PORTO: la conchiglia di Miami

Aldo Bianchini

PALM BEACH – Un mio carissimo amico passeggiando per la city di Palm Beach (Florida) ha incontrato alcuni imprenditori italiani (due addirittura salernitani !!) che vivono a lavorano in Florida già da alcuni anni. E’ stato invitato ad un “happy hour”, quanto improvvisato tanto ben riuscito, nel cuore pulsante di Palm Beach, la famosissima “city place”, dinanzi allo Starbucks, per parlare dell’Italia. Sapevano i suoi ospiti che lui aveva ed ha ottimi collegamenti con il mondo giornalistico salernitano ed hanno approfittato dell’occasione per chiedergli notizie sull’inaugurazione della “stazione marittima” (avvenuta qualche giorno prima) della notissima archistar Zaha Hadid. L’architetta, tra le più famose del mondo, grande propugnatrice della “corrente decostruttivista”, era molto conosciuta nella zona di Miami dove viveva in una splendida villa prima di morire improvvisamente nelle prime ore del mattino del 31 marzo 2016, a soli 25 giorni dall’inaugurazione di una delle sue ultime straordinarie opere. In Florida l’inaugurazione della stazione marittima salernitana, passata alle cronache come la “conchiglia di Miami”, ha avuto dunque una vasta eco anche grazie all’attenta campagna comunicazionale voluta dall’ex sindaco Vincenzo De Luca; una campagna nazionale ed internazionale che ha richiamato sulla banchina del molo del porto di Salerno una buona fetta della stampa internazionale specializzata e, soprattutto, quella americana della Florida. Per telefono ho cercato di descrivere le varie fasi della cinematografica inaugurazione, quasi all’americana, con tanto di proiezione di video e con la presenza di grossi tabelloni illustranti le varie fasi della costruzione dell’opera. Mentre parlavo mi sono subito reso conto che il mio discorso interessava poco, il mio amico sapeva già tutto in quanto i media locali ne avevano parlato diffusamente anche per ricordare la figura della grande archistar ormai scomparsa. Voleva  sapere del tono e del perché delle tante polemiche che si sono susseguite nei giorni successivi all’inaugurazione per via del fatto che sarebbe stata inaugurata una struttura vuota. Il mio amico interlocutore, tale Joseph che anima un circolo culturale italiano di Palm Beach, molto sensibile alle questioni italiane e salernitane in particolare (essendo nato e cresciuto in un paese della provincia di Salerno), mi ha manifestato tutto il suo stupore per come noi italiani siamo capaci di denigrare tutto quello che si fa nell’ambito dei lavori e delle strutture pubbliche che in America sono molto poche rispetto alle nostre. Ho cercato di spiegare alla meglio non sottacendo che anche io, inizialmente, avevo assunto una posizione quanto meno di perplessità rispetto a quella che si prospettava come l’ennesima inaugurazione deluchiana, tutto fumo e niente arrosto. Il concetto che gli americani (ma anche gli imprenditori italiani che operano negli USA) hanno della cosa e delle strutture pubbliche è profondamente diverso da quello che noi riusciamo a concepire; da noi gli imprenditori sono abituati da generazioni a mungere tutto quello che è possibile dalla vacca pubblica; in America una struttura pubblica quando viene messa in gara per l’affidamento deve essere assolutamente come una scatola vuota, a riempirla ci penseranno gli affidatari secondo il progetto gestionale che ognuno di loro prepara per la gara. Mi sono arrampicato sugli specchi, e il mio amico se ne è accorto e sorrideva alle mie parole finalizzate anche a giustificare l’atteggiamento troppo tranchant usato da alcuni media nostrani. Ma al di là delle chiacchiere speciose ho avuto chiara la sensazione che anche al di là dell’Atlantico si parla molto della splendida realtà portuale di Salerno e dei progressi che la stessa ha fatto a livello internazionale grazie ad un modello operativo ritagliato a misura per le potenzialità portuali e retro portuali nostrane; non ho sentito, invece, parlare degli altri porti italiani e/o mediterranei anche se più importanti. Con Joseph ho parlato anche delle costruttive presenze della nostra Autorità Portuale alla rassegna annuale di Fort Lauderdale del turismo crocieristico che l’immagine di Salerno, della Costiera Amalfitana e del Cilento con i templi di Paestum riescono ad interessare sempre di più e ad entrare decisamente nell’immaginario della popolazione statunitense alla ricerca continua delle radici storiche che, purtroppo, non ha. Sono rimasto sinceramente sorpreso, e gliel’ho detto, del fatto che lui sia andato all’ultima rassegna internazionale della crocieristica (di cui sopra) e di aver anche ascoltato il presidente Andrea Annunziata e di aver apprezzato il contenuto del suo intervento. Non so, sinceramente, quanto ci vorrà per far cominciare a funzionare a pieno regime la stazione marittima della Hadid, non gliel’ho saputo spiegare; so per certo che l’inaugurazione della cosiddetta “conchiglia vuota” è servita a rilanciare l’immagine di Salerno come una città laboriosa che viene rispettata in tutto il mondo. Io che non sono stato mai tenero con l’ex sindaco di Salerno ho dovuto riconoscere che su certi argomenti ha probabilmente ragione. Del resto l’affidamento temporale della gestione della stazione è senza dubbio il sintomo del cambiamento in positivo del modo di vedere in prospettiva la buona amministrazione della cosa pubblica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *