Dossier Salerno/9: stampa e potere, un difficile rapporto

Aldo Bianchini

SALERNO – Il contenuto della mail, più di dissenso che di consenso, inviatami dal dr. ing. Eugenio Rainone, esponente di spicco di uno dei gruppi imprenditoriali più prestigiosi esistenti in provincia di Salerno non mi coglie di sorpresa e neppure impreparato e mi da, comunque, l’occasione per una puntata del “Dossier Salerno” incentrata sul difficile rapporto tra la stampa in genere e il potere. Ho scritto, se non erro, che il gruppo Rainone (sotto qualunque sigla esso si presenti) è uno dei più prestigiosi della nostra provincia e di conseguenza, viene da se, che è in assoluto anche un gruppo di potere, almeno sotto il profilo economico. Ho deciso di parlare nell’ambito di questa storia del rapporto tra stampa e potere anche perché la mail di Eugenio Rainone, e quindi lo sfogo del noto imprenditore, assume la veste di una risposta secca e dura alla pubblicazione su questo giornale di un comunicato stampa con cui il “gruppo Rainone” comunicava l’avvenuta vittoria per Cassazione della sua tesi difensiva in materia di “sequestro preventivo dell’opera da parte della Procura, di annullamento del sequestro da parte del Riesame e del successivo ricorso della Procura; il tutto legato al pagamento degli oneri di urbanizzazione”. Ma andiamo con ordine; ecco cosa scrive Eugenio Rainone, credo a nome di tutto il gruppo: “Gentile direttore i comunicati, se la redazione decide di pubblicarli, dovrebbero riportare il testo integrale ricevuto senza commenti o note sue personali. Quel “forse” alla fine del titolo francamente poteva risparmiarselo come avrebbe potuto fare altrettanto per le sue “note” di scarso rilievo giornalistico che riportano un suo giudizio che non interessa a nessuno e che le assicuro pochi lettori condividono. Per il suo “augurio” ci siamo attrezzati con i dovuti scongiuri… Le auguro una buona domenica di …. riflessione. Cordialmente Eugenio Rainone”. Dunque per capire meglio il difficile rapporto tra stampa e potere ecco come questo giornale ha pubblicato il comunicato, a cominciare dal titolo, del gruppo Rainone: ===CRESCENT: la Cassazione da ragione ai Rainone … forse !! – La RedazioneSALERNO – Riceviamo pubblichiamo volentieri il comunicato stampa diffuso dalla RCM Rainone Costruzioni in merito al pronunciamento della Cassazione sulla costruzione del Crescent: “”Con sentenza definiva, la Corte Suprema di Cassazione  si è espressa nella giornata di ieri sui due ricorsi pendenti relativi alla costruzione del Crescent. E’ stato accolto in pieno quello presentato dalla Società Crescent srl, attraverso il professor avvocato Filippo Dinacci coadiuvato dagli avvocati Lorenzo Lentini, Agostino De Caro, Valeria Rainone e Daniela Petrone, relativo ad alcuni aspetti dell’ordinanza del Riesame (due gli elementi impugnati: insindacabilità del giudice penale quando c’è un giudicato amministrativo e il pagamento degli oneri di urbanizzazione di Piazza della Libertà). Contemporaneamente è stato dichiarato inammissibile il ricorso della Procura che impugnava l’ordinanza del Tribunale del Riesame nella parte in cui ha disposto la revoca del sequestro preventivo della struttura.  Come si legge nel dispositivo, la terza sezione in Camera di Consiglio  ha “annullato con rinvio l’ordinanza impugnata al Tribunale di Salerno e dichiarato inammissibile il ricorso del P.M”. “In attesa di conoscere le motivazioni della decisione della Cassazione, non possiamo non esprimere  la nostra soddisfazione – hanno dichiarato i fratelli Elio ed Eugenio Rainone della società Crescent srl-  per la sentenza che si aggiunge agli altri giudicati favorevoli e consente di continuare con grande serenità il lavoro di ultimazione dell’edificio ad emiciclo. Un grazie particolare al pool di avvocati che ha seguito con grande dedizione la predisposizione del ricorso, confidando nell’esito positivo””.  NOTE: Se come annunciato dal gruppo Rainone la notizia è concreta, ci troviamo di fronte ad una bella sentenza e ad una relativa soddisfazione che deve pervadere tutti, finalmente quel mostro ecologico potrà essere completato e trasformato in una struttura ricca e bella. Ma sarà proprio così ? Noi non vogliamo disilludere la famiglia Rainone ma la battaglia sarà ancora lunga ed irta di difficoltà; naturalmente l’agguerrita pattuglia di difensori sarà perfettamente cosciente che in questo Paese anche quando si vince la guerra facilmente incomincia un’altra battaglia. Non ce lo auguriamo, ma seguiremo attentamente (al di là dei titoloni apparsi sui giornali !!) l’evolversi della situazione, anche perché un dubbio ci assilla da tempo: ma davvero il gruppo Rainone intende pagare quella montagna di soldi per gli oneri di urbanizzazione ?===. Mi corre, quindi, l’obbligo non di una contro risposta ma di una serie di considerazioni sul contenuto della mail di Eugenio Rainone che ad una prima superficiale lettura può anche apparire scomposta, se non addirittura scorretta, pretestuosa, supponente e presuntuosa. Ma non è così; forse è accaduto che l’esponente del gruppo dopo aver letto frettolosamente le note della redazione è schizzato dalla sedia, ha acceso il computer ed ha scritto alcune sue riflessioni ritenendole, da uomo di potere qual è, giuste ed inappuntabili. Forse è anche così, non oso metterlo in dubbio; ma io che uomo di potere non sono devo obbligatoriamente riflettere prima di scrivere e rileggendo le note esposte in calce al comunicato stampa pubblicato nella sua originale interezza ho scoperto un nuovo aspetto del contenuto di quanto scritto dalla redazione che ovviamente condivido e sottoscrivo; non a caso ho impiegato più di una settimane e ben due domeniche di riflessione prima di rispondere. L’aspetto nuovo consiste nel fatto che se si legge con calma la nota si intravede in tutta chiarezza che il “forse” e che le considerazioni espresse altro non sono se non amare constatazioni dello stato di diritto che vige in questo Paese dove le questioni giudiziarie sembrano non avere mai fine; difatti il dubbio sulla certezza della vittoria dei Rainone scaturisce da precedenti storici enciclopedici in cui anche le vittorie strabilianti si trasformano, a volte, in sconfitte clamorose. Contesto, invece, ed in maniera ferma e decisa l’assunto di Eugenio Rainone secondo il quale un comunicato deve essere pubblicato senza alcun commento; una redazione, gentile ingegnere, non è un ufficio-passacarte anche se devo riconoscere che non tutta la colpa può essere addebitata a lei in quanto per davvero accade sempre questo e cioè che le redazioni passano, pari pari, i comunicati inviati dagli attori (giudici, politici, imprenditori) che si muovono sul palcoscenico istituzionale di oggi e che citavo nella precedente puntata di questa ricostruzione storico-giornalistica di quanto accaduto a Salerno negli ultimi decenni; e se lei avrà la bontà di andarla a leggere potrà anche convenire sulla realtà di quanto scritto in merito al potere ed ai soldi. Questa redazione, purtroppo, non funziona così; nella quasi totalità i comunicati vengono letti, studiati, approfonditi e poi pubblicati nella loro integrità con l’aggiunta di note che esprimono il pensiero non solo della stessa redazione ma anche del comune sentire della gente, cioè del marciapiede. Quel “forse” alla fine del titolo, gentile Rainone, sta a significare anche la nostra rabbia verso il sistema giudiziario liquefatto che esiste nel nostro Paese e che consente a tutti di scrivere e dichiarare cose esattamente contrarie a quanto scritto e dichiarato da altri. Ma questa è la democrazia, quasi perfetta, che esiste in Italia e dobbiamo tutti farcene una ragione. Sono assolutamente d’accordo con Rainone, invece, quando riferendosi esplicitamente alla mia persona scrive: le sue “note” di scarso rilievo giornalistico che riportano un suo giudizio che non interessa a nessuno e che le assicuro pochi lettori condividono. E’ proprio così, quello della scarsezza del rilIevo giornalistico delle mie note è il vero punto dolente che mi trascino appresso da tantissimi anni; ma anche in questo caso me ne sono fatto una ragione e parzialmente mi sono ripreso quando ho scoperto che, forse, soltanto lei ing. Rainone, insieme a pochissimi altri, (tutti uomini di potere !!) da anni almeno occasionalmente mi legge con alterni ed a volte contrastanti modi di considerare i miei articoli. Ma nel contesto in cui viviamo con la continua aggressività nella conquista di spazi vitali da parte del web (leggasi FaceBook) per potersi elevare almeno di un pochino è necessario allontanarsi dal letamaio di FB per cercare di dare un tono e un segno al modo di fare informazione; non è il mio caso, ripeto, io non conosco neppure i fondamentali di questo mestiere e cerco sempre di prendere spunto dalle lezioni che ricevo soprattutto dagli uomini di potere. Capisco, inoltre, che fare ironia sugli auguri attira consensi e maschera la realtà ma, mi creda, oltre a non essere menagrami, l’augurio espresso dalla redazione (e sottoscritto da me) è un augurio sincero anche perche da questo giornale abbiamo sempre messo bene in evidenza la terza dimensione dell’architettura (che lei conosce benissimo !!), quella che ti da la possibilità di esaminare un’opera dal suo interno e quando quest’ultima è completata; solo così potrà essere analizzata in tutto il suo splendore, e questo lo abbiamo sempre scritto considerando il Crescent un’opera speciale e monumentale che potrà soltanto arricchire la città dal punto di vista dell’urbanistica. La mia critica e la mia attenzione è rivolta piuttosto alla legalità ed alla trasparenza degli iter burocratici che, di certo, non dipendono dal “gruppo Rainone” o dagli altri tanti gruppi imprenditoriali ma dalle amministrazioni nazionali, regionali, provinciali e comunali nei cui meandri si annidano gli scambi di voti, i favori, le mazzette ed anche le infiltrazioni di stampo camorristico. Su questo che sto dicendo so già che non ci sarà alcuna replica perché, se è vero come è vero che a Salerno da tempo immemore non esistono più pratiche del genere, in tutto il resto del Paese le cronache ci riportano tutti alla cruda realtà a cominciare da “mafia capitale”. Ma per ritornare all’ironia di cui prima ritengo utile esplicitare, per l’ennesima volta, il mio pensiero che è direttamente legato e contrario al potere per il potere. Seguendo la lezione di Paolo Mieli cerco sempre di stare, a prescindere, dall’altra parte del potere perché un giornalista dovrebbe sempre assumere la veste più che di difensore di “controllore civico” e se si pubblicano i comunicati così come giungono in redazione non si va sicuramente verso questa meta. Ma devo anche dire che sono sempre pronto a cercare di capire e di aiutare gli “uomini di potere” che mano a mano cadono in disgrazia e vengono immediatamente abbandonati dalle redazioni che fino a quel momento hanno pubblicato, senza commento, tutti i comunicati del potere (magistrati, politici, imprenditori ed anche malavitosi); devo, però, prima convincermi della bontà delle loro tesi difensive. E questo l’ho ampiamente dimostrato anche con un personaggio politico molto vicino non tanto al gruppo ma direttamente alla famiglia Rainone. E passiamo ad una considerazione, questa si, di carattere assolutamente personale che riguarda lo stimolo che ricevo dal dissenso, ogni qualvolta vengo beccato dagli uomini di potere, nel continuare tranquillamente a svolgere il mestiere da giornalista che bene o male (più male che bene !!) porto avanti da tantissimi anni. Con gli uomini di potere, soprattutto gli imprenditori, ho sempre avuto un rapporto di odio-amore ed a loro non mi sono mai offerto per “una pizza e una birra” (come ama Vincenzo De Luca parlare dei giornalisti salernitani venduti) ma ho cercato sempre di intavolare ragionamenti costruttivi anche al fine di capire qual è la loro specifica indole, se cioè oltre ad avere i soldi sono dotati di una certa classe o se sono soltanto degli arricchiti appartenenti a quella che da sempre io definisco la “casta dei ricchi proletari”. E con questo non intendo in maniera assoluta dileggiare la casta dei ricchi proletari al cospetto della “casta nobiliare ma, forse, squattrinata”. Sono due entità radicalmente diverse ma accomunate da un unico denominatore: credere di poter fare e dire tutto quello che crede di poter fare e dire (leggasi la infelice esternazione di Maccauro contro Amatruda). Nel corso della mia lunga attività professionale ho conosciuto tanti uomini di potere, dai Del Mese ai Conte e dai Carratù ai Calabrese (solo per ricordarne alcuni), con i quali ho avuto inizialmente sempre dei problemi di rapporto, problemi che sono andati via via scemando in conseguenza della crescita di un dialogo corretto e assolutamente libero da qualsiasi tentazione economica. Eppure sono stato tentato più volte, ho sempre rifiutato ma non sono mai stato sprezzante, anche perché e giustamente non ho l’arroganza tipica degli uomini di potere. Ma il discorso sarebbe troppo lungo e certamente “di scarso rilievo giornalistico che riportano un mio giudizio che non interessa a nessuno e che pochi lettori condividerebbero”, meglio quindi ritornare alle motivazioni che hanno mosso questo mio approfondimento giornalistico. Con il gruppo Rainone ci sono state più occasioni di un certo rilievo ed anche di scontro; il tutto cominciò nel 2011 quando fui chiamato da Roberto Celano (allora in ottimi rapporti con i Rainone) che mi invitava a rettificare il mio pensiero, per arrivare fino ad oggi con la nuova e più spregiudicata mail da parte di Eugenio Rainone in merito alla pubblicazione del comunicato stampa che ha dato origine a questa lunga discussione. Mi auguro, senza voler essere menagramo, che questa discussione continui, si elevi dal basso livello in cui sembra essere caduta e contribuisca a costruire qualcosa di positivo non soltanto per il giornalismo e per le mie necessità di crescita (nonostante l’età !!) ma anche, se non soprattutto, per una rivisitazione in positivo delle modalità di comportamento degli “uomini di potere” che sono chiamati più direttamente ad amministrare la cosa pubblica.

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