gli “under 40” farebbero bene a crescere ed a serrare il morso nelle scuderie del partito.

One thought on “Comunali 2016: Ermanno Guerra, un nome … una garanzia

Rispondi a Anna Santoro Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *